L’Ira di Giò - Valneda - Val Daone
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L’Ira di Giò: Valneda - Val Daone
Planetmountain
Bellezza
Primi salitori
Giorgio Tameni con Jeremy Faccini e Luca Tamburini 2014-2015. Libera dei singoli tiri: Giorgio Tameni gennaio 2015. Prima libera integrale: M. Rivadossi 16 febbraio 2021
Autore scheda
Matteo Rivadossi
Versante
NO
Lunghezza dislivello
200m
Quota
1680m
Difficoltà
III, M9+/WI5+, X
Superbo e difficile itinerario di dry-tooling a carattere sportivo aperto nel Gennaio 2014 e ultimato nel Gennaio 2015. Alterna tratti atletici su roccia attrezzati in maniera sicura ad uscite su frange di ghiaccio sospese che richiedono decisione.
La via, per lo più riparata dai forti strapiombi, è esposta a scariche in corrispondenza dell’uscita di tutti i tiri ma soprattutto lungo il canale di L3.
Accesso generale
Raggiungere la Valle di Daone Accesso
Come per L’Ira di Beppe (vedi la guida Ghiaccio Verticale di Francesco Cappellari, Vol.1). Dal parcheggio appena a monte della Locanda alla Paia in località Vermongoi (Val Daone, quota 910 m), imboccare il sentiero della Val Remir (girare a sx al primo tornante) in direzione Malga Staboletto (1h). Raggiunta la forestale, seguirla verso monte per 2,3 km sino al bivio per Malga Valneda (1-1,30h). Per evitare il più possibile eventuali valanghe, si consiglia di seguire il sentiero fino ad un centinaio di metri prima della Malga Valneda (1596 m, ideale per eventuale bivacco) imboccando il bosco senza traccia precisa in direzione Ira di Beppe/Ira di Giò, fino ad uscire sul pendio fino alla base delle stesse (20-30 minuti a seconda delle condizioni, attenzione alle linee di valanga). Dall’auto in totale calcolare dalle 2h in condizioni perfette alle 3 h o più in caso si debba battere traccia.
Attacco: una cinquantina di metri a sx della celeberrima Ira di Beppe, presso scritta con fix e placchetta. Itinerario
L1: dal diedrino stapiombante d’attacco, rimontare una piccola cengia e partire orizzontalmente su tetto (passo chiave) proseguendo su placca sempre fortemente strapiombante e caratterizzata da prese a volte piccole e/o ghiacciate fino alla frangia sospesa. Usciti sulla cengia sotto il secondo strapiombo, si raggiunge la comoda sosta (2 fix, 45 m, M9+/WI4)
L2: obliquare verso dx con passaggio difficile di misto e recuperare una fessura strapiombante. Poi placca con buoni hook fino alla seconda e psicologica frangia sospesa. La sosta è nella nicchia a dx (3 fix, 35 m, M8+/WI5+).
L3: superare brevi muretti di ghiaccio nel canale e raggiungere il terzo scaverno in conserva. Attenzione: tratto esposto a scariche! (no sosta, 70 m, WI3 e pendio nevoso facile)
L4: partire verticalmente al primo spit per poi obliquare a sx su serie di tetti ben fessurati, recuperando il muro verticale che può essere ghiacciato o secco (in questo caso più difficile!) fino ad una stretta ma comoda cengia (sosta su 2 fix, 30 m, M8)
L5: salire il muro di ghiaccio (non sempre collegato ad S4!) poi pendio fino alla pianta. Attenzione: tratto esposto alle scariche! (no cordone, 20 m circa, WI4) Discesa
In 4 comode doppie. La prima da 40 m (o 20 se si evita l’ultimo tiro), la seconda traversando con attenzione il pendio tenendosi a sx fino al larice posto sul pulpito (kevlar con maglia, 30 m), la terza sul L2 (30 m) e la quarta da S1 fino a terra (50 m). Materiale
Materiale fisso: chiodatura a fix da 10 mm con placchette artigianali e molti rinvii fissi lungo tutti i tiri.
Materiale per una ripetizione: qualche vite da ghiaccio, 5 rinvii, consigliate corda singola da 60 m (con cordino di rappello per le doppie) e scarpette da dry. Note
La stupenda zona della Valneda offre itinerari classici e moderni grande impegno e remunerazione. L’esposizione e la quota favoriscono un’ottima condizione del ghiaccio, che spesso risulta salibile fino a tarda stagione ma ciò non deve mai far abbassare l’attenzione sull’innevamento dei canali e quindi sul forte rischio di scariche, spesso innescate dall’irraggiamento centinaia di metri più in alto.
