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Cascate de Fanes - Val di Fanes - sentiero dei canyons e cascate: @ Enrico Maioni
Planetmountain
Bellezza
Autore scheda
Enrico Maioni, Guida Alpina
Lunghezza dislivello
9.5km
Dislivello salita
700m
Dislivello discesa
700m
Quota
1400m
Orario
1 giornata per l’intero percorso
Periodo
Da Giugno a Novembre. In primavera – inizio estate, grazie al disgelo, i torrenti e le cascate sono spettacolarmente ricchi d’acqua.
Frequentazione
Media
Partenza
Pian de Loa, Cortina d'Ampezzo
Arrivo
Pian de Loa, Cortina d'Ampezzo
Questa escursione, altamente panoramica e spettacolare seppure si sviluppi in forre e valli profonde, conduce alla confluenza delle valli di Fanes, Travenanzes e Ra Vales, a nord di Cortina, collegando alcuni siti di grandiosa imponenza paesaggistica e idrogeologica.
Il susseguirsi di pozze, cateratte e cascate che caratterizza tutto il corso del Rio Fanes è di una bellezza straordinaria e le Cascate Basse di Fanes sono fra le più alte e copiose delle Dolomiti.
Il percorso si snoda nel cuore del Parco delle Dolomiti d’Ampezzo, presenta tratti di diversa difficoltà e impegno ed è affrontabile a stralci o in un’unica soluzione di continuità, in parte anche da famiglie con bambini, è dotato di diversi punti di vista panoramici e di tratti attrezzati con funi metalliche nei punti più esposti e delicati.
Il percorso si può compiere in due sensi: io consiglio di percorrerlo in senso antiorario, ed è così che sarà descritto.
Il susseguirsi di pozze, cateratte e cascate che caratterizza tutto il corso del Rio Fanes è di una bellezza straordinaria e le Cascate Basse di Fanes sono fra le più alte e copiose delle Dolomiti.
Il percorso si snoda nel cuore del Parco delle Dolomiti d’Ampezzo, presenta tratti di diversa difficoltà e impegno ed è affrontabile a stralci o in un’unica soluzione di continuità, in parte anche da famiglie con bambini, è dotato di diversi punti di vista panoramici e di tratti attrezzati con funi metalliche nei punti più esposti e delicati.
Il percorso si può compiere in due sensi: io consiglio di percorrerlo in senso antiorario, ed è così che sarà descritto.
Accesso generale
Raggiungere Cortina d’Ampezzo. Accesso
Da Cortina d’Ampezzo prendere la SS51 in direzione nord. Tre sono i possibili accessi al percorso che inizia e termina nei pressi del secondo Ponte de Pian de Loa, sul Rio Fanes.
1. Il primo, il più semplice ma non il più breve, parte dall’entrata del Parco del Ponte Felizon, a nord di Fiames e si sviluppa per quasi due chilometri su strada asfaltata e semipianeggiante.
Gli altri accessi partono invece dal tornante al chilometro 11,2 della strada di Alemagna, il cosiddetto "Torniché" (dove inizia la stradina che porta a Malga Ra Stua) e sono leggermente più brevi del primo.
2. Il secondo si abbassa direttamente dal parcheggio accanto al tornante, verso ovest nel bosco, per raggiungere Pian de Loa all’altezza del primo ponte sul Boite.
3. Il terzo, più panoramico, dal parcheggio poco sopra il tornante scende verso nord-ovest, per poi passare il Boite allo sbocco della forra della Costa dei Siè e proseguire attraversando tutto il Pian de Loa, fino all’inizio del percorso ad anello. Itinerario
Il percorso é morfologicamente suddiviso in tre parti: la risalita del Rio Fanes, l’attraversamento della bassa Val Travenanzes e la risalita del Ru de Ra Vales. Da ognuno di questi tratti é possibile rientrare al Ponte Outo e a Pian de Loa.
