Piccolo Half Dome
L’Half Dome, la mezza cupola, è una delle più riconoscibili e sorprendenti montagne della Yosemite Valley in California. Chi sale il sentiero sopra il Cimitero di Noasca, dopo circa mezz’ora può intravvedere una struttura rocciosa che da lontano ricorda la famosa montagna americana. Le dimensioni sono ben diverse, il Piccolo Half Dome della Valle dell’Orco è esattamente in scala 1:10. L’originale ha pareti di 600 metri, la versione nostrana non supera i 70 metri sul lato Sud.
Cosa rara per una parete di granito, Il Piccolo Half Dome si presta magnificamente ad una scalata in stile falesia, con monotiri naturali di grande bellezza e brevi vie multipitch di respiro scenografico. Volendo, il primo tiro delle vie multipitch si può scalare come monotiro. Consigliamo comunque di percorrere le vie nella loro interezza, spesso completano l’esperienza in un ambiente spettacolare.
Ci auguriamo che il Piccolo Half Dome e le pareti limitrofe possano rappresentare una buona alternativa alle splendide falesie Trad, di respiro internazionale, dei cugini dell’Ossola. La caratteristica più evidente della nostra falesia diffusa, che la rende particolarmente interessante è la grande varietà dei tiri e di stili. Dai muri fessurati fino ai tetti strapiombanti Trad della Seconda Torre, un insieme prezioso di rarità naturali.
Lo stile è vario, dalle vie interamente Trad a quelle miste. Tutto il campionario della rude scalata sul granito è rappresentata. Gli apritori Andrea Giorda e Claudio Battezzati hanno scommesso più sulla qualità che sulla quantità, privilegiando le linee naturali più evidenti.
Anche i palati più esigenti saranno sorpresi da alcune vie che hanno richiesto solo un’accurata pulizia e una sosta, come la Piccola Disperazione, fessura diagonale simile alla più grande del Sergent o il tiro simbolo sulla pala della parete Sud, Il Clandestino. Ma anche le lunghezze miste non deludono come Kalos Kai Agathos, che unisce in armonia assoluta la placca e la fessura o l’aereo Eperon du Bloc Coincè.
I Gradi
I gradi sono da definire con le future ripetizioni, ma in luoghi come questo sono quasi superflui, occorrerebbe concentrarsi sulla bellezza del posto e sulla entusiasmante sensazione che il granito della Valle dell’Orco sa regalare, l’aspetto sportivo/prestazionale è secondario.
Viviamo subissati di informazioni, lasciare spazio alla valutazione personale e all’avventura non garantirà sempre il successo sui tiri ma regalerà forse qualche emozione in più. Evitiamo anche di dare precise sulle misure dei friend, così come non vogliamo conoscere il finale di un film, concediamo qualcosa all’intuizione e all’immaginazione. Vorremmo che chi arriva in questo posto potesse scoprire le vie, seppur ora pulite e con soste, così come le abbiamo scoperte noi.
La falesia diffusa si sviluppa oltre che sul Piccolo Half Dome anche sulle vicine Prima e Seconda Torre di Noasca.
Come per le Noasca Towers, si parcheggia al cimitero e si esce a piedi sulla strada e presa la direzione per Ceresole si svolta subito a destra ad una frazione da cui parte il sentiero segnato con bolli rossi. Giunti nel canale principale del Rio Arianas, per le Torri si sale invece per il Piccolo Half Dome si scende brevemente in diagonale seguendo sempre i bolli rossi, un passaggio spettacolare (attenzione esposto) supera le balze rocciose a destra del canale, per puntare deciso alla parete della falesia. 45/50 minuti dal parcheggio del cimitero.
Chi ha tante energie e tiri nelle mani può raggiungere la falesia scalando la Prima Torre di Noasca. Dalla cima si scende per pochi minuti sotto grandi tetti e si supera il canale erboso che separa la Seconda Torre dal Piccolo Half Dome.
Per il settore Puppenhaus, prima di giungere al Piccolo Half Dome, si devia su una cengia a sinistra che porta alla base dei diedri evidenti della Prima Torre.
PeriodoLa quota modesta (1300 metri) e le diverse esposizioni permettono di scalare tutto l’anno, se non c’è neve e le temperature lo consentono. L’esposizione è Sud ed Ovest. La vie della falesia seguono perlopiù linee naturali che tendono a bagnarsi con piogge frequenti. Occorre un periodo ragionevolmente asciutto per percorrere tutti i tiri.
