Anche Silvio Mondinelli all’Annapurna

Annapurna: dal diario di Silvio Mondinelli
21.03.05 Kathmandu: Ho lasciato l'Italia il 18 di marzo assieme a 4 compagni di "avventura": Mario Merelli, Mario Panzeri, Daniele Bernasconi e Christian Gobbi (collega di lavoro, guida alpina, alla sua prima esperienza in Himalaya). Il nostro obiettivo è l'Annapurna I che avevo già affrontato nel 2002; quella volta la spedizione fu particolarmente sfortunata a causa del maltempo. Allora era autunno e la parete che volevamo scalare era la Sud, mentre quest'anno tenteremo la scalata della parete Nord in primavera, quando i monsoni dovrebbero risultare più clementi e le pendici della montagna meno cariche di neve.

L'Annapurna I, denominata anche LA DIVINA MADRE, è stata violata per la prima volta nel 1950 sul versante Nord da una spedizione francese; fu il primo ottomila ad essere scalato. Nonostante sia alta "solo" 8.091 metri, tutte le vie tracciate sono ripide e difficili; unica eccezione la via seguita dei primi salitori che però, a detta di tutti, è estremamente pericolosa.

I primi 3 giorni a Kathmandu sono trascorsi nelle ultime verifiche organizzative, soprattutto riguardo al materiale che ci servirà per i prossimi 40 giorni. Questa breve sosta nella capitale mi ha offerto anche l'occasione di visitare tanti amici nepalesi che oramai conosco da oltre un decennio. Ne ho approfittato inoltre per controllare di persona i progressi nei lavori di costruzione del presidio medico ospedaliero voluto dall'associazione Amici del Monterosa della quale sono uno dei promotori; sono decisamente soddisfatto, in autunno speriamo di poter fare l'inaugurazione ufficiale.

Il monsone non è si ancora esaurito: le giornate sono caratterizzate da piovaschi continui. Stasera partiremo in autobus per raggiungere Pokara e domani, tempo permettendo, dovremmo volare in elicottero direttamente al CB. Più tardi ci raggiungerà al CB un'altra spedizione italiana capitanata dall'amico Abele Blanc con la quale condividiamo il permesso per salire la montagna. Lasciamo finalmente la frastornante confusione di Kathmandu per raggiungere la quiete della montagna.

Gnaro

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