Ueli Steck top speed sullo Shisha Pangma
Il 17/04/2011 lo svizzero Ueli Steck è salito in tempo record in cima allo Shisha Pangma (8027m), Tibet.
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Lo svizzero Ueli Steck in Himalaya
arch. Ueli Steck
Dopo un mese di acclimatamento trascorso nel Khumbu, ecco l'inizio fulminante: lo svizzero Ueli Steck ha salito in dieci ore e mezza lo Shisha Pangma (8027m) la quattordicesima cima più alta del mondo.
Per ora ci sono pochi dettagli ma una cosa è certa (e scontata trattandosi di Ueli Steck): la salita è stata molto veloce. Infatti, approfittando di una breve finestra di bel tempo, sabato alle 22:30 Steck è partito dal campo base avanzato a 5800m ed ha salito la parete sud-ovest fino in cima impiegando 10 ore e mezza, mentre 20 ore dopo la partenza era già rientrato nel campo base. La salita blitz è stata effettuata in solitaria, dopo il saggio forfait del compagno Don Bowie che non si sentiva perfettamente acclimatato.
Volendo dare dei riferimenti la corsa di Steck ha avuto il ritmo di 212 metri di dislivello all'ora. E questo fa ben capire, rispetto ai super record dell'alpinista svizzero (2 ore e 47' per l'Eiger, 2:21 per le Grandes Jorasses e 1:56 per il Cervino) quanto il fattore delle altissime quote himalayane sia rilevante. Inoltre, per comprendere meglio la performance, occorrerebbe sapere se la salita è avvenuta per una via nuova... Ma anche se non lo fosse si può senz'altro dire che il progetto di salite in velocità sugli Ottomila di Steck è iniziato benissimo.
Tanto che, come ci ha confermato Simone Moro (che in un primo tempo doveva essere anche lui della partita) la salita di Steck: "E' strepitosa. Non è solo la più veloce della parete sud dello Shisha, ma anche la seconda più veloce di un 8000 dopo quella realizzata da Denis Urubko al Ghasherbrum II. Quella volta Denis ha impiegato 7 ore e mezza per arrivare in cima ed è disceso in 4 ore, il tutto partendo da 5900m. C'è da considerare però che ha trovato il G2 attrezzato. Mentre Ueli probabilmente no, e la sud dello Shisha è tecnicamente più impegnativa... E' chiaro poi "ha aggiunto Moro "che se Ueli fosse anche salito per una via nuova il tutto acquisterebbe una dimensione ancora più grande...".
Ricordiamo che lo Shisha Pangma è il terzo Ottomila di Ueli Steck, dopo il Gasherbrum II nel luglio 2009 e il Makalu nel settembre 2009. Ma per i due alpinisti non c'è tempo per i festeggiamenti: hanno già gli occhi puntati sul prossimo obiettivo, la parete nord del Cho Oyu (8201m). Naturalmente da salire in stile Ueli Steck, cioè a velocità record.
Per ora ci sono pochi dettagli ma una cosa è certa (e scontata trattandosi di Ueli Steck): la salita è stata molto veloce. Infatti, approfittando di una breve finestra di bel tempo, sabato alle 22:30 Steck è partito dal campo base avanzato a 5800m ed ha salito la parete sud-ovest fino in cima impiegando 10 ore e mezza, mentre 20 ore dopo la partenza era già rientrato nel campo base. La salita blitz è stata effettuata in solitaria, dopo il saggio forfait del compagno Don Bowie che non si sentiva perfettamente acclimatato.
Volendo dare dei riferimenti la corsa di Steck ha avuto il ritmo di 212 metri di dislivello all'ora. E questo fa ben capire, rispetto ai super record dell'alpinista svizzero (2 ore e 47' per l'Eiger, 2:21 per le Grandes Jorasses e 1:56 per il Cervino) quanto il fattore delle altissime quote himalayane sia rilevante. Inoltre, per comprendere meglio la performance, occorrerebbe sapere se la salita è avvenuta per una via nuova... Ma anche se non lo fosse si può senz'altro dire che il progetto di salite in velocità sugli Ottomila di Steck è iniziato benissimo.
Tanto che, come ci ha confermato Simone Moro (che in un primo tempo doveva essere anche lui della partita) la salita di Steck: "E' strepitosa. Non è solo la più veloce della parete sud dello Shisha, ma anche la seconda più veloce di un 8000 dopo quella realizzata da Denis Urubko al Ghasherbrum II. Quella volta Denis ha impiegato 7 ore e mezza per arrivare in cima ed è disceso in 4 ore, il tutto partendo da 5900m. C'è da considerare però che ha trovato il G2 attrezzato. Mentre Ueli probabilmente no, e la sud dello Shisha è tecnicamente più impegnativa... E' chiaro poi "ha aggiunto Moro "che se Ueli fosse anche salito per una via nuova il tutto acquisterebbe una dimensione ancora più grande...".
Ricordiamo che lo Shisha Pangma è il terzo Ottomila di Ueli Steck, dopo il Gasherbrum II nel luglio 2009 e il Makalu nel settembre 2009. Ma per i due alpinisti non c'è tempo per i festeggiamenti: hanno già gli occhi puntati sul prossimo obiettivo, la parete nord del Cho Oyu (8201m). Naturalmente da salire in stile Ueli Steck, cioè a velocità record.
Ueli Steck - The Swiss Machine
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