NoteLe linee di scalata sono distribuite su tre strutture, il Piccolo Half Dome, la Seconda Torre di Noasca e la Prima Torre di Noasca. Placchette in alluminio segnalano il punto di partenza delle vie.
Per una esperienza totale, è possibile trovare agevole sistemazione da bivacco al riparo degli enormi tetti alla base della Seconda Torre , denominato ironicamente Hotel G&B dalle iniziali del cognome degli apritori. È sufficiente materassino e sacco a pelo, non accendere fuochi liberi e portare rifiuti a valle. L’acqua la si trova per gran parte dell’anno nel canale a ds, guardando la parete, del Piccolo Half Dome.
I gradi, come già detto non sono indicati, per agevolare chi è alle prime armi e vuole comunque conoscere e godere di questo luogo, suggeriamo le vie sul grado 6 che sono : Regular Route, Desaparecido, Puppenhaus e un gradino superiore Kalos Kai Agathos. Attenzione, il grado francese non dice tutto, non sottovalutate che si tratta di vie dove occorre comunque capacità di proteggersi con Friend e nut.
Tutte le vie sono state realizzate da Andrea Giorda e Claudio Battezzati da ottobre 2023 a maggio 2024, salvo eccezioni segnalate nel testo.
Consigliamo due serie complete di friend e una di nut, una serie di rinvii, corda da 80 metri, gri gri e discensore per le vie di più tiri. Occorre ovviamente anche attrezzatura specifica, come rinvii con cordini allungabili per evitare di ritrovarsi bloccati con le corde che non scorrono.
Nella scalata Trad la capacità di valutare la tenuta delle protezioni fa parte delle difficoltà da superare. In ogni caso, consigliamo, in particolare a chi non è molto esperto, di valutare con estrema prudenza il limite al quale spingersi. Non si confonda poi la scalata Trad esclusivamente con la scalata in fessura.
L’insieme delle vie, se fossero una sopra all’altra, comporrebbero una splendida big wall di molte centinaia di metri, occorre dunque molta prudenza, perché anche lo splendido granito della Valle Orco, specie dopo le pogge, si assesta, obbligatorio il casco e la massima attenzione.
N° | Nome | Altezza | Bellezza | Difficoltà |
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1 | Piccola Disperazione | |||
Spettacolare regalo della natura, una fessura sale come la sorella maggiore con andamento da destra a sinistra fino in cima alla parete. Tiro interamente Trad, per disattrezzarla si consiglia di percorrerla in top rope. La partenza spesso è umida, in Galles, regno del Trad, nessuno ci farebbe caso, basta superare i primi metri per un viaggio indimenticabile. Da non perdere. |
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2 | Regular Route | |||
Celebre nome ripreso dal vero Half Dome. Bellissima linea che cerca la minor resistenza della parete. Tiro interamente Trad. Dove la fessura si dirama la via va a sinistra. Difficoltà di base. |
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3 | Kalos Kai Agathos | |||
La citazione in greco riassume bene la grande armonia e il respiro di questo tiro che unisce la placca e la fessura. Tiro misto, finita la placca non ci sono più spit fino in sosta. Tenersi sempre sulle fessure a sinistra, il diedro a destra ha roccia instabile. Non semplice, ma difficoltà abbordabili. |
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4 | Eperon du Bloc Coincè | |||
Elegante scalata sul filo dello sperone, che a metà si caratterizza per un grande blocco incastrato. La prima metà più difficile protetta a spit, poi dal blocco fino in catena scalata Trad a completare l’estetica del tiro. |
N° | Nome | Altezza | Bellezza | Difficoltà |
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5 | Me Gustas tu | |||
L1: dopo una partenza Trad su un tetto fessurato che richiede una certa perizia e attenzione, si sbuca su una oceanica placca, protetta a spit (i primi tre si possono saltare se si ha confidenza con le protezioni veloci, inizialmente erano fessure intasate dall’erba). La scalata si fa sempre più difficile in crescendo, fino in catena. Se si vuole scalare il secondo tiro, non fermarsi alla prima sosta ma andare alla sosta successiva al termine della cengia S2 |
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6 | Bongo Bong | |||
L1: partenza Trad poi muretto difficile con 2 spit, roccia un po’ friabile che ha richiesto di consolidare due prese naturali che non avrebbero retto il passaggio. Poi si segue la fessura di roccia bellissima (Trad) fin sopra il tetto, stile rude e spettacolare. |
