Legione Reale Truppe Leggere - Punta Cusidore, Spigolo nord-ovest
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Legione Reale Truppe Leggere: Il pilastro principale dello spigolo visto dallattacco. Foto Enrico Paganin
Planetmountain
Bellezza
Primi salitori
Francesco Lamo CAAI
Autore scheda
E. Beber, C. Andreatta, G. Cagnati, 1 ottobre 1973
Lunghezza dislivello
450 metri di dislivello, 650 circa di sviluppo
Quota
1147m
Difficoltà
TD – (difficoltà d’insieme), obbligatorio (difficoltà massima)
Difficoltà obbligatoria
V+
La via segue l’evidentissimo spigolo nord-ovest della Punta Cusidore (ben visibile dalla strada che da Oliena porta a Dorgali) ed è considerata una delle salite alpinistiche più classiche dell’intera Sardegna (se non la più classica in assoluto). Si snoda inizialmente lungo l’imponente pilastro iniziale, alla ricerca dei passaggi più facili e logici. Superate le alte creste, ben visibili sia da nord che da sud, affronta il pilastro terminale nel suo versante nord. L'arrampicata, dalle caratteristiche tipicamente dolomitiche, è sempre relativamente continua e piacevole, con alcuni passaggi abbastanza impegnativi. Il percorso descritto è la combinazione tra il tracciato originale e alcune varianti. La roccia è davvero splendida e il paesaggio particolarmente caratteristico ed insolito rispetto allo standard alpino.
Accesso
Dalla strada provinciale che collega Oliena a Dorgali (Nu) girare a destra alla segnalazione per la Chiesa di Monserrata. Dopo poco, girare a sinistra e poi ancora a sinistra sino alla Funtana Iscàndula dove è consigliabile parcheggiare l’auto, avendo l’accortezza di non interferire con le proprietà locali. Proseguire a piedi per la strada sterrata, ora malridotta, e al primo bivio seguire verso destra, ora quasi in piano. Continuare lungamente, alla fine anche in salita, fino al grosso blocco di roccia (ben visibile dalla provinciale) denominato Preda 'e Littu. Spalle al masso e rivolti verso lo spigolo nord-ovest della Punta Cusidore, seguire la traccia debole a destra che sale verso lo spigolo in modo diretto. Dopo circa mezzora si intercetta il sentiero CAI che si segue fino alla base della via. L’attacco è contraddistinto dalla crestina sinistra che delimita un piccolo anfiteatro a semicerchio (evidente un chiodo lungo il diedrino del primo tiro; visibili anche 2 spit della via “L’ombra della mia mano”, che inizia nel lato destro dell’anfiteatro.). Ore 1.20 dall’auto. Itinerario
Dalla cima scendere verso sud, seguendo evidenti ometti (alcuni passaggi di II). Dalla base della parete sud, seguire poi tracce (restando in quota) che conducono alla forcella di Sòvana e poi per sentiero fino alla base dello spigolo. Utilizzare il percorso impiegato per l’accesso fino a raggiungere l’auto. Almeno 2 ore. Materiale
Due mezze corde da almeno 50 metri, 8 rinvii lunghi, qualche moschettone sciolto, cordini-fettucce, protezioni veloci (una serie di dadi, una serie di friend misure da 0.5 a 3 BD), martello e qualche chiodo, casco (non obbligatorio se non ci sono cordate sopra). Portare acqua a sufficienza. Note
TATTICA: Si consiglia di effettuare la salita nelle lunghe giornate primaverili o in alternativa in autunno, allo scopo di evitare le temperature più alte tipiche del periodo estivo (se si sale d’estate attaccare non più tardi delle 7.30 a.m.). Ad ogni buon conto si evidenzia che la via resta in ombra almeno fino a metà giornata (la parte terminale invece è sempre in ombra, in quanto esposta a nord). Una cordata che si muove con disinvoltura su questi terreni può impiegare 6 ore, ma in caso di incertezze sul percorso o rallentamenti vari si possono impiegare anche 8-10 ore. Prevedere quindi una giornata intera, considerando anche l’avvicinamento e la discesa. E’ consigliabile lasciare del materiale al punto d’attacco (acqua ad esempio), dal quale si ripassa in discesa.
Cartografia
Guida Monti d'Italia CAI/TCI "Sardegna", di Maurizio Oviglia.
Dalla strada provinciale che collega Oliena a Dorgali (Nu) girare a destra alla segnalazione per la Chiesa di Monserrata. Dopo poco, girare a sinistra e poi ancora a sinistra sino alla Funtana Iscàndula dove è consigliabile parcheggiare l’auto, avendo l’accortezza di non interferire con le proprietà locali. Proseguire a piedi per la strada sterrata, ora malridotta, e al primo bivio seguire verso destra, ora quasi in piano. Continuare lungamente, alla fine anche in salita, fino al grosso blocco di roccia (ben visibile dalla provinciale) denominato Preda 'e Littu. Spalle al masso e rivolti verso lo spigolo nord-ovest della Punta Cusidore, seguire la traccia debole a destra che sale verso lo spigolo in modo diretto. Dopo circa mezzora si intercetta il sentiero CAI che si segue fino alla base della via. L’attacco è contraddistinto dalla crestina sinistra che delimita un piccolo anfiteatro a semicerchio (evidente un chiodo lungo il diedrino del primo tiro; visibili anche 2 spit della via “L’ombra della mia mano”, che inizia nel lato destro dell’anfiteatro.). Ore 1.20 dall’auto. Itinerario
1. Salire lungo la crestina, superare una bella fessura-diedro (ch.) e poi per rampe più facili sempre dritti alla sosta con un chiodo dove è possibile integrare con ottimo friend (50 m; IV+ e III+).
