K2: Marco Confortola verso il campo base

Marco Confortola è sceso dal Campo 1 insieme a George Dijmarescu l'alpinista americano che con due portatori d'alta quota gli è andato incontro. Ora si attende il loro rientro al Campo base mentre cominciano ad arrivare ulteriori notizie sulla dinamica degli avvenimenti e sul bilancio di questi ultimi 4 giorni sul K2.
Circa alla 10,30 K2-time Marco Confortola con George Dijmarescu - l'alpinista americano di origini rumene salito per portare aiuto all'alpinista valtellinese insieme ad un portatore d'alta quota - dopo circa 4 ore di discesa sono arrivati ai 5.400 metri del Campo base avanzato ai piedi dello Sperone Abruzzi. Da lì Confortola, accompagnato da Mario Panzeri, si sta dirigendo verso il campo base poiché le condizioni meteo non hanno consentito l'arrivo degli elicotteri.

Si spera che un elicottero possa comunque raggiungere Confortola quanto prima e permettere così il più velocemente possibile le prime valutazione dello stato dei suoi piedi che, a quanto ha riferito lo stesso Confortola, soffrono di congelamenti. In tutto questo, un'altra buona notizia viene riportata da www.explorersweb.com che riferisce di due alpinisti austriaci (presenti in alcune liste dei dispersi) e che invece sono sani e salvi al campo base. Probabilmente si tratta, come già riportato da un sito austriaco, di Christian Stangl e Thomas Strausz. Comunque sia è un altro esempio della difficoltà di comunicazione e di organizzazione delle comunicazioni che molto spesso si ha in casi come questi e che consigliano sempre il "condizionale" e più conferme.

Intanto, mentre sembra che sulla montagna non siano in corso ulteriori operazioni di ricerca, continuano a diffondersi altri particolari sulla dinamica degli avvenimenti che tra la notte di venerdì e la mattina del sabato hanno scatenato questa gravissima situazione. Altre testimonianze, tra cui quella raccolta da montagna.tv da Confortola stesso, sembrano confermare quanto riportato domenica dagli alpinisti coreani scesi dalla montagna circa una valanga che avrebbe investito gli alpinisti bloccati al Collo di bottiglia a causa di un seracco che ha spazzato via le corde fisse.

Come sempre accade in queste in queste vicende (come è accaduto al K2 nel 1986 che costò la vita a 13 alpinisti e per l'Everest nel 1996 in cui le vittime furono 9) le analisi su quanto è successo saranno fatte mano a mano che i racconti e le testimonianze degli alpinisti saranno rese note. Per ora se ne sa veramente ancora troppo poco. Anche se alcuni dati e con-cause come l'affollamento del summit day, la tarda ora degli arrivi in vetta, la caduta del seracco che ha spazzato via le corde fisse rendendo molto più difficile la discesa e poi, dalle ultime informazioni, la successiva valanga sembrano essere le spiegazioni finora più plausibili di quanto è successo.

Da quanto riportato da molti organi di stampa e confermato anche da fonti ufficiali pachistane le vittime sarebbero 11. Tra questi 2 sherpa nepalesi e due portatori d'alta quota pachistani. Va rimarcato ancora una volta che alcuni di loro hanno perso la vita nel tentativo di portare soccorso agli alpinisti in difficoltà.

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