Prima parte
Dal Pian de Loa ci s’inoltra nel bosco tralasciando a sinistra l’indicazione per il Ponte Alto e si prosegue per sentiero, sempre seguendo la sinistra idrografica del Rio Fanes. Costeggiando la piana sul margine inferiore e passando vicino a due maestosi abeti secolari ("ra ciòces") si sale verso le pendici del Taburlo fino a giungere sull’orlo della forra del Rio Fanes e, poco più su, all’esposto belvedere sulle Cascate Basse.
Qui ha inizio la discesa nella forra e il tratto più impegnativo del percorso: chi non si sente di affrontare questo tratto salire al Ponte Outo sul versante opposto, seguendo la strada sterrata della Val di Fanes.
Una volta disceso il canalino a strette serpentine, si costeggia la base del salto maggiore della cascata e si risale verso destra un canalone laterale, racchiuso fra pareti rosse e strapiombanti (passaggio delicato attrezzato con corda metallica).
Le nicchie rocciose sulle pareti più ombrose sono l’habitat di una delle specie più maestose e minacciate di rapaci: il Gufo Reale (Bubo bubo).
Sulle medesime pareti, preferibilmente sotto agli strapiombi, ma in esposizione opposta, ovvero sui versanti più soleggiati e caldi, è facile avvistare un piccolo uccello rosso e grigio scuro, dal becco sottile e allungato; si tratta del picchio muraiolo (Tichodroma muraria).
cascate basse
Si torna quindi verso sinistra per valicare una stretta forcella e passare suggestivamente dietro al salto superiore della cascata; dopo l’emozionante attraversata della cascata, il percorso, attrezzato con corde fisse, prosegue salendo fino alla sommità del versante opposto della gola (punto di sosta con panchine) e alla stradina sterrata della Valle di Fanes (per la quale è possibile far ritorno al Pian de Loa).
S’imbocca ora la scorciatoia di Fanes (sentiero n° 10) e, dopo una breve salita, si scende a destra per attraversare il Rio Fanes su una prima passerella; il sentiero sale ora sulla sinistra orografica a strette serpentine; dopo aver passato un piccolo ghiaione, si torna ad attraversare il torrente su un secondo ponte, alla base di una rampa dove il Rio Fanes forma una lunga e spettacolare cateratta (possibilità di rientro sul sentiero n° 10).
Si prosegue vicini alla sponda del torrente, ora attraverso bosco fitto, ora più rado e coperto da mirtilli. In breve si giunge alla base dell’ultimo e spettacolare balzo, lo "Sbarco de Fanes"; un breve percorso attrezzato, evitabile con un sentiero a sinistra, consente di passare inaspettatamente lungo una cengia dietro alla cascata, risalire per pochi metri e arrivare infine al termine del primo tratto dell’itinerario.
Chi lo desidera può da qui scendere a Pian de Loa tornando al Ponte Outo per la scorciatoia n° 10 o per la strada principale.
Seconda e terza parte
Volendo proseguire in Val Travenanzes, dopo essere scesi per la strada sterrata per circa un chilometro, s’imbocca un sentiero a destra (attenzione alla tabella); passando attraverso il bosco di Progoito, segnato da molte trincee, si scende a valicare la forra del Rio Travenanzes sul "Ponte di Acquarone".
Risaliti brevemente sulla destra orografica, si raggiunge il sentiero n° 401 della Val Travenanzes; si consiglia di seguirlo verso monte per qualche centinaia di metri, fino alla base del "Landro", dove si trova un interessante riparo sottoroccia. Tornati sui propri passi, si attraversa il Bosco dei Cadorìs fino al guado del Ru de Ra Ola. Da qui è possibile un agevole eventuale rientro al Ponte Outo attraverso il sottostante Ponte dei Cadorìs e il Cason dei Lagusciéi.
Ignorando la discesa appena citata e anche il sentiero n° 408 per il Passo Posporcora, si prosegue orizzontalmente lungo una trincea, per avvicinarsi alla forra del Ru de Ra Vales; dopo una breve salita fra i mirtilli si entra nella forra attraverso un varco, si supera una zona con blocchi rocciosi e si risale la valle fino alla base di una bella cascata. Una serpentina lungo un ripido canale verso destra consente di riguadagnare il bordo superiore della forra e il sentiero n° 408, che va seguito verso sinistra. Poco prima di giungere al Ponte sul Ru de Ra Vales, una breve deviazione a sinistra consente di ammirare una spettacolare sequenza di marmitte di evorsione sul fondo del torrente.
