La grande ascensione
C'è Bruno, anzi l'orso Bruno. Che poi è la Guida alpina che accompagna l'elefante, cioè Jumbo. Insieme a loro, legato alla stessa corda, c'è pure Pippo, l'ippopotamo. Ma anche, bontà sua, Leo che naturalmente della foresta è il re. E ancora, a completare la spedizione, ci sono i tre orsetti "portatori" o aspiranti guida, figli di Bruno. Sono i protagonisti de La grande ascensione. Una storia - o forse bisognerebbe dire una lunga e fantastica filastrocca - che neanche farlo apposta è accompagnata da magnifiche illustrazioni. Grandi tavole a colori, intervallate da preziosi schizzi a china, per la gioia dei bambini e bambine di tutte le età (compresi i genitori).
Siamo in quell'epoca di passaggio tra '800 e primi del '900, e la filastrocca narra, con il fondamentale aiuto dei disegni, della montagna e di quella attrazione per le vette che fece nascere l'alpinismo e, insieme, anche i primi Club Alpini nazionali. Tanto che, come recita l'incipit da manuale, a quel tempo "Al Paese degli Animali per essere alla moda tutti vogliono diventare alpinisti con la coda. L'ultima idea è fondare una bella società: il Club Alpin degli Animali, ecco la novità." E' proprio qui che comincia l'avventura dei nostri improbabili quanto baldanzosi alpinisti equipaggiati e vestiti di tutto punto che partono alla "conquista", neanche a farlo apposta, di una vetta estrema, da raggiungere solo con ardimento e gran fatica.
Una cima e un'avventura che difficilmente potranno scordare, tanti sono gli ostacoli a loro sconosciuti da affrontare. La fatica e la paura. La valanga e la nebbia. Come una forma fisica (e un peso) non proprio ottimali. Fortuna che c'è Bruno alla guida. Senza il suo fiuto da montanaro nulla sarebbe possibile. Epperò quei novelli scalatori hanno memoria più che corta. Tanto che, spavento dopo spavento, difficoltà dopo difficoltà, presto di tutto si dimenticano. Così van cantando: "Noi non siamo pappemolli nel pollaio ci restino i polli. Siamo belve della foresta solo vette e pareti abbiamo in testa". Fino al prossimo spauracchio risolto come sempre dal buon e paziente orso guida.
E' così che scorre via, in perfetto stile (e ironia) british, questo piccolo gioiello scritto da Clifton Bingham e illustrato da George Henry Thompson. Un piccolo capolavoro scovato, tradotto e adattato da Leonardo Bizzaro e Pietro Crivellaro per Mulatero Editore. Nonché "spiegato" e contestualizzato dallo stesso maestro Crivellaro. Un volume unico e una chicca che non può mancare nella piccola biblioteca dei più piccoli ma, sospettiamo, anche in quella dei loro genitori.