Spiderman
La vita, l'arrampicata, il free solo, e ciò che ha reso famoso Alain Robert in tutto il mondo: la scalata dei più alti grattacieli della terra. Un modo di vivere l''arrampicata oltre l'usuale e che ha poco o nulla a che vedere con il sensazionale...
Planetmountain
Anno
2006
Editore
Edizioni Versante Sud
Edizioni Versante Sud
Edizioni Versante Sud
Recensitore
Nicola Noè
Prezzo
17,00 euro
Pagine
206
Lingua
italiano
Sabato 24 febbraio 2007, alla TV scorrono al TG5 emozionanti immagini di Alain Robert che scala in free solo i 180 m di vetro a specchio della ennesimo grattacielo, stavolta negli Emirati Arabi. Una folla davvero impressionante è assiepata alla base, il giornalista spiega l'eccezionale prestazione fisica, tecnica e mentale dello scalatore non nuovo a queste imprese fuori legge. Anche questa volta Alain è stato imprigionato per essere poi rilasciato in poche ore, altre volte non gli era andata altrettanto liscia.
Il ricordo corre così indietro di una ventina di anni quando, in occasione di un giro nel sud della Francia, ho trovato un suo ritratto su una scatola di fiammiferi, mi ero incuriosito: il nome Alain Robert, stampato di lato, non mi diceva nulla. Nel giro di pochi anni mi sono abituato al suo nome ed alle sue mirabolanti imprese.
Credo non si possa negarlo: Alain Robert è un personaggio. Una creatura mediatica? Certo, anche questo, ma la sua attività non merita di essere liquidata in poche battute, se non altro perchè le sue imprese rientrano nella categoria dell'eccezionale.
E poichè è difficile non avvicinarsi a questo personaggio con pregiudizi etici o di gusto è importante dare ad Alain la possibilità di spiegare la sua visione della vita e della scalata.
Ho letto cosé questa sua autobiografia, ho gustato i tanti racconti di scalate su monumenti e grattacieli in tutti gli angoli della terra ed i relativi aneddoti, spesso tragicomici. Uno per tutti, l'amicizia che nel tempo si viene a formare fra lo scalatore fuorilegge ed il commissario Moulin della polizia parigina che ogni volta accorre sulla scena del crimine per assicurarsi la paternità del (finto) arresto che si risolve in una chiacchierata e una tazza di caffè in commissariato.
Raggiunto il traguardo dei 40 anni (e non è cosa da poco, come lui stesso ammette) Robert non tralascia di narrare la sua infanzia, la preparazione mentale e fisica al free solo - a cui dedica appassionate riflessioni - i rapporti spesso conflittuali con i media, i terribili incidenti che gli hanno causato gravi menomazioni fisiche. In queste duecento pagine traccia un profilo di sè estremamente preciso ed umano: una volta tanto è lui stesso a prendere la parola e raccontarsi.
E proprio per conoscere Alain Robert da questo osservatorio privilegiato, per capire la sua personalità, le motivazioni che lo spingono a scalare i monumenti dell'uomo e non della natura, per formarsi un'opinione su di lui non filtrata da chi lo vede e lo giudica con maggiore o minore simpatia, fosse anche solo per ciò che questa autobiografia vale la pena di essere letta.
Il ricordo corre così indietro di una ventina di anni quando, in occasione di un giro nel sud della Francia, ho trovato un suo ritratto su una scatola di fiammiferi, mi ero incuriosito: il nome Alain Robert, stampato di lato, non mi diceva nulla. Nel giro di pochi anni mi sono abituato al suo nome ed alle sue mirabolanti imprese.
Credo non si possa negarlo: Alain Robert è un personaggio. Una creatura mediatica? Certo, anche questo, ma la sua attività non merita di essere liquidata in poche battute, se non altro perchè le sue imprese rientrano nella categoria dell'eccezionale.
E poichè è difficile non avvicinarsi a questo personaggio con pregiudizi etici o di gusto è importante dare ad Alain la possibilità di spiegare la sua visione della vita e della scalata.
Ho letto cosé questa sua autobiografia, ho gustato i tanti racconti di scalate su monumenti e grattacieli in tutti gli angoli della terra ed i relativi aneddoti, spesso tragicomici. Uno per tutti, l'amicizia che nel tempo si viene a formare fra lo scalatore fuorilegge ed il commissario Moulin della polizia parigina che ogni volta accorre sulla scena del crimine per assicurarsi la paternità del (finto) arresto che si risolve in una chiacchierata e una tazza di caffè in commissariato.
Raggiunto il traguardo dei 40 anni (e non è cosa da poco, come lui stesso ammette) Robert non tralascia di narrare la sua infanzia, la preparazione mentale e fisica al free solo - a cui dedica appassionate riflessioni - i rapporti spesso conflittuali con i media, i terribili incidenti che gli hanno causato gravi menomazioni fisiche. In queste duecento pagine traccia un profilo di sè estremamente preciso ed umano: una volta tanto è lui stesso a prendere la parola e raccontarsi.
E proprio per conoscere Alain Robert da questo osservatorio privilegiato, per capire la sua personalità, le motivazioni che lo spingono a scalare i monumenti dell'uomo e non della natura, per formarsi un'opinione su di lui non filtrata da chi lo vede e lo giudica con maggiore o minore simpatia, fosse anche solo per ciò che questa autobiografia vale la pena di essere letta.
Anno
2006
Editore
Edizioni Versante Sud
Edizioni Versante Sud
Edizioni Versante Sud
Recensitore
Nicola Noè
Prezzo
17,00 euro
Pagine
206
Lingua
italiano