Andrea Di Donato e la solitaria sulla Nord del Camicia
Il 28/01 Andrea Di Donato ha realizzato la prima solitaria invernale della parete Nord del Monte Camicia (Gruppo del Gran Sasso): una grande realizzazione non solo per l’alpinismo del “mezzogiorno” d’Italia, raccontata da uno “specialista” come Roberto Iannilli.
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La nord del Monte Camicia in veste invernale
arch. A. Di Donato
Quella di Andrea Di Donato è la prima solitaria invernale, la terza solitaria in assoluto (la seconda è sempre a firma di Andrea) della Nord del Camicia; la mitica montagna del mezzogiorno d’Italia che fa da contraltare allo stupendo calcare del Gran Sasso. Con una fondamentale differenza: tanto è solida e modellata la roccia del Gran Sasso, tanto infida, aleatoria, improteggibile e paurosa è quella della grande nord del Camicia. Sarà per questo che, con chiaro riferimento all’Eiger, il Camicia è conosciuto come l’”Orco dell’Appennino”?
Con queste premesse, vedete un po’ voi se vale la pena soffermarsi sul V/V+ con il quale è gradata la via aperta nel 1934 da Marsili – Pansa, seguita (con varianti suggerite dalle condizioni “instabili”) da Andrea. O piuttosto, come sottolinea Roberto Iannilli (uno che di solitarie e Gran Sasso se ne intende), considerare che la Nord del Camicia non ha grado ed impone “un alpinismo senza tempo, dove le innovazioni tecniche servono a poco, dove si gioca alla pari e si mette sul piatto tutto”.
Sono 1300 metri di immensa parete quelli saliti, in 5 ore e trenta, dal 26enne Andrea Di Donato, in assoluta solitudine. Un isolamento che, ci racconta, non ha quasi sentito. “Alla base della Nord mi hanno accompagnato mio padre e un amico, e per tutta la salita li ho sempre sentiti vicini, come se fossero con me”. Poi, continua Andrea, “Ero tranquillo e stavo bene. Salivo profondamente concentrato e tutto andava per il verso giusto, proprio come doveva andare”.
Sul perché proprio quella parete Andrea non si dilunga, tanto gli sembra naturale quello che ha fatto: “In verità non me lo sono nemmeno chiesto. Sono nato a Castelli, proprio sotto la Nord e con quella parete ho un legame particolare… poi mi piacciono le vie d’ambiente…”. Mentre parliamo scopriamo che Andrea è appena sceso da un tentativo sulla Nord delle Murelle (Maiella). Questa volta era con Andrea Di Pascosio e Giogio Ferretti: erano usciti dalle difficoltà ma il vento gli ha impedito di proseguire…
Anche con questo tentativo Di Donato (che per inciso sta “studiando per diventare guida alpina) ha dato il là per riprendere il sogno dell’alpinismo invernale e anche solitario del Centro Italia, ma non solo…
Andrea ci fa sognare. di Roberto Iannilli
Il 28 gennaio Andrea Di Donato ha salito in cinque ore e mezza la nord del Camicia in solitaria, slegato e in invernale: roba da marziani. Demilatrecento e passa metri di via, di cui i primi mille precari, instabili, pericolanti.
Una parete che non teme confronti con famosi “orchi” delle Alpi e lui se l’è bevuta in una mattinata, in condizioni non perfette, con poco ghiaccio a saldare il marcio, quasi tutta con i ramponi ai piedi .
La parete è enorme ed articolata, presenta tratti in cui la verticalità costringe a tirare le schifezze che la costituiscono, con ovvi pericoli. L'unico modo è progredire in inverno, con le piccozze, piantandole tra i sassi instabili, nelle zolle di erba ghiacciata, senza andare di fretta e con enorme cautela.
Infatti, le cinque ore e mezza, non sono neppure un vero tentativo di fare la parete di corsa, ma il logico risultato di chi vuol salire senza indugi e con le dovute attenzioni: "correre" sulla Nord del Camicia sarebbe mortale.
La Nord è la tipica “paretona” appenninica, dall’aspetto terrifico e dal fascino irresistibile, tutta un’altra cosa dalle solari e compatte placche del poco distante Corno Piccolo. Il suo è un alpinismo per gente dura, che non teme ambiente e fatica e che ha grandi doti tecniche. Il Camicia è solo per alpinisti completi.
Il metodo, veloce e leggero, adottato da Andrea, ha reso possibile una salita altrimenti lunga e complessa, che ha sempre obbligato a difficili ed anche drammatici bivacchi, sempre esposti a possibili pericoli oggettivi.
La nord ti incute timore solo a guardarla, “entrarci dentro” è entrare in un mondo parallelo, un alpinismo senza tempo, dove le innovazioni tecniche servono a poco, dove si gioca alla pari e si mette sul piatto tutto.
Non contento, oggi Andrea Di Donato è di ritorno da un tentativo di grande rilievo: la Nord delle Murelle (gruppo della Majella). Con un compagno hanno salito tutta la parte dura della via “Oltre il sogno” di Iurisci, Lucani e Caraffa. 600 metri fino al VII con grosse difficoltà di protezione (già percorsa da Andrea in prima solitaria).
Le Murelle hanno una Nord con caratteristiche simili al Camicia, più corta ma con difficoltà tecniche maggiori, isolamento totale, accesso lunghissimo e ritorno altrettanto lontano. Già vederla è un’avventura, tanto è lontana e nascosta, e per questo ha solo tre salite, questa sarebbe stata la quarta e la prima invernale.
