Cerro Torre: atleti CAMP in vetta per la via dei Ragni!

Il Cerro Torre: il grido di pietra, una leggenda nella storia dell'alpinismo, una sentinella di granito ai margini dello Hielo Patagonico Sur, sferzata dai venti del Pacifico carichi di umidità pronta a condensarsi. Così, a ovest, il Torre è un gigante perennemente incappucciato di bianco, dove passa la via di ghiaccio più bella del pianeta, tracciata dai Ragni di Lecco nel 1974
Jess Roskelley e Ben Erdmann, Cerro Torre, via dei Ragni Il Cerro Torre: il grido di pietra, una leggenda nella storia dell'alpinismo, una sentinella di granito ai margini dello Hielo Patagonico Sur, sferzata dai venti del Pacifico carichi di umidità pronta a condensarsi. Così, a ovest, il Torre è un gigante perennemente incappucciato di bianco, dove passa la via di ghiaccio più bella del pianeta, tracciata dai Ragni di Lecco nel 1974. La via dei Ragni è ancora una sfida per gli alpinisti di tutto il mondo, un sogno diventato realtà per Jess Roskelley, Ben Erdmann, Alessandro Baù e Luca Gianola che hanno recentemente aggiunto i loro nomi alla ristretta lista dei salitori del Torre per la parete ovest. Jess e Ben, atleti di punta del team CAMP USA, sono arrivati in vetta nel dicembre scorso; il 28 gennaio 2015 è stata la volta di Alessandro Baù e il 19 febbraio è toccato a Luca, reduce da un'estate di grandi vie su roccia nelle Alpi e ormai lanciato nel panorama alpinistico nazionale. Famosa per il maltempo e per i racconti di interminabili giornate in truna aspettando una schiarita, la Patagonia ha regalato a Baù più di quanto potesse sperare. Il fuoriclasse di Padova ha infatti salito nel giro di due settimane l'Aguja Guillaumet e poi il Fitz Roy per la lunghissima via Afanassieff: 7 ore di avvicinamento, 1550 metri di dislivello, 2 bivacchi in parete e quasi un'intera giornata per tornare a El Chaltén. E pochi giorni dopo il Fitz Roy, come detto, è arrivato anche il Cerro Torre. Il giovanissimo Luca Gianola, che risiede a due passi dalla sede di C.A.M.P. a Premana, è decisamente soddisfatto della sua prima esperienza patagonica. Oltre al Torre è infatti arrivato vicino alla vetta del Fitz Roy per la via Franco Argentina e ha scalato El Mocho per i 400 metri della rocciosa Voie des Bénitiers, vivendo una magnifica esperienza di 23 ore no stop da El Chaltén alla vetta e ritorno. Per Luca, semplicemente, «una lunga giornata in un posto incredibile». A Jess, Ben, Alessandro e Luca vanno i complimenti di C.A.M.P. per i loro successi, resi possibili anche dalle piccozze X Dream e dai ramponi Blade Runner che abbiamo visto ancora una volta, con grande soddisfazione, su una delle montagne più ambite e difficili della terra. [gallery link="file" ids="8855,8857,8859,8861,8863,8865,8867,8853"]

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