Cordata Sicura - Indagine Statistica sulle techniche di assicurazione
Nascita di un’idea
Sin dalla sua costituzione (metà degli anni ’60) la Commissione Centrale Materiali e Tecniche (CCMT) del Club Alpino Italiano si è sempre avvalsa, nella sua attività, della partecipazione e della collaborazione delle Guide Alpine; citiamo ad esempio Franco Garda e Giorgio Bertone per un lungo periodo membri della commissione stessa. Questo rapporto, rafforzatosi nel tempo, ha trovato un’ottimale sinergia nel 1999 con l’ingresso ufficiale nella CCMT di una guida alpina rappresentante la Commissione Tecnica del Collegio Nazionale delle Guide Alpine Italiane.
Sono stati subito simpatia reciproca ed entusiasmo comune nello studio delle vecchie e delle nuove tecniche nell’ambito della sicurezza in montagna.
Con queste premesse è stato facile lavorare insieme, confrontarsi, talvolta anche scontrarsi, ma infine raggiungere sempre un buon affiatamento sia sulle questioni strettamente tecniche che sui metodi di lavoro e di ricerca. Punti di riferimento importanti sono stati le prove e i lavori di ricerca realizzati dalla Commissione Centrale Materiali e Tecniche e i testi tecnico didattici sulla sicurezza e l’autosoccorso della Commissione Tecnica Nazionale.
In questo modo è nata l’idea di realizzare un’indagine statistica sulle tecniche di assicurazione che ci permetta di arricchire le nostre conoscenze in merito: non più solo esperienze personali e test di “laboratorio”, ma anche dati raccolti da tante e diverse situazioni reali.
Obbiettivo
L’obiettivo di questa indagine è raccogliere informazioni su cadute (non necessariamente incidenti) avvenute in montagna e/o in falesia al fine di avere dati statisticamente rilevanti e congruenti che ci permettano di conoscere come in realtà è avvenuta la trattenuta di una caduta e quali sono stati gli effetti di un volo.
Conoscere le “storie” da coloro che sono stati coinvolti in prima persona serve per approfondire la ricerca e l’analisi delle tecniche di assicurazione e delle scelte sui materiali, freni e corde in particolare, più efficaci nelle diverse situazioni.
Il nostro obbiettivo è di raccogliere un numero significativo di “schede”: 1000.
Sulla base dei dati raccolti, organizzati e analizzati con l’aiuto di un esperto di statistica, saremo in grado di realizzare prove e ricerche più significative al fine di studiare in modo più approfondito vecchie e nuove tecniche di assicurazione e di fornire a chi arrampica, sulla roccia e sul ghiaccio, in falesia e in montagna, valutazioni più obbiettive e strumenti e tecniche più efficaci.
A chi è rivolta l’indagine
L’indagine è riferita ai soli casi in cui si è verificata la caduta del capocordata.
Il questionario può essere compilato da:
- chi ha trattenuto la caduta
- chi è caduto.
L’indagine si rivolge esclusivamente a casi di caduta in parete (falesia o via di più tiri, rocciosa o ghiacciata) mentre la progressione avveniva in cordata, a tiri, con assicurazione al capocordata; sono escluse pertanto cadute di cordate che procedevano in conserva, di singoli alpinisti che procedevano slegati, di escursionisti e incidenti legati alla caduta di sassi o altro.
La scheda va compilata dando risposte, nel limite del possibile, a tutte le richieste fatte, barrando il suggerimento che più si avvicina al caso specifico o compilando il dato richiesto.
La scheda è completamente anonima e non ha nessun altro fine se non quello sopra dichiarato. I dati anagrafici presenti nella scheda verranno trattati nel rispetto delle vigenti norme sulla privacy.
Risultati
I risultati di questa indagine saranno presentati durante un meeting: dobbiamo ancora decidere “come, dove e quando”, ma sarà certamente una bella occasione per discutere di sicurezza in montagna, per arrampicare e per estrarre, fra i compilatori delle schede, dei premi messi a disposizione dagli organizzatori e dagli sponsor.
Compila il questionario:
L’indagine è riferita ai soli casi in cui si è verificata la caduta del capocordata.
Il questionario può essere compilato da:
- chi ha trattenuto la caduta
- chi è caduto.
Sicurezza
Commissione Tecnica Guide Alpine Italiane
Dalle Guide Alpine le tecniche delle manovre di corda, soste, assicurazione e progressione.
Promotori:
Club Alpino Italiano
Collegio Nazionale delle Guide Alpine
Commissione Centrale Materiali e Tecniche
Commissione Tecnica Nazionale
NOTE TECHNICHE
(da “Sicurezza” testo tecnico didattico del Collegio Nazionale Guide Alpine Italiane)
TERRENO SPORTIVO E TERRENO D'AVVENTURA
Fra le diverse definizioni e modi di praticare l’arrampicata, è importante caratterizzare l’arrampicata rispetto al tipo di “terreno” sulla quale viene effettuata, intendendo con il termine terreno non tanto se una via è di roccia o di ghiaccio, quanto piuttosto il modo in cui tale via è attrezzata.
