Orco. Le 100 più belle fessure
Nasce da parte della vecchia volpe Maurizio Oviglia l’idea geniale di recensire tutte le fessure della valle in un’unica guida tascabile. Raccoglie la sfida un ennesimo nuovo principe nella persona di Paolo Seimandi che non più a suon di arrampicata libera ma con strumenti antichi quanto nuovi ma sempre validi e cioè la penna unita alla macchina fotografica ha mostrato a tutti, con un enorme lavoro durato oltre un anno praticamente a tempo pieno e con un risultato non enciclopedico come si poteva supporre ma invece snello e di facile consultazione, quanto ci sia di ancora di sconosciuto ma di meraviglioso da arrampicare sullo gneiss della valle dell’Orco.
Con una grafica rigorosa e precisa ha catalogato le fessure più importanti della valle e con una sorta di reportage fotografico ne ha evidenziato, come in una cronistoria, le sue bellezze e tratteggiato i nuovi e giovani protagonisti che ne animano le più recenti realizzazioni da Michele Amadio a Umberto Bado, da Federica Mingolla a Michele Caminati fino alle recenti difficili libere di Matteo Della Bordella ed Francesco Deiana.
La guida di Paolo, come un piccolo scrigno, ci apre ai misteri delle fessure della valle e cita con precisione gli apritori-ideatori delle varie salite ma anche i liberatori di ciascun itinerario perché senza l’uno spesso non esisterebbe l’altro e viceversa.
La valle ha con questa nuova guida la possibilità di un definitivo risveglio e forse anche di una nuova vita sull’onda del revival dell’arrampicata trad.
Personalmente credo sia giunto, grazie a quest’opera, finalmente il tempo della sua definitiva consacrazione ad uno dei templi europei del crack climbing con meravigliose possibilità che stanno pian piano emergendo e consolidandosi. Possibilità che trovano ulteriori conferme nelle vie multipicth e stanno proliferando anche nel bouldering.
Insomma una valle a 360 gradi a misura di ogni arrampicatore e un’occasione da non perdere per entrare nel mito assaporandone la storia fino alle più recenti novità.