Dal bivio posto in prossimità del ponte, la chiusura dell’anello si compie scendendo a destra per il sentiero della Ria Longa, costeggiando le pendici occidentali del Col Rosà. Il sentiero conduce nuovamente alla strada della Val di Fanes e, un chilometro più a valle, al Ponte di Pian de Loa sul Rio Fanes.
Ora non rimane che tornare al parcheggio al Ponte del Felizon o risalire a quello del Torniché. Materiale
Normale dotazione da via ferrata se si intende affrontare i tratti attrezzati. Note
LUNGHEZZA
Otto chilometri ad anello dal bivio di Pian de Loa, più un chilometro e mezzo di avvicinamento dall’entrata del Parco del Ponte Felizon, oppure un chilometro dal parcheggio di Sant’Ubero ("Tornichè"). Complessivamente 9 – 9,5 chilometri.
Per il giro completo é richiesta un’intera giornata; il primo o il secondo anello, con rientro dal Bus de l’Orso o dal Ponte dei Cadorìs, se svolti singolarmente, richiedono una buona mezza giornata. Cartografia
Carta topografica Tabacco – scala 1:25.000 n° 03 – Cortina d’Ampezzo e Dolomiti Ampezzane.
Tutte le notizie qui riportate sono state tratte dall’opuscolo "Sentiero delle cascate e dei canyons", scritto dal Dott. Michele Da Pozzo, direttore del Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo.
Un altro articolo su questo itinerario é stato scritto dall’amico Alberto De Giuli. Difficoltà
Sono presenti cinque brevi tratti attrezzati con fune metallica, che richiedono l’opportuno equipaggiamento da ferrata. Tre tratti attrezzati si trovano in corrispondenza delle Cascate Basse, uno allo Sbarco di Fanes ed uno alla Cascata del Ru de Ra Vales.
E’ possibile effettuare comunque tutto il percorso aggirando i tratti attrezzati, passando all’andata per il Ponte Outo ed evitando l’attraversamento delle Cascate Basse.
Sono comunque da evitare i periodi con forti temporali, per possibilità di improvvise onde di piena e i periodi invernali, che presentano dei tratti ghiacciati proprio in corrispondenza di alcuni punti esposti.
Considerando che l’itinerario presenta dei tratti di sentiero i esposizione, seppure con sezione larga e fondo non scivoloso, é richiesta assenza di vertigini.
DISLIVELLO
600 o 700 metri complessivi in salita, a seconda che si eviti il sentiero ferrato delle Cascate Basse o lo si intraprenda.
Se l’intero percorso viene suddiviso in due escursioni distinte, si affrontano 300 o 400 metri di dislivello per la Val Di Fanes ed altri 300 metri per le valli di Travenanzes e Ra Vales.
Raggiungere Cortina d’Ampezzo. Accesso
Da Cortina d’Ampezzo prendere la SS51 in direzione nord. Tre sono i possibili accessi al percorso che inizia e termina nei pressi del secondo Ponte de Pian de Loa, sul Rio Fanes.
1. Il primo, il più semplice ma non il più breve, parte dall’entrata del Parco del Ponte Felizon, a nord di Fiames e si sviluppa per quasi due chilometri su strada asfaltata e semipianeggiante.
Gli altri accessi partono invece dal tornante al chilometro 11,2 della strada di Alemagna, il cosiddetto "Torniché" (dove inizia la stradina che porta a Malga Ra Stua) e sono leggermente più brevi del primo.
2. Il secondo si abbassa direttamente dal parcheggio accanto al tornante, verso ovest nel bosco, per raggiungere Pian de Loa all’altezza del primo ponte sul Boite.
