Ciao Tomaz! di Eddy Codega

La notizia ci aveva colpito, a freddo, in un momento qualsiasi di una giornata come
La notizia ci aveva colpito, a freddo, in un momento qualsiasi di una giornata come sempre dedicata al lavoro, ma avevamo voluto esorcizzarla, quasi per tenerla lontana da noi, quasi per non crederle: Tomaz, ferito, incapace di muoversi su questa montagna sconosciuta ai più ma che in poche ore sarebbe stata battuta su tutte le cronache ed i siti internet.

E poi, violento, l'epilogo, di quelli che ti fanno star male, di quelli che ti lasciano il vuoto dentro: Tomaz se n'è andato, non ce l'ha fatta. Quella montagna, sconosciuta ai più, si è presa la sua anima. E' difficile, tremendamente difficile, scrivere delle parole per descrivere tutto questo. Le parole sono inadeguate, nulla dicono del tumulto ed i pensieri che si provano dentro. Oggi c'è spazio solo per il lutto.

Di Tomaz l'alpinista tutto si sa e tutto si conosce, le sue salite, il suo stile, il suo "terzo occhio" come lo definiva lui, che lo aveva portato negli anni '90 a salire a ripetizione vie nuove su pareti o montagne spesso vergini (ricordiamo al Nuptse West, all'Ama Dablam, ai meno conosciuti Bobaye e Lobuche, fino ad arrivare al Dhaulagiri). Aveva poi già toccato quel sottile limite che separa la vita dalla morte, quando era caduto dal tetto di casa sua: un incidente "domestico" che aveva messo a repentaglio la sua vita, e che tutti pensavano avrebbe certamente messo fine ad una carriera alpinistica folgorante. Ma Tomaz aveva un'anima grande, ed una forza d'animo forgiata da una vita difficile cresciuto come era a cavallo di nazioni e tempi divise dal comunismo, dalla voglia di libertà e dalle guerre che spesso hanno contraddistinto le terre dei Balcani. Tomaz era ritornato e lo aveva fatto riassaporando "l'aria fine" degli 8000 (salita allo Shisha Pangma) prima ed una nuova via alla sud dell'Aconcagua, riprendendo così velocemente il percorso che aveva lasciato in sospeso. Fu poi la volta del Cholatse, per arrivare veloci, troppo veloci, al Nanga Parbat, ed al suo soccorso in "diretta mondiale" all'Annapurna, e poi oggi al Langtang Lirung, la montagna che ha portato via la sua anima.

Di Tomaz l'uomo non tutto si conosce; le sue interviste certo, i suoi libri….noi abbiamo avuto il privilegio di conoscerlo e frequentarlo per 12 anni. La sua carica, la sua energia e simpatia contagiosa, che lasciavano però subito lo spazio alla riflessione, alle motivazioni, a quello che la sua anima diceva e lo spingeva a fare. Fabbricare attrezzatura per l'alpinismo è una cosa bellissima, perchè noi per primi utilizziamo i nostri prodotti, ma conoscere persone che vivono la montagna in maniera totale è un premio ancora più grande, un privilegio. Essere stati amici di Tomaz è stato un privilegio, le nostre chiacchierate, certo a parlare di prodotti, ma soprattutto a parlare del fuoco che ti brucia dentro, del rapporto che ti lega alla montagna, di quel filo sottile che unisce tutto ciò che fai e dove vai, e che tocca i tasti più intimi della persona, perchè parla dell'anima, della tua anima, e perchè ti ritrovi nudo davanti ad essa.

Tomaz ci manca già tremendamente, il nostro egoismo esce allo scoperto: come faremo a non incrociarti più, a non poterti più parlare, vedere, a non poterti più chiedere della tua vita, di ciò che hai provato e sperimentato e che faceva riflettere e ci faceva crescere. Ma in questo momento abbiamo anche ritrovato la forza di andare a riprendere e rileggere le email che ci mandavamo, soprattutto durante quell'intenso periodo dopo la salita del 2007 all'Annapurna East, una salita silenziosa, si direbbe in punta di picca e ramponi dopo il trambusto che si era creato dopo il Nanga. Ci parli del tuo stile, delle responsabilità che senti, dei tuoi sentimenti e di tutti coloro che ne parlano e giudicano, spesso senza conoscere. Tu, senza rancori e senza rabbia poichè sei consapevole del tuo cammino personale verso la ricerca della libertà, e della verità. Libertà e verità, che oggi siamo sicuri hai raggiunto e finalmente trovato. Ciao Tomaz!

Eddy Codega
Presidente C.A.M.P.

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