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7 | Orcoextreme (Project) | |||
Linea Trad futuristica (forse più di una). Sarà pane per gli specialisti trovare la soluzione per scalare in libera questo magnifico muro solcato da piccole crepe e fessure. Chi vuole provare si faccia avanti, senza mettere spit please ;-) se non la sosta, che possiamo fornire noi. |
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8 | Clandestino | |||
L1: Tiro spettacolare e da manuale nella scala alta delle difficoltà, interamente Trad. La linea maestra si snoda su due fessure parallele (a tratti sfuggenti) che solcano un magnifico muro di granito rossastro leggermente inclinato. Se si fa unicamente il primo tiro fermarsi alla prima sosta, se si vuole percorrere l’intera via, proseguire sulla placca appoggiata fino alla sosta successiva con due spit da collegare. |
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9 | Desaparecido | |||
L1: Curiosa fessura che parte di mano per poi allargarsi in stile off-width. Molto scenografica e di difficoltà di base. Trad. |
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10 | Extrema Ratio | |||
Unico tiro attrezzato interamente a spit. Bel muro a piccole prese. |
N° | Nome | Altezza | Bellezza | Difficoltà |
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1 | Noasca Towers Gran Traversata | |||
È il primo tiro della Seconda Torre della Gran Traversata delle Noasca Towers. Sulla linea vecchi spit messi da anonimo nei primi anni ’90, da ignorare per chi vuole scalare Trad questo incredibile tiro, ora ripulito e caratterizzato da stranissime fessure orizzontali! Giunti allo spit nuovo girare lo spigolo e raggiungere la sosta per calata. Per disattrezzare consigliato che lo salga un secondo in Top rope. Volendo, invece di calarsi, con altri due tiri a spit si raggiunge la cima della Seconda Torre e poi con due doppie sul lato sud (non sulla via!) si guadagna la base. |
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2 | Il Volo dell’Aquila | |||
Già scalata da Carlo Cassine e Sandro Zuccon con mezzi tradizionali (A3) nel 1981. Attualmente un po’ lichenata, ripetuta recentemente da Filippo Ghilardini. L’attrezzatura a spit è opera di Giuseppe Petrassi, Giampiero Dematteis, Marcellino Merlo nel 2001.Termina in cima accanto ad un pino monumentale. La linea protetta a chiodi e spit con soste collegate con vecchi cordini, interessante. |
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3 | Bolted Crack | |||
Curioso sistema di piccole fessure che termina su un tetto orizzontale con buoni incastri. Spittata nei primi anni ’90 da un chiodatore non identificato. Consigliata solo con protezioni veloci. Nel 2024 durante i lavori è stata riscoperta, ripulita e messa la sosta che mancava. Il nome che la descrive è di nostra fantasia, per rispetto a chi ha tentato il tiro, ad ora, non sono stati rimossi gli spit. In futuro si vedrà. Intanto, in linea con lo stile della falesia si può non usarli. |
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4 | No Bolted Crack | |||
Speculare alla precedente. Linea interamente Trad. La fessurina centrale richiede attenzione. Spesso umida |
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5 | Now and Then | |||
Scalata super fisica su tetto fessurato, uscita delicata. Interamente Trad |
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6 | Il Traverso infinito | |||
Un gioco per allenarsi a mettere friend in traverso. Alla base dei tetti una lunghissima fessura orizzontale traversa tutta la parete a partire da Now and Then. Con un po’ di ironia… la versione Trad della traversata Gary Hemming in Calanques. |
N° | Nome | Altezza | Bellezza | Difficoltà |
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1 | Grave Digger | |||
Impegnativo, richiede perizia per proteggersi in uscita. Possibile provarlo preventivamente in Top Rope raggiungendo la sosta da Puppenhaus. |
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2 | Puppenhaus | |||
Molto scenografico, difficoltà abbordabili. |
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3 | Do it well | |||
Tiro in camino off width, molto breve ma divertente. Fessura sul muro per proteggersi. |
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4 | Chicken Wings | |||
Brevissimo tiro su fessura larga, sosta in comune con la precedente.
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