Adam The Climber
È un racconto avvincente, epico, profondamente umano, frutto di un duro lavoro di raccolta di materiale e chiacchierate, di chi ha accompagnato la storia di questo campione. Adam Ondra e Pietro dal Prà sono coautori ed amici, tra loro c’è grande intesa e reciproca stima.
Nella prefazione del libro Erri De Luca scrive: "[…] Pietro Dal Prà percorre la vita e le realizzazioni di questo fenomeno […]. Lo fa con precisione di dettagli che affascina invece di distogliere […] Ogni capitolo è una storia nuova […]. Pietro ha il senso della sceneggiatura […] Alla sua scrittura si affiancano le riflessioni di Adam Ondra. Servono a completare dall’interno della persona la spettacolare storia di chi ha stabilito l’assoluto nell’arte di scalare".
È un racconto epico perché nei suoi primi 30 anni Adam è stato innegabile protagonista dell’arrampicata ed il libro ripercorre con dovizia di particolari la sua crescita, i suoi numerosi successi, i suoi - pochi, a dire il vero – fallimenti e il percorso per alzare l’asticella della difficoltà su tutti i terreni.
Ne esce un ritratto di Adam profondamente umano. Dalla sua incapacità da bambino di gestire la frustrazione del “fallimento” nella scalata – è la madre che gli suggerisce di trasformare il pianto in urla, poi sentendo il figlio imprecare se ne pentirà; dallo stretto rapporto con la famiglia – una famiglia fuori dal comune, dai profondi valori, tutti arrampicatori e amanti dell’outdoor, sorella compresa, maggiore di lui di otto anni che Adam stima molto; alla crescita vertiginosa come climber e come uomo, fino all’esperienza della paternità.
A Pietro c'è voluto del tempo per “masticare e digerire”, insomma introiettare tutto il materiale raccolto che compone la storia, dalla quale traspare anche la propria visione dell’arrampicata. Quasi si interroga, tra le righe, delicatamente, sul perché un arrampicatore come Adam, simile a lui per tanti aspetti, riesca ad amare anche la plastica e le competizioni.
Quasi a rispondere Adam spiega che i giovani atleti nelle gare si allenano duramente, si specializzano sulla plastica, imparano a conoscerne le prese e le tattiche e condividono in ricognizione le beta per risolvere i passaggi sempre più impegnativi, viaggiano insieme, stringono nuove amicizie per poi darsi appuntamento in falesia.
Sulle Big Wall Adam impara ad arrampicare con Pietro che si occupa del materiale, delle manovre e sente la responsabilità dell’incolumità di un Adam acerbo e inesperto di grandi pareti, una cordata che è da subito impressionante per velocità e affiatamento, due generazioni che si confrontano. E del resto il motto di Adam è “non avere paura di avere paura”. Così si inchinano al suo talento e alla sua determinazione i monotiri più iconici e duri e le grandi multipitch più difficili al mondo.
Tanti gli aneddoti, dal drammatico errare a-vista alla ricerca della sosta sull'ultimo tiro di Silbergeier, alla giornata a Voralpsee con Pietro e Beat Kammerlander, alla Dura Dura provata con Chris Sharma, ai consigli di Patxi Usobiaga per affrontare le competizioni, alla incredibile ripetizione della Dawn Wall, per finire con la scaramantica abitudine di partire sempre con un numero pari di rinvii all’imbrago.
Il libro è per stessa ammissione ed intenzione dei due autori una testimonianza, il racconto di un’epoca storica, il dietro le quinte dei successi di Adam. Ne traspare, inoltre, un messaggio alle nuove generazioni perché esplorino, si appassionino alla roccia, all’avventura, condividano esperienze, andando oltre i confini delle palestre indoor, seguendo valori di integrità e onestà, in una ricerca di amore assoluto per l’arrampicata in tutte le sue forme.
di Nicoletta Costi e Nicola Noè.