Capocordata

La mia vita di alpinista
Narrativa
Tutto Cassin direttamente da Riccardo Cassin. Il racconto di una vita di alpinista e uomo nel suo sincero e diretto 'colloquio' con la montagna.
Planetmountain
Anno
2001
Editore
Vivalda Editori
Recensitore
Vinicio Stefanello
Prezzo
37000
Pagine
383
Lingua
Italiano
ISBN
88-7808-152-3


Torre Trieste, Ovest di Lavaredo, Walker alle Grandes Jorasses, Badile, poi Gasherbrum IV, McKinley. Tutti ‘ultimi grandi problemi’. Tutti regolarmente risolti con ascensioni firmate Riccardo Cassin. Ma qual’è il segreto di questo friulan-lecchese, di questo ragazzo del 1909 che riusciva lì dove altri fallivano? In molti se lo saranno domandati. Magari guardando e riguardando quella famosa foto, riprodotta sulla copertina di Capocordata, che lo ritrae con Tizzoni ed Esposito al ritorno dalle Grandes Jorasses. E le altre contenute in questo suo ultimo libro che raccoglie, rivisti e corretti, alcuni suoi ‘recit d’ascension’ già pubblicati insieme ad altri inediti. Sono fotografie di una vita. Mostrano i primi passi di Cassin sulle pareti delle Grigne, i compagni di scalata, l’incontro con il ‘maestro’ Comici, le salite, la famiglia. E poi il Cassin partigiano. Quello delle spedizioni extraeuropee. Il suo ritorno, all’età di 78 anni, sulla parete nord est del Badile. Foto di gruppo, flash di ascensioni. Immagini coinvolgenti nella loro semplicità, come solo i ricordi di quel che è stato sanno essere. Come i ricordi di Cassin che racconta se stesso e il suo colloquio (come lo definisce lui) di tutta una vita con la montagna. Scarno, preciso, franco, Riccardo va al nocciolo della questione che per lui è salire le montagne, andare in parete. La sua è una passione non facile. E’ costretto ad usare i pochi ritagli di tempo che gli lascia il duro lavoro in officina. Così può accadere che si presenti per la grande prima dello Sperone Walker, senza mai essere stato sul Monte Bianco, con l’unico riferimento di una cartolina della Nord delle Jorasses. Oppure che attacchi gli strapiombi della Ovest di Lavaredo nella nebbia, chè non c’è tempo da perdere se si vuole farla prima dei tedeschi. E molte volte deve ‘indovinare’ anche la discesa. E’ lui il Capocordata. A lui si affidano i compagni trascinati da questa spinta che sembra inesauribile. Il suo è un atteggiamento pragmatico quanto chiaro, leale e senza compromessi. E’ aperto al futuro Riccardo, lo è sempre stato. E’ curioso delle novità. Basta leggere le brevi righe dedicate alle polemiche sulle tecniche di salita artificiale. Parenti strette di tutte le polemiche fra vecchio e nuovo. “Maniscalchi” e “ignari dell’etica alpinistica”, così erano definiti quelli (e tra questi Cassin) che le utilizzavano. E Cassin di rimando: “Da parte nostra non disconosciamo l’opera di chi ci ha preceduto, anzi, siamo passati anche noi per la stessa strada e con l’identico entusiasmo, ma poi abbiamo preferito proseguire – sia pure con l’uso dei chiodi – anziché marciare sul posto nella fase romantica e contemplativa”. E’ un sassolino che, prima con i fatti - quelli delle sue salite - e poi anche con la penna, Cassin si toglie dalle scarpe. Come quello molto più grosso, pare di capire, che gli è rimasto dopo l’esclusione dalla spedizione di Ardito Desio al K2. Spedizione alla quale aveva dato il suo fondamentale contributo nella preventiva fase di esplorazione della montagna. Però Cassin vola alto, sopra queste ferite. Come del resto fa, con eleganza, quando racconta in sordina le sue (molte) imprese, incluse quelle della lotta partigiana. Del resto lui è, come splendidamente scrive nella prefazione Fosco Maraini, l’ ‘uomo rupe’. L’uomo creato apposta da Dio per scalare le montagne. Nato per sopportare i bivacchi in parete, le tempeste e la vita. E’, in sintesi, Riccardo Cassin.



Anno
2001
Editore
Vivalda Editori
Recensitore
Vinicio Stefanello
Prezzo
37000
Pagine
383
Lingua
Italiano
ISBN
88-7808-152-3