Interessante via di misto che segue l'evidente spaccatura che solca da cima a fondo la parete nord del Monte Fop. All'inizio del primo tiro, nel facile canalino con al massimo ghiaccio di secondo grado, abbiamo trovato prima 4 fix e poi, alla base del muro verticale, vi era un singolo golfaro con maillon di calata. Quasi certamente si tratta di tentativo, invernale o estivo. Noi comunque non abbiamo lasciato alcun materiale lungo i tiri, ma solo alcune soste di calata.
Raggiungere Malga Ciapela
AccessoDal parcheggio a Malga Ciapela, si sale verso il Rifugio Falier come in estate, ovvero seguendo il sentiero 610 per Malga Ombretta. Giunti alla malga, si prosegue sul fondo della valle su terreno pianeggiate, fino ad individuare il canalino che conduce al punto più debole del muro che sbarra l’accesso alla cengia. Dirigersi verso di esso, superando prima una zona di grossi sassi e poi risalirlo fino al termine. A ridosso della barriera rocciosa, non imboccare lo stretto canalino di destra, ma quello di sinistra più aperto, con un passaggio di misto subito all’inizio (M2/M3), al termine del quale, cercando sempre il terreno più facile, puntare decisamente in obliquo verso destra. Il terreno è meno ripido ma ancora delicato, tra neve a 60°, roccette, toppe d’erba e rododendri. Nel caso si decidesse di usare la corda(noi non lo abbiamo fatto) sono necessari due tiri per raggiunge la cengia. Una volta sulla cengia, continuare a dirigersi verso destra, fin quando non si giunge l’attacco della goulotte. In totale, calcolare circa tre ore dalla macchina, ma molto dipende anche dalle condizioni dell’innevamento.
Va tenuto presente che in caso di neve molto abbondante, il tutto potrebbe essere più agevole, ma va prestata molta attenzione alla stabilità del manto.
Si può anche optare per dormire al locale invernale del Rifugio Falier; in questo caso, dal rifugio in un oretta si arriva all’attacco della goulotte.
ItinerarioVedi relazione
DiscesaAbbiamo attrezzato solo quattro calate nei punti più verticali, più una quinta da un albero per calarsi dalla cengia, il resto della discesa l’abbiamo effettuato disarrampicando. Valutare bene cosa fare e i rischi che si è disposti ad assumere, tenendo presente come attrezzare i restanti 400 metri di doppie potrebbe non essere particolarmente agevole, a causa della roccia “stondata” e a tratti friabile, che non offre molte possibilità per chiodi e nuts. Ad ogni modo rimane una soluzione, ma nel caso portarsi adeguato materiale.
MaterialeUna serie di frends fino al 4 BD, doppiando eventualmente qualche misura piccola e media. Utili anche qualche micro, nuts e dei Tibloc per i tratti in conserva. Per il resto 5 viti medie, chiodi, martello e due mezze corda da 60 metri.