La Bibbia dell'arrampicata
"La Bibbia dell'arrampicata". Bisogna avere un bel coraggio per spendere un titolo così impegnativo. Tanto più se il sottotitolo recita: "Come allenare la tecnica, il corpo e la mente nell'arrampicata sportiva". Mi immagino la faccia di chi, ormai più di 40 anni fa, ha scoperto e praticato quella che all'epoca era la nuova arrampicata. Quell'arrampicata che scendeva dalle cime delle montagne per affrontare le pareti e i massi del fondovalle. Ma anche quella della libera e delle difficoltà sempre più alte. Quella dello spit. E quella che poi si è messa in competizione e ha inventato le gare. La vedo quell'espressione titubante, se non ironica, di quei pionieri che hanno materialmente costruito ed esplorato questa nuova arrampicata che ormai, piaccia o meno, s'è presa l'aggettivo di sportiva.
Qualcuno, magari, penserà pure all'impossibile confronto con "Arrampicare!", forse il primo testo sacro che con decisione ha abbattuto il tabù dell'allenamento, e non solo, applicato alla scalata. D'altra parte, per restare in tema, l'autore, Patrick Edlinger, era ed è rimasto uno degli assoluti profeti (se non un autentico santo) dell'arrampicata.
Come competere, dunque? Eppure basta sfogliare la "Bibbia" per accorgersi che non solo si può ma anzi che c'era proprio bisogno di un lavoro come questo. Prima di tutto perché dà conto del percorso e della grande trasformazione ed evoluzione che l'arrampicata sportiva ha subito in questi anni. Basta pensare all'arrampicata alle Olimpiadi di Tokyo. Per non parlare del livello tecnico e del grado di difficoltà raggiunto. Ma anche dell'incredibile diffusione che ha avuto. Basta andare in falesia per accorgersene: non si erano mai visti tanti ragazzi e ragazze, perlopiù giovanissimi, che scalano!
Tutto questo, tutte queste trasformazioni, frutto del lavoro e della conoscenza della comunità o meglio della tribù dell'arrampicata, è contenuto e rappresentato in questa portentosa e poderosa "Bibbia" che conta la bellezza di 375 pagine e 400 foto. Ma non è finita. Il volume, infatti, va oltre la mera funzione del manuale e del come si fa e cerca di motivare e salvaguardare anche lo spirito dell'arrampicata, il perché si fa.
Cerca, insomma, di interpretare proprio quei valori tanto cari ai suddetti pionieri. Primo fra tutti che l'arrampicata è, e resterà sempre, un magnifico gioco. Un gioco di cui non si può fare a meno e che più s'impara più è bello. Per questo, oltre ad essere un compendio di tutto ciò che serve per arrampicare - dalla tecnica all'allenamento fisico e mentale, dalla tattica alla preparazione di base e prevenzione degli infortuni, fino alla pianificazione dell'allenamento - il merito della "Bibbia" è anche, e soprattutto, di essere un'autentica espressione dello spirito, della passione e dell'esperienza collettiva accumulata nel tempo dalla comunità dell'arrampicata.
E questo è davvero un grande risultato! Merito degli autori Martin Morbråten e Stian Christophersen che, oltre alla competenza e alla decennale esperienza sul campo, hanno saputo tradurre in questo libro ciò che rende grande e per certi versi anche diversa l'arrampicata. Non a caso il loro lavoro si rivolge efficacemente ai neofiti come agli esperti e ai campioni. Perché c'è davvero tutto nella Bibbia. E tutto è spiegato perché tutti possano comprenderlo ed entrare a far parte della grande tribù mondiale dell'arrampicata. Poi, alla fine, naturalmente ci sono anche i dieci comandamenti dell'arrampicata. Ve ne sveliamo solo uno, il primo, che oltre a racchiudere una verità assoluta è anche il più bell'augurio che si possa fare: "Se vuoi diventare bravo, scala tanto".