2. Continuare per roccette facili fino ad un albero, uscire verso destra e poi sempre dritti fino alla sosta su cengia (a destra di un grande blocco incastrato) con 2 spit (45 m; IV-).
3. Salire la placca sulla destra fino a un chiodo (non visibile dalla sosta), traversare obliquamente verso sinistra rinviando su un’altro chiodo (ottimi appigli per le mani, ma poco per piedi) e poi superare direttamente una placca verticale (possibilità di integrare con 2 friend piccoli su fessura). Per belle placche raggiungere la sosta chiodata (50 m; V+).
4. Salire il diedrino a sinistra e poi continuare dritti per bellissimo diedro e poi placche altrettanto belle (arrampicata particolarmente elegante) fino alla sosta su pianta (50 m; V).
5. Salire sopra la sosta, obliquare logicamente verso destra per scalini e proseguire poi diritti fino alla sosta attrezzata (45 m; III+).
6. Salire la bella fessura sopra la sosta (ch.; possibile integrare con friend grande) e poi continuare verticalmente per fessura fino alla base di un diedro-camino sostando su spit (30 metri, V+).
7. Salire leggermente a destra e poi ritornare un po’ verso sinistra e salire l’impegnativo diedro-camino di roccia ottima (1 bong e poi 2 chiodi sul tratto più impegnativo), uscendo a destra su placca inclinata. Sosta su spit appesi (25 m; V+).
8. Traversare delicatamente a sinistra, riprendendo così la continuazione del diedro-camino che poi si esaurisce su placche fessurate (clessidra). Seguire leggermente a destra e poi dritti (ch.) fino a sostare comodamente su chiodi (50 m; un passaggio di V+ iniziale e poi IV-IV+).
9. Continuare dritti sulla parte terminale destra del pilastro fino a caratteristica placca inclinata in cima al primo pilastro (spit; possibilità di effettuare sosta). Dalla successiva forcelletta, dopo una bella spaccata, superare una parete fessurata leggermente verso destra fino all’inizio di una stretta crestina (50 m, IV).
10. Seguire la crestina, con rocce un po’ rotte, fino alla base di una bella fessura, sostando a un leccio (50 m; III).
11. Salire l’elegante fessura (possibile usare facilmente friend medi) fino in cima all’ultimo pilastro (45 m; IV+). La parete terminale si presenta da questo punto abbastanza ostica e non offre molti punti deboli.
12. Seguire la cresta evidente (presenti alcuni spit e una corda che facilita la discesa finale) fino a una forcella alla base dell’ultimo pilastro (50 m, III).
13. Da questo punto l’ultimo risalto appare concedere dei punti più vulnerabili rispetto al punto di osservazione alla fine del tiro 11. Salire lo spigolo per rampe inclinate e poi seguire un diedro fino a due chiodi vicini (non proseguire fino al successivo chiodo dove sale la via dell’Amicizia dei fratelli Remy). Passare lo spigoletto verso sinistra e, traversando su lista ben ammanigliata, raggiungere la sosta chiodata (25 m; V-).
14. Traversare orizzontalmente a sinistra su gradino, salire qualche metro per fessura e raggiungere un chiodo (nascosto a sinistra e non visibile dalla sosta). Traversare orizzontalmente a sinistra su placche delicate e raggiungere un altro chiodo. Con traversata ancora verso sinistra (spaccata alla fine) si raggiunge una comoda sosta chiodata. (25 m; V+).
15. Salire verticalmente per il diedro soprastante fino ad entrare nel catino terminale dove si sosta su uno spit (25 m; IV+).
16. Salire il diedro sopra la sosta e poi obliquamente verso sinistra fino all’anticima e poi alla cima (50 m; IV e III).
DiscesaDalla cima scendere verso sud, seguendo evidenti ometti (alcuni passaggi di II). Dalla base della parete sud, seguire poi tracce (restando in quota) che conducono alla forcella di Sòvana e poi per sentiero fino alla base dello spigolo. Utilizzare il percorso impiegato per l’accesso fino a raggiungere l’auto. Almeno 2 ore. Materiale
Due mezze corde da almeno 50 metri, 8 rinvii lunghi, qualche moschettone sciolto, cordini-fettucce, protezioni veloci (una serie di dadi, una serie di friend misure da 0.5 a 3 BD), martello e qualche chiodo, casco (non obbligatorio se non ci sono cordate sopra). Portare acqua a sufficienza. Note
Prevedere almeno 6-7 ore per la salita, escluso avvicinamento e discesa.
Guida Monti d'Italia CAI/TCI "Sardegna", di Maurizio Oviglia.
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Bellezza
Primi salitori
Francesco Lamo CAAI
Autore scheda
E. Beber, C. Andreatta, G. Cagnati, 1 ottobre 1973
Lunghezza dislivello
450 metri di dislivello, 650 circa di sviluppo
Quota
1147m
Difficoltà
TD – (difficoltà d’insieme), obbligatorio (difficoltà massima)
Difficoltà obbligatoria
V+
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