Uomini in verticale

Racconti (veri) di un alpinista quarantenne e dei suoi compagni di cordata. Storie a volte divertenti, a volte piene di tensione e qualche volta anche tragiche, vissute sulle pareti delle Dolomiti fino alle Alpi occidentali. Storie di persone ancora attive. Non si parla solo di alpinismo, ma di un modo di vivere un pò fuori dagli schemi "normali".

L'Autore parla di sé stesso in parallelo: la vita del ragazzo comune come tanti, che lavora, studia, esce la sera, si innamora. E l'altra vita, vissuta molto intensamente, scalando pareti di roccia e cascate di ghiaccio. I racconti partono dall'età di 12 anni ed arrivano ai giorni nostri. L'Autore vuole pure evidenziare che per essere dei buoni alpinisti, non serve avere titoli, distintivi o altro; e nemmeno serve essere guide alpine o istruttori di qualsiasi tipo anzi: buon alpinista è chi ha passione per la montagna e costanza nel frequentarla.

Potrebbe sembrare un libro di interesse solo per gli alpinisti, ma non è così: vuole infatti essere un invito, rivolto a tutti, a riappropriarsi della propria vita. Quanti di voi, senza accorgersene, sono entrati, pian piano, nel circolo vizioso di una vita che è casa-lavoro e lavoro-casa. Il libro fa venire voglia di dire: Basta! Da domani si cambia canale.

Scorrendo queste pagine si comprende il giusto peso che l'Autore dà alla famiglia, al lavoro e agli interessi personali. Perché la vita è breve. E dobbiamo viverla al meglio. Non possiamo un giorno trovarci vecchi in un letto d'ospedale o in una casa di riposo e sentirsi dire: "poveretto, è una brava persona. Ha lavorato tutta la vita". No! È troppo poco. Perché ricordiamocelo: giunti alla fine, nessuno ci farà il monumento in piazza.