Raggiungere la Valle di Daone Accesso
Come per L’Ira di Beppe (vedi la guida Ghiaccio Verticale di Francesco Cappellari, Vol.1). Dal parcheggio appena a monte della Locanda alla Paia in località Vermongoi (Val Daone, quota 910 m), imboccare il sentiero della Val Remir (girare a sx al primo tornante) in direzione Malga Staboletto (1h). Raggiunta la forestale, seguirla verso monte per 2,3 km sino al bivio per Malga Valneda (1-1,30h). Per evitare il più possibile eventuali valanghe, si consiglia di seguire il sentiero fino ad un centinaio di metri prima della Malga Valneda (1596 m, ideale per eventuale bivacco) imboccando il bosco senza traccia precisa in direzione Ira di Beppe/Ira di Giò, fino ad uscire sul pendio fino alla base delle stesse (20-30 minuti a seconda delle condizioni, attenzione alle linee di valanga). Dall’auto in totale calcolare dalle 2h in condizioni perfette alle 3 h o più in caso si debba battere traccia.
Attacco: una cinquantina di metri a sx della celeberrima Ira di Beppe, presso scritta con fix e placchetta. Itinerario
L1: dal diedrino stapiombante d’attacco, rimontare una piccola cengia e partire orizzontalmente su tetto (passo chiave) proseguendo su placca sempre fortemente strapiombante e caratterizzata da prese a volte piccole e/o ghiacciate fino alla frangia sospesa. Usciti sulla cengia sotto il secondo strapiombo, si raggiunge la comoda sosta (2 fix, 45 m, M9+/WI4)
L2: obliquare verso dx con passaggio difficile di misto e recuperare una fessura strapiombante. Poi placca con buoni hook fino alla seconda e psicologica frangia sospesa. La sosta è nella nicchia a dx (3 fix, 35 m, M8+/WI5+).
L3: superare brevi muretti di ghiaccio nel canale e raggiungere il terzo scaverno in conserva. Attenzione: tratto esposto a scariche! (no sosta, 70 m, WI3 e pendio nevoso facile)
L4: partire verticalmente al primo spit per poi obliquare a sx su serie di tetti ben fessurati, recuperando il muro verticale che può essere ghiacciato o secco (in questo caso più difficile!) fino ad una stretta ma comoda cengia (sosta su 2 fix, 30 m, M8)
L5: salire il muro di ghiaccio (non sempre collegato ad S4!) poi pendio fino alla pianta. Attenzione: tratto esposto alle scariche! (no cordone, 20 m circa, WI4) Discesa
In 4 comode doppie. La prima da 40 m (o 20 se si evita l’ultimo tiro), la seconda traversando con attenzione il pendio tenendosi a sx fino al larice posto sul pulpito (kevlar con maglia, 30 m), la terza sul L2 (30 m) e la quarta da S1 fino a terra (50 m). Materiale
Materiale fisso: chiodatura a fix da 10 mm con placchette artigianali e molti rinvii fissi lungo tutti i tiri.
Materiale per una ripetizione: qualche vite da ghiaccio, 5 rinvii, consigliate corda singola da 60 m (con cordino di rappello per le doppie) e scarpette da dry. Note
La stupenda zona della Valneda offre itinerari classici e moderni grande impegno e remunerazione. L’esposizione e la quota favoriscono un’ottima condizione del ghiaccio, che spesso risulta salibile fino a tarda stagione ma ciò non deve mai far abbassare l’attenzione sull’innevamento dei canali e quindi sul forte rischio di scariche, spesso innescate dall’irraggiamento centinaia di metri più in alto.
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Bellezza
Primi salitori
Giorgio Tameni con Jeremy Faccini e Luca Tamburini 2014-2015. Libera dei singoli tiri: Giorgio Tameni gennaio 2015. Prima libera integrale: M. Rivadossi 16 febbraio 2021
Autore scheda
Matteo Rivadossi
Versante
NO
Lunghezza dislivello
200m
Quota
1680m
Difficoltà
III, M9+/WI5+, X
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