Il cattivo tempo li ha costretti a scendere quando ormai erano fuori dal tratto duro, ma la distanza dal primo punto di possibile riparo (il bivacco Fusco) dista a parecchie ore dall’uscita e continuare sarebbe stato troppo pericoloso, anche se scendere non credo sia stato da meno.
Sarà per la prossima, Andrea ha ormai montato il turbo e non lo ferma nessuno.
di Roberto Iannilli
Con queste premesse, vedete un po’ voi se vale la pena soffermarsi sul V/V+ con il quale è gradata la via aperta nel 1934 da Marsili – Pansa, seguita (con varianti suggerite dalle condizioni “instabili”) da Andrea. O piuttosto, come sottolinea Roberto Iannilli (uno che di solitarie e Gran Sasso se ne intende), considerare che la Nord del Camicia non ha grado ed impone “un alpinismo senza tempo, dove le innovazioni tecniche servono a poco, dove si gioca alla pari e si mette sul piatto tutto”.
Sono 1300 metri di immensa parete quelli saliti, in 5 ore e trenta, dal 26enne Andrea Di Donato, in assoluta solitudine. Un isolamento che, ci racconta, non ha quasi sentito. “Alla base della Nord mi hanno accompagnato mio padre e un amico, e per tutta la salita li ho sempre sentiti vicini, come se fossero con me”. Poi, continua Andrea, “Ero tranquillo e stavo bene. Salivo profondamente concentrato e tutto andava per il verso giusto, proprio come doveva andare”.
Sul perché proprio quella parete Andrea non si dilunga, tanto gli sembra naturale quello che ha fatto: “In verità non me lo sono nemmeno chiesto. Sono nato a Castelli, proprio sotto la Nord e con quella parete ho un legame particolare… poi mi piacciono le vie d’ambiente…”. Mentre parliamo scopriamo che Andrea è appena sceso da un tentativo sulla Nord delle Murelle (Maiella). Questa volta era con Andrea Di Pascosio e Giogio Ferretti: erano usciti dalle difficoltà ma il vento gli ha impedito di proseguire…
Anche con questo tentativo Di Donato (che per inciso sta “studiando per diventare guida alpina) ha dato il là per riprendere il sogno dell’alpinismo invernale e anche solitario del Centro Italia, ma non solo…
Andrea ci fa sognare. di Roberto Iannilli
Il 28 gennaio Andrea Di Donato ha salito in cinque ore e mezza la nord del Camicia in solitaria, slegato e in invernale: roba da marziani. Demilatrecento e passa metri di via, di cui i primi mille precari, instabili, pericolanti.
Una parete che non teme confronti con famosi “orchi” delle Alpi e lui se l’è bevuta in una mattinata, in condizioni non perfette, con poco ghiaccio a saldare il marcio, quasi tutta con i ramponi ai piedi .
La parete è enorme ed articolata, presenta tratti in cui la verticalità costringe a tirare le schifezze che la costituiscono, con ovvi pericoli. L'unico modo è progredire in inverno, con le piccozze, piantandole tra i sassi instabili, nelle zolle di erba ghiacciata, senza andare di fretta e con enorme cautela.
Infatti, le cinque ore e mezza, non sono neppure un vero tentativo di fare la parete di corsa, ma il logico risultato di chi vuol salire senza indugi e con le dovute attenzioni: "correre" sulla Nord del Camicia sarebbe mortale.
La Nord è la tipica “paretona” appenninica, dall’aspetto terrifico e dal fascino irresistibile, tutta un’altra cosa dalle solari e compatte placche del poco distante Corno Piccolo. Il suo è un alpinismo per gente dura, che non teme ambiente e fatica e che ha grandi doti tecniche. Il Camicia è solo per alpinisti completi.
Il metodo, veloce e leggero, adottato da Andrea, ha reso possibile una salita altrimenti lunga e complessa, che ha sempre obbligato a difficili ed anche drammatici bivacchi, sempre esposti a possibili pericoli oggettivi.
La nord ti incute timore solo a guardarla, “entrarci dentro” è entrare in un mondo parallelo, un alpinismo senza tempo, dove le innovazioni tecniche servono a poco, dove si gioca alla pari e si mette sul piatto tutto.
Non contento, oggi Andrea Di Donato è di ritorno da un tentativo di grande rilievo: la Nord delle Murelle (gruppo della Majella). Con un compagno hanno salito tutta la parte dura della via “Oltre il sogno” di Iurisci, Lucani e Caraffa. 600 metri fino al VII con grosse difficoltà di protezione (già percorsa da Andrea in prima solitaria).
Le Murelle hanno una Nord con caratteristiche simili al Camicia, più corta ma con difficoltà tecniche maggiori, isolamento totale, accesso lunghissimo e ritorno altrettanto lontano. Già vederla è un’avventura, tanto è lontana e nascosta, e per questo ha solo tre salite, questa sarebbe stata la quarta e la prima invernale.
Il cattivo tempo li ha costretti a scendere quando ormai erano fuori dal tratto duro, ma la distanza dal primo punto di possibile riparo (il bivacco Fusco) dista a parecchie ore dall’uscita e continuare sarebbe stato troppo pericoloso, anche se scendere non credo sia stato da meno.
Sarà per la prossima, Andrea ha ormai montato il turbo e non lo ferma nessuno.
di Roberto Iannilli
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