3. Il terzo, più panoramico, dal parcheggio poco sopra il tornante scende verso nord-ovest, per poi passare il Boite allo sbocco della forra della Costa dei Siè e proseguire attraversando tutto il Pian de Loa, fino all’inizio del percorso ad anello. Itinerario
Il percorso é morfologicamente suddiviso in tre parti: la risalita del Rio Fanes, l’attraversamento della bassa Val Travenanzes e la risalita del Ru de Ra Vales. Da ognuno di questi tratti é possibile rientrare al Ponte Outo e a Pian de Loa.
Prima parte
Dal Pian de Loa ci s’inoltra nel bosco tralasciando a sinistra l’indicazione per il Ponte Alto e si prosegue per sentiero, sempre seguendo la sinistra idrografica del Rio Fanes. Costeggiando la piana sul margine inferiore e passando vicino a due maestosi abeti secolari ("ra ciòces") si sale verso le pendici del Taburlo fino a giungere sull’orlo della forra del Rio Fanes e, poco più su, all’esposto belvedere sulle Cascate Basse.
Qui ha inizio la discesa nella forra e il tratto più impegnativo del percorso: chi non si sente di affrontare questo tratto salire al Ponte Outo sul versante opposto, seguendo la strada sterrata della Val di Fanes.
Una volta disceso il canalino a strette serpentine, si costeggia la base del salto maggiore della cascata e si risale verso destra un canalone laterale, racchiuso fra pareti rosse e strapiombanti (passaggio delicato attrezzato con corda metallica).
Le nicchie rocciose sulle pareti più ombrose sono l’habitat di una delle specie più maestose e minacciate di rapaci: il Gufo Reale (Bubo bubo).
Sulle medesime pareti, preferibilmente sotto agli strapiombi, ma in esposizione opposta, ovvero sui versanti più soleggiati e caldi, è facile avvistare un piccolo uccello rosso e grigio scuro, dal becco sottile e allungato; si tratta del picchio muraiolo (Tichodroma muraria).
cascate basse
Si torna quindi verso sinistra per valicare una stretta forcella e passare suggestivamente dietro al salto superiore della cascata; dopo l’emozionante attraversata della cascata, il percorso, attrezzato con corde fisse, prosegue salendo fino alla sommità del versante opposto della gola (punto di sosta con panchine) e alla stradina sterrata della Valle di Fanes (per la quale è possibile far ritorno al Pian de Loa).
S’imbocca ora la scorciatoia di Fanes (sentiero n° 10) e, dopo una breve salita, si scende a destra per attraversare il Rio Fanes su una prima passerella; il sentiero sale ora sulla sinistra orografica a strette serpentine; dopo aver passato un piccolo ghiaione, si torna ad attraversare il torrente su un secondo ponte, alla base di una rampa dove il Rio Fanes forma una lunga e spettacolare cateratta (possibilità di rientro sul sentiero n° 10).
Si prosegue vicini alla sponda del torrente, ora attraverso bosco fitto, ora più rado e coperto da mirtilli. In breve si giunge alla base dell’ultimo e spettacolare balzo, lo "Sbarco de Fanes"; un breve percorso attrezzato, evitabile con un sentiero a sinistra, consente di passare inaspettatamente lungo una cengia dietro alla cascata, risalire per pochi metri e arrivare infine al termine del primo tratto dell’itinerario.
Chi lo desidera può da qui scendere a Pian de Loa tornando al Ponte Outo per la scorciatoia n° 10 o per la strada principale.
Seconda e terza parte
Volendo proseguire in Val Travenanzes, dopo essere scesi per la strada sterrata per circa un chilometro, s’imbocca un sentiero a destra (attenzione alla tabella); passando attraverso il bosco di Progoito, segnato da molte trincee, si scende a valicare la forra del Rio Travenanzes sul "Ponte di Acquarone".
Risaliti brevemente sulla destra orografica, si raggiunge il sentiero n° 401 della Val Travenanzes; si consiglia di seguirlo verso monte per qualche centinaia di metri, fino alla base del "Landro", dove si trova un interessante riparo sottoroccia. Tornati sui propri passi, si attraversa il Bosco dei Cadorìs fino al guado del Ru de Ra Ola. Da qui è possibile un agevole eventuale rientro al Ponte Outo attraverso il sottostante Ponte dei Cadorìs e il Cason dei Lagusciéi.