Vengono definiti due tipi di “terreni”:
Terreno sportivo
Terreno d’avventura
Terreno sportivo
Si definisce terreno sportivo una via attrezzata in maniera moderna con punti di protezione fissi; tali protezioni (fix o fittoni resinati) sono disposti in maniera tale lungo i tiri che ogni eventuale caduta, anche nei tratti facili, non comporta il rischio di lesioni gravi.
Per arrampicare su queste vie l’unico materiale necessario sono i rinvii, i materiali per il collegamento delle soste e i materiali per l’assicurazione.
Tipologia delle protezioni:
- garantire la sicurezza in caso di caduta (in ogni tratto del tiro o della via)
- soste con due fix o fittoni resinati
- in falesia collegati con catena e moschettone per le moulinette
- sulle vie, preferibilmente senza catena e senza cordoni fissi, che si deteriorano, collegati durante la salita e, per passare la corda in discesa, con anelli chiusi - protezioni lungo i tiri a fix o fittoni resinati
- in falesia: distanza tra le protezioni “corta”
- in montagna: distanza delle protezioni “lunga”
- materiale da portare: solo rinvii (max 12)
Sono considerate terreno sportivo se sono rispettati i requisiti di cui sopra:
- falesie per l’arrampicata sportiva
(con prevalenza di monotiri : assicurazione al 2° dal basso) - pareti per l’arrampicata sportiva chiodatura dall’alto
(più tiri: assicurazione al 2° dall’alto) - pareti per l’arrampicata sportiva apertura e chiodatura dal basso
(più tiri con protezioni talvolta anche lunghe, ma comunque “sicure”) - pareti artificiali coperte o scoperte
(palestre destinate all’arrampicata agonistica) - vie ferrate
Terreno d’avventura
Si definisce terreno d’avventura una via che non è attrezzata nella maniera definita sopra per il terreno sportivo.
Possiamo individuare diverse tipologie di terreno d’avventura:
- vie attrezzate anche con fix, ma che richiedono una ulteriore protezione lungo i tiri e presentano in alcuni tratti il rischio di cadute pericolose
- vie attrezzate con materiale classico
- vie attrezzate solo sulle soste (artificiale)
Sono considerate terreno d’avventura:
- vie classiche protette con chiodi (oggi spesso anche troppo chiodate)
- vie lasciate con il materiale degli apritori, sia storiche che moderne (senza aggiunte dei ripetitori)
- vie protette con fix molto distanti e che richiedono protezioni intermedie (sono possibili cadute pericolose e non sono rispettati i requisiti delle vie a carattere sportivo)
- vie molto ripetute da considerare “classiche” (storiche o moderne)
- pareti destinate all’arrampicata artificiale “moderna”
- cascate di ghiaccio
- vie di ghiaccio e misto
COLLEGAMENTO MOBILE, SEMIMOBILE E FISSO
Collegamento mobile
Esecuzione:
- asola doppia di cordino o fettuccia
- con 2 o 3 punti fissi
- possibilmente moschettoni nei punti fissi (l’esecuzione è più rapida perché non è necessario aprire l’anello di cordino e può essere utilizzata anche la fettuccia cucita)
- girare ad anello il ramo superiore (due punti), o il ramo che collega i due punti più lontani (tre punti)
Disegni 2/76 e 2/77
Collegamento semimobile
Esecuzione:
-due punti fissi con moschettone
-realizzare sull’anello di cordino (o di fettuccia) due nodi delle guide semplici, agganciare le asole che si vengono a formare ai moschettoni nei due punti, spostare infine i nodi vicino al vertice
-girare ad anello il ramo superiore del tratto compreso fra i due nodi
Disegno 2/79
Collegamento fisso
Esecuzione:
- cordino passante nei punti fissi , chiuso ad anello e disposto a V con asole al vertice di ogni V
- cordino passante nei punti fissi, chiuso ad anello e disposto a V con un unico nodo semplice al vertice
- cordini indipendenti: asole ai due capi e barcaioli sui punti fissi(con 2 o 3 punti)
- unico cordino: asola su un capo - barcaiolo su punto fisso - lasco - barcaiolo su secondo punto fisso - asola - ed eventualmente così di seguito
Disegni 2/83, 2/84 e 2/85
Moschettoni nei punti fissi dell’ancoraggio
E’ possibile e consigliabile l’utilizzo del moschettone nei punti fissi dell’ancoraggio di sosta; nel caso non si possano utilizzare (braccio di leva, poco spazio, ...) passare dei cordini di kevlar negli anelli dei chiodi e su di essi realizzare il collegamento con i moschettoni.
Disegni 2/76 (caso senza i moschettoni nei punti fissi) e 2/79 (caso con i moschettoni nei punti fissi)