Helvetestinden Wall, nuove vie d’arrampicata sulle isole Lofoten in Norvegia
Nel giugno 2015 abbiamo visitato le Isole Lofoten in Norvegia in cerca di roccia vergine, nuove vie ed avventure. Dopo due voli e un giorno in macchina siamo arrivati a Moskenes, dove una piccola barca ci ha portato alla fine del fiordo. Una breve passeggiata ci ha condotti alla nostra prima destinazione: la parete SE di Helvetestinden Wall.
Abbiamo istallato il nostro campo in spiaggia, a circa 100 metri dalla base della parete, vicino ad un enorme osso di una balena che si è rivelato molto utile come tavolo e sedia. Eravamo di fronte ad una parete di 600 x 600 metri e sapevamo che la volevamo salire in uno stile molto pulito: soltanto con due corde da 45 metri, 12 Friends ed un assortimento di nuts, niente chiodi, niente spit. Dipendevamo da noi stessi, le nostre capacità di trovare la via giusta e di prevedere i rischi che questa parete ci presentava.
Dopo una notte senza stelle Gerber ed io eravamo i primi ad iniziare. Il nostro tentativo però è terminato dopo soli 80 metri, la parte alta della parete, troppo compatta, non offriva alcun sistema evidente di fessure e ci ha fatto temere il peggio. Ci siamo calati senza lasciare nulla in parete.
Siamo tornati alla nostra tenda per bere un caffè e ripensare la nostra strategia. Mezz'ora dopo siamo tornati a provare una linea sul lato sinistro della parete. Abbiamo fatto veloci progressi, fino a quando abbiamo incontrato una sezione compatta che ci ha bloccato la strada. Sembrava molto difficile, insormontabile. Scendere da questo punto sarebbe stato complesso e avremmo dovuto lasciare in parete molto materiale, e già ne avevamo poco. Ma guardando bene abbiamo scovato una piccola serie di cengie che, andando verso il basso, ci hanno portato ad un diedro che ci ha aperto la strada verso l'alto. Alle 23:00 abbiamo raggiunto la vetta, e abbiamo chiamato la nostra via Terra i Mar.
Mentre noi stavamo salendo al nostra via, Muna e Guille hanno aperto una nuova via sul pilastro SE che hanno chiamato Tradicionarius. Il giorno seguente ci siamo riposati mentre loro hanno fatto una salita impressionante lungo la parte centrale della parete, la soluzione di un grande puzzle. II due hanno battezzato la via Noensfoten.
Alcuni giorni dopo abbiamo lasciato la nostra spiaggia e siamo andati ad esplorare l'area attorno a Kirkejfjord. E poi è successa la tragedia: Guille, mentre scendeva a piedi dopo aver fatto la prima salita del pilastro occidentale di Selgstinden insieme a Gerber, ha subito un grave incidente. E’ scivolato in discesa sulla parete NO ed è caduto per 100 metri. Miracolosamente è sopravvissuto, ma ha riportato fratture multiple, varie lesioni e una grave frattura della colonna cervicale. Il soccorso alpino ha risposto rapidamente, trasportando Guille in meno di due ore all’ospedale di Bodo dove è stato curato dall'ottimo team medico. Siamo rimasti a Bodo con Guille fino all’arrivo di suo fratello, poi abbiamo iniziato il nostro rientro a Barcellona. Guille ha recuperato al 90% e sta già arrampicando su difficili vie di più tiri.
Ci torneremo presto!
di Jordi Esteve
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