K2 Il nodo infinito. Sogno e destino

Narrativa
Kurt Diemberger è l'unico alpinista vivente ad ever salito in prima ascensione due 8000: potrebbe atteggiarsi a monumento... non è così. Alpinista (grande), cineasta, scrittore ma anche viaggiatore, curioso, cittadino del mondo e innamorato dell'avventura e dell'alpinismo, Kurt, in questo libro racconta se stesso e ciò che lo ha spinto verso le più alte cime e soprattutto verso il K2... Appunto verso quel nodo infinito che lo lega alla 'montagna più bella del mondo' e a Julie Tullis (sua compagna del 'film-team più alto del mondo') rimasta proprio lassù, sul K2, nell'estate del 1986...
Planetmountain
Anno
2000
Editore
Editrice Corbaccio
Recensitore
Vinicio Stefanello
Prezzo
68.000
Pagine
280
Lingua
Italiano


Kurt Diemberger ritorna al 1986 e al K2, suo nodo infinito. L'anno è quello in cui ha toccato la cima di un sogno lungamente inseguito, ed è insieme quello di una stagione tragica: 13 alpinisti restarono sulla montagna. Il nodo invece è quello che l'ha preso e avvinto per l'infinito al K2, la seconda cima per altezza, la più bella. Quella stessa montagna su cui è rimasta per sempre anche Julie Tullis, la sua compagna dell' "Highest Film Team", con cui formava l'affiatata cordata della troupe cinematografica più alta del mondo.

Rincorrere un sogno è un viaggio dentro al labirinto delle emozioni, ma anche delle azioni, di cui non è mai facile capire l'inizio e intravedere la vera meta. E Kurt Diemberger, in questo libro, senza dar mai l'impressione di aspettarsi o voler dettare delle risposte definitive, cerca il suo filo d'Arianna riandando alla sua lunga frequentazione dell'Himalaya. E la sua lunga, e a volte tormentosa, ricerca parte dal 1957, anno in cui insieme ad Hermann Bhull inaugurò lo 'stile Alpi Occidentali' sulle più alte montagne della terra, con la prima salita assoluta del Broad Peak, suo primo ottomila. A quella seguirono decine di altre spedizioni e compagni, innumerevoli viaggi, salite, esperienze, e tra queste anche l'altra prima salita ad un 8000, quella del Dhaulagiri.

E' da questo fantastico bagaglio di alpinista, cineasta della montagna, viaggiatore, che Diemberger attinge per raccontare, ma soprattutto comprendere, il suo rapporto con il K2, e in definitiva con la vita che ha scelto di fare. Il suo è il racconto di un amore smisurato per l'avventura e la montagna, vissuto con estrema sensibilità per la natura e per quelle persone, a volte solo occasionalmente incontrate in montagna o ai campi base. Una storia pervasa dalla presenza del K2, ma soprattutto dalla figura di Julie Tullis, come segno reale, costante e immortale di un'unione di intenti e pensieri che solo la comunanza di un sogno e le difficoltà affrontate insieme possono dare.

E' l'eterno dilemma della vita e quindi dell'alpinismo di cui ci fa partecipi Diemberger. Di come, alle volte, ciò che più si desidera può essere, come per l'alpinista la cima di una montagna, la cosa più bella ed insieme la più terribile, la più dolorosa. In questa unione inscindibile sta forse il 'nodo' e l'essenza di un 'tutto' dai contorni sempre sfumati. E nella sua accettazione e comprensione sta la forza che fa ripartire, ma non dimenticare.

Non è mai una spinta uguale o prevedibile, quella di chi va verso verso l'avventura. E' piuttosto come lo scorrere di un grande fiume, a volte calmo altre precipitoso, sempre innarrestabile. Così in questo bellissimo libro (corredato di splendide foto) Diemberger con autentica poesia, irruenza, splendida autoironia, a volte velata da una precisione e abbondanza di particolari comune a chi cerca il perchè di un fatto di cui non si capacita, racconta se stesso e quel nodo che lo porterà per sempre, con Julie Tullis, alla ricerca della vita sulle grandi montagne e nelle terre inesplorate.



Anno
2000
Editore
Editrice Corbaccio
Recensitore
Vinicio Stefanello
Prezzo
68.000
Pagine
280
Lingua
Italiano