Cervino. La montagna leggendaria
Quanta storia e quante storie racchiude una montagna? Quante vicende e vite si sono succedute alla sua ombra? L'impossibile risposta non può tradursi che in un'infinità di storie, tante quante sono le storie che accompagnano l'umanità dalla notte dei tempi. Se poi la montagna si chiama Cervino tutto, se possibile, diventa ancora più intenso, leggendario e persino mitico. Perché, con la sua inconfondibile "silhouette", il Cervino è la rappresentazione stessa della montagna.
Chi non ha impressa nella mente un'immagine, un pensiero, un ricordo di questa vetta? Chi non ha sognato questa montagna che, come dice Catherine Destivelle, "sembra disegnata da un bambino"? E' con questa storia senza fine, e anche con questo immaginario collettivo, che si è misurato Hervé Barmasse. Anzi, è con la sua stessa storia che ha dovuto fare i conti. Con quelle radici che sono incise nel DNA di chi è nato e vissuto all'ombra della Gran Becca.
Il Cervino per Hervé è la montagna che l'ha visto crescere, come uomo e allo stesso tempo come alpinista. E' la montagna che il bisnonno, il nonno e il padre, tutti guide alpine come lui, hanno scalato. Ed è proprio questa "montagna-madre" che Hervé cerca, ammira e descrive in questo suo grande libro. Il suo è un viaggio alla ricerca delle sue radici e, insieme, delle storie degli uomini e delle donne che come lui hanno esplorato, sognato e scalato il "più nobile scoglio d'Europa" come l’ha definito il poeta e pittore John Ruskin.
Con "Cervino. La montagna leggendaria", Hervé Barmasse ci accompagna in quell'universo infinito di roccia e neve cercando tra le sue pieghe una strada verso la vetta ma anche verso il suo cuore, come sanno fare solo gli alpinisti e come ha saputo fare molte volte anche lui su questa sua montagna.
Così si ripercorrono le vicende dei pionieri dell'alpinismo, seguendo passo dopo passo quegli antenati che inventarono ed esplorarono l'impossibile vetta. Allo stesso tempo i vari tentativi, i fallimenti e i successi che si susseguono ci permettono di addentrarci nell'universo verticale di questa immensa montagna. Di conoscere i suoi tanti corteggiatori, alias alpinisti, che l'hanno tentata, che hanno sofferto e gioito, che si sono avventurati e, a volte, si sono anche persi in questo loro sogno.
Riusciamo, anche noi lettori, a scorgere le prospettive più impensate. Immaginiamo quella vetta e quella croce di vetta. Ci perdiamo nei labirinti delle sue immense quattro pareti che dritte puntano al cielo. Saliamo e scendiamo per quelle sue sei creste. Restiamo ipnotizzati dalle immagini, bellissime e imperdibili. E finiamo per desiderarlo anche noi il Cervino. Sentiamo di volergli bene anche, quasi quanto l'autore stesso ama questa sua immensa montagna-madre.