Shisha Pangma: 14° ottomila per Pasaban, 11° per Mario Panzeri

Il 17 maggio l'alpinista basca Edurne Pasaban ha raggiunto la cima dello Shisha Pangma, completando il suo tour dei 14 Ottomila. Assieme a lei anche gli italiani Mario Panzeri (11° Ottomila), Renzo Benedetti, Michele Compagnoni e Alberto Magliano.
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Shisha Pangma dal campo base
www.edurnepasaban.com
Ore 11,30 di oggi, lunedì 17 maggio. Edurne Pasaban è in vetta! E' un momento storico: l'alpinista basca ha appena terminato la sua salita sullo Shisha Pangma e, allo stesso tempo, il suo gran viaggio su tutti i 14 Ottomila. Dopo la coreana Oh Eun-Sun, è la seconda donna a riuscirci. Insieme a lei, sulla più “piccola” delle vette oltre gli Ottomila metri - ma per certi versi anche una tra le più ostiche - ci sono gli sherpa della spedizione e i suoi compagni de "Al filo de lo imposible": Asier Izaguirre, Alex Chicón e Nacho Orviz. Non è finita: a condividere la fatica e la felicità della vetta con l'alpinista basca c'erano anche il gran maestro lecchese degli 8000 Mario Panzeri (al suo 11° Ottomila), il trentino Renzo Benedetti (al 7° Ottomila), il valtellinese Michele Compagnoni (al 2° Ottomila) e il triestino Alberto Magliano.

Per la 37enne Edurne Pasaban il grande viaggio è iniziato poco meno di 9 anni fa con la vetta, raggiunta il 23 maggio 2001, della montagna più alta, l'Everest. Un “attacco” andato a segno, seppur con l'uso di ossigeno, che la dice lunga sulla grinta dell'alpinista basca. Poi, nel 2002, arrivano il Makalu e il Cho Oyu e l'anno successivo il trittico Lhotse, GI, GII. Il 2004, dopo la cima del Broad Peak, segna invece una tappa fondamentale: quella che ha per protagonista l'altro bellissimo ma anche terribile colosso himalayano, il K2. Lì Edurne nella discesa notturna dalla cima soffre moltissimo. Così per lei risultano fondamentali l'aiuto di Silvio Mondinelli e quello della spedizione italiana che uniti alla sua incredibile determinazione, non senza problemi, le consentono a fatica di arrivare al Campo base.

Ma non è tipo da fermarsi Edurne. Così riparte nel 2005 con la vetta del Nanga Parbat. Poi dopo un anno sfortunato e senza cime, nel 2007 è la volta del Broad Peak, seguito nel maggio dell'anno successivo dal Dhaulagiri e in autunno dal Manaslu. Il 18 maggio 2009 invece Edurne è in vetta al Kangchenjunga, altra “terribile” montagna che le richiede uno sforzo grandissimo e che anche l'ausilio dell'ossigeno in discesa. Sempre il Kangchenjunga - qualcuno lo ricorderà - proprio in quei giorni vide la rinuncia di un'altra grande himalaysta: Nives Meroi costretta alla discesa a causa del malessere che colpì Romano Benet, il suo compagno di vita e scalata. Nessuno allora poteva saperlo, ma ancora adesso Nives e Romano stanno lottando per superare e vincere quei problemi. E siamo sicuri che tutto il mondo dell'alpinismo è al loro fianco!

Intanto per Edurne il cammino è continuato. Il 17 aprile scorso, bruciando tutti i tempi, è in vetta all'Annapurna precedendo di qualche giorno anche la coreana Oh Eun-Sun alla ricerca del suo 14° Ottomila. Poi il veloce trasferimento ai piedi dello Shisha Pangma per tentare di chiudere il cerchio il prima possibile. Poi l'annuncio del traguardo dei 14 tagliato dalla coreana in vetta all'Annapurna. E poi ancora la solita Edurne Pasaban che non si lascia fermare da nulla, nemmeno dalla perdita di quel primato che ha incessantemente inseguito. Edurne è andata avanti nonostante tutto. E oggi la sua felicità – immaginiamo – è finalmente esplosa in vetta allo Shisha Pangma. E sarà ancora più completa al Campo base che dovrebbe raggiungere nelle prossime ore. Intanto l'alpinista basca è, giustamente, più che mai l'eroina della Spagna. Merito di una caparbietà e di una tenacia davvero da grande lottatrice!

Così anche la bella e intensa corsa di Edurne Pasaban è terminata. Il tutto giusto una ventina di giorni dopo quella vetta dell'Annapurna che, precisamente il 27 aprile, aveva messo la parola fine anche al tour della coreana Oh Eun-Sun, prima donna a raggiungere tutte le cime delle 14 montagne più alte della terra. Edurne quindi è la seconda donna, e la prima europea, a fregiarsi di quel record prima “inventato” e poi centrato da Reinhold Messner esattamente 24 anni fa.

Tutto finito e tutto chiaro dunque? Non è proprio così. Perché sul capitolo record si sa che in Himalaya nessuno ha la parola definitiva. Già, perché da più parti si sussurra che il primato della coreana sia già messo in dubbio. Infatti, le agenzie di stampa (APCOM per esempio) danno i 14 dell'alpinista coreana ancora in sub judice con un ultimo punto di domanda espresso da Miss Liz Hawley che avrebbe dei dubbi su una o più cime. Come andrà a finire non è dato sapere... Ciò che però è certo è che da sempre lo stile della coreana (ovvero l'intensa preparazione della via con l'utilizzo massiccio di sherpas e attrezzatura) non ha trovato molto gradimento nel mondo dell'alpinismo occidentale. Ma è altrettanto certo che, in ogni caso, ormai la corsa può dirsi conclusa. E forse, finalmente, anche per le donne si può aprire un Himalaya di alpinismo ad alto livello e al di là dei record.

Tutti i 14 Ottomila di Edurne Pasaban
Everest 23 maggio 2001
Makalu 16 maggio 2002
Cho Oyu 5 ottobre 2002
Lhotse 26 maggio de 2003
Gasherbrum II 19 luglio 2003
Gasherbrum I 26 luglio 2003
K2 26 luglio 2004
Nanga Parbat 20 luglio 2005
Broad Peak 12 luglio 2007
Dhaulagiri 1 maggio 2008
Manaslu 5 ottobre 2008
Kangchenjunga 18 maggio 2009
Annapurna 17 aprile 2010
Shisha Pangma 17 maggio 2010
Note:
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News Edurne Pasaban
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