Ignorando la discesa appena citata e anche il sentiero n° 408 per il Passo Posporcora, si prosegue orizzontalmente lungo una trincea, per avvicinarsi alla forra del Ru de Ra Vales; dopo una breve salita fra i mirtilli si entra nella forra attraverso un varco, si supera una zona con blocchi rocciosi e si risale la valle fino alla base di una bella cascata. Una serpentina lungo un ripido canale verso destra consente di riguadagnare il bordo superiore della forra e il sentiero n° 408, che va seguito verso sinistra. Poco prima di giungere al Ponte sul Ru de Ra Vales, una breve deviazione a sinistra consente di ammirare una spettacolare sequenza di marmitte di evorsione sul fondo del torrente.
Dal bivio posto in prossimità del ponte, la chiusura dell’anello si compie scendendo a destra per il sentiero della Ria Longa, costeggiando le pendici occidentali del Col Rosà. Il sentiero conduce nuovamente alla strada della Val di Fanes e, un chilometro più a valle, al Ponte di Pian de Loa sul Rio Fanes.
Ora non rimane che tornare al parcheggio al Ponte del Felizon o risalire a quello del Torniché. Materiale
Normale dotazione da via ferrata se si intende affrontare i tratti attrezzati. Note
LUNGHEZZA
Otto chilometri ad anello dal bivio di Pian de Loa, più un chilometro e mezzo di avvicinamento dall’entrata del Parco del Ponte Felizon, oppure un chilometro dal parcheggio di Sant’Ubero ("Tornichè"). Complessivamente 9 – 9,5 chilometri.
Per il giro completo é richiesta un’intera giornata; il primo o il secondo anello, con rientro dal Bus de l’Orso o dal Ponte dei Cadorìs, se svolti singolarmente, richiedono una buona mezza giornata. Cartografia
Carta topografica Tabacco – scala 1:25.000 n° 03 – Cortina d’Ampezzo e Dolomiti Ampezzane.
Tutte le notizie qui riportate sono state tratte dall’opuscolo "Sentiero delle cascate e dei canyons", scritto dal Dott. Michele Da Pozzo, direttore del Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo.
Un altro articolo su questo itinerario é stato scritto dall’amico Alberto De Giuli. Difficoltà
Sono presenti cinque brevi tratti attrezzati con fune metallica, che richiedono l’opportuno equipaggiamento da ferrata. Tre tratti attrezzati si trovano in corrispondenza delle Cascate Basse, uno allo Sbarco di Fanes ed uno alla Cascata del Ru de Ra Vales.
E’ possibile effettuare comunque tutto il percorso aggirando i tratti attrezzati, passando all’andata per il Ponte Outo ed evitando l’attraversamento delle Cascate Basse.
Sono comunque da evitare i periodi con forti temporali, per possibilità di improvvise onde di piena e i periodi invernali, che presentano dei tratti ghiacciati proprio in corrispondenza di alcuni punti esposti.
Considerando che l’itinerario presenta dei tratti di sentiero i esposizione, seppure con sezione larga e fondo non scivoloso, é richiesta assenza di vertigini.
DISLIVELLO
600 o 700 metri complessivi in salita, a seconda che si eviti il sentiero ferrato delle Cascate Basse o lo si intraprenda.
Se l’intero percorso viene suddiviso in due escursioni distinte, si affrontano 300 o 400 metri di dislivello per la Val Di Fanes ed altri 300 metri per le valli di Travenanzes e Ra Vales.
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Enrico Maioni, Guida Alpina
Lunghezza dislivello
9.5km
Dislivello salita
700m
Dislivello discesa
700m
Quota
1400m
Orario
1 giornata per l’intero percorso
Periodo
Da Giugno a Novembre. In primavera – inizio estate, grazie al disgelo, i torrenti e le cascate sono spettacolarmente ricchi d’acqua.
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