La Rava della Giumenta Bianca - Monte Amaro

Eraldo Meraldi, Guida Alpina
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Monte Amaro Maiella: la Rava della Giumenta Bianca, la classica gita di scialpinismo della Maiella
archivio Eraldo Meraldi
Bellezza
Autore scheda
Eraldo Meraldi, Guida Alpina
Versante
Ovest
Dislivello discesa
1528m
Dislivello ferrata
1528m
Quota
2793m
Difficoltà
BSA
Orario
3 - 4 ore a seconda delle condizioni o dell'allenamento
Esposizione salita
Ovest
Esposizione discesa
Ovest
Periodo
inizio inverno - tarda primavera
Partenza
Fonte Fredda, Passo San Leonardo 1265m

Percorso



La Rava della Giumenta Bianca o La Direttissima al Monte Amaro è una classica scialpinistica per eccellenza della Maiella; sicuramente la più conosciuta e frequentata anche da alpinisti. Nevicate solitamente copiose abbinate ad una esposizione occidentale fanno sì che questo interessantissimo itinerario sia fattibile dalle prime nevicate invernali fino a tarda primavera. Tra i vari itinerari scialpinistici che la Maiella offre, questo è indubbiamente il più diretto al Monte Amaro (2793 m) la vetta più alta della Maiella; anche il dislivello di salita e discesa non sono da sottovalutare ed è meglio andarci ben preparati. Il percorso svolgendosi principalmente in un ampio, lungo e ripido canale (30-35°) è da evitare dopo le nevicate o eventi ventosi che vanno ad accumulare neve instabile negli alti pendii della Rava aumentando oggettivamente il pericolo valanghe e quindi soggettivamente il rischio di esporsi.

Accesso generale

Da Sulmona si sale lungo la SS 487 arrivando a Fonte Fredda (1265 m), circa 2 km prima del (Passo) Guado San Leonardo (venendo da Sulmona), nei pressi di una semicurva con un ponticello (km 37,600) si posteggia sulla destra. Da Caramanico Terme si supera il Guado San Leonardo e si prosegue in leggera discesa per circa 2 km fino a Fonte Fredda.

Itinerario

Dal posteggio di Fonte Fredda (1265m) si inizia l’escursione tra macchie e radure seguendo inizialmente un ampio crinale che porta a salire in una bellissima rada faggeta; si continua leggermente verso sinistra e si arriva così alla base dell’ampio ed imponente canalone (ca. 1700 m) incuneato all’inizio nel bosco dove alberi testimoni muti, mettono in mostra che qui le grandi valanghe sono di casa.

Il seguito del percorso è più che evidente e si tratta semplicemente di procedere con ampi diagonali lungo il canalone che si fa via via più ripido (30°), fino a restringersi di poco per poi riaprirsi ad imbuto dove le pendenze si addolciscono momentaneamente; al di sopra incombono delle balze rocciose divise da ripidi e stretti canali.

Allora ci si sposta a destra continuando sull’ampio pendio a lenzuolo che di nuovo si impenna e dove solitamente si trova ancora la neve ghiacciata per l’esposizione più settentrionale. Superato questo tratto più ripido (30-35°) di qualche centinaio di metri, gradualmente le pendenze si addolciscono fino ad arrivare ad una sella (ca. 2600 m) che fa da anticamera ad un vasto ondulato altopiano detto della Femmina Morta; si intuisce o si immagina la desolata bellezza della bianca figura distesa pura ed immortale.

Si prosegue su un breve falsopiano per poi andare verso destra con un lungo diagonale per poi affrontare direttamente il ripido pendio finale che porta, piegando verso sinistra, in breve all’ampio dosso della vetta del Monte Amaro (2793 m).

In vetta un vecchio punto trigonometrico, una croce metallica a struttura aperta colmata di sassi e poco sotto il rosso e a cupola bivacco Pelino. Mi sarebbe piaciuto arrivare su una cima pulita, ma ho avuto modo lo stesso di vedere lontano il mare Adriatico e verso settentrione il gruppo del Gran Sasso; di tante altre montagne, di cui non conosco il nome, rimango affascinato dalle sagome e dalla distante bellezza.

Discesa

Dopo una buona pausa ristoratrice ed una ampia e illuminata visione panoramica a 360°, si affronta la discesa lungo l’itinerario di salita, oppure per i più decisi la discesa diretta dalla Rava.

Il primo tratto esposto a meridione è ripido ma il pianoro sottostante attenua la pendenza e si fa in tranquillità.
Dalla sella in giù è un delirio di sciata, in molti la definiscono una “pista da sci”; direi che la natura è andata oltre ponendo proprio sulle pendici della Maiella la discesa perfetta. Uno scivolo assoluto, armonico, quasi a forma di pesce che si inabissa nelle profondità dell’anima della Maiella.

I più bravi e forti di gambe scendono senza fermarsi mai, poi quelli a cui piace fare un tratto e poi osservare i compagni, chi piace fare quattro curve davanti per poi lasciarsi passare e poi ripassare gli altri, chi fa curve strette e chi larghe, e chi scende in qualche modo cercando di non cadere perché rialzarsi sarebbe ancora più faticoso. Chi invece dopo qualche curva aspetta che passi il mal di gambe per poi ripartire e sentire le gambe ancora indolenzite e impegnarsi a fare più curve possibili con un dolore che attanaglia sempre di più. Chi con la scusa di fermarsi a bere si assapora di nuovo l’orizzonte che si fa via via meno lontano.

Poi ci sono i fotografi e chi fa video e chi risponde al cellulare o chiama per far vivere in diretta la propria euforia; ognuno porta il suo ricordo, ognuno pensa di aver fatto delle curve perfette e c’è anche chi pensa che questa discesa non finisca mai! Infine ma non ultimi, chi sbuffa aspettando la lentezza della propria amata! …e chi invece è felice di essere lì con lei.

Sicuramente tutti in fondo alla Rava volgeranno lo sguardo verso l’alto imprimendo così per sempre nella propria mente questo tratto di Maiella considerandolo ora anche un po’ suo e pensando che forse una discesa così sia più unica che rara.

Materiale

Ramponi, piccozza, rampant





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Eraldo Meraldi, Guida Alpina
Versante
Ovest
Dislivello discesa
1528m
Dislivello ferrata
1528m
Quota
2793m
Difficoltà
BSA
Orario
3 - 4 ore a seconda delle condizioni o dell'allenamento
Esposizione salita
Ovest
Esposizione discesa
Ovest
Periodo
inizio inverno - tarda primavera
Partenza
Fonte Fredda, Passo San Leonardo 1265m

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Posizione



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