Via dei Pòpi in azione + variante - Prima Pala di San Lucano
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Via dei Pòpi in azione + variante: Prima Pala di San Lucano, Dolomiti (Jacopo Biserni, Arturo Dapporto 16/09/2018
Planetmountain
Bellezza
Primi salitori
Lorenzo Massarotto, Danilo Zonta (7 settembre 1992), variante Jacopo Biserni, Arturo Dapporto da S2 a S7 (16 settembre 2018)
Autore scheda
Jacopo Biserni
Lunghezza dislivello
515 m
Difficoltà
VII
Via dei Popi in azione è stata aperta da Lorenzo Massarotto e Danilo Zonta nel 1992 a sinistra del Pilone Titan. La variante è costituita da 5 lunghezze indipendenti ed è caratterizzata nella parte centrale dal superamento di una placca meravigliosamente lavorata a buchi che abbiamo valutato di VII grado dove abbiamo lasciato 2 cordini in clessidre, e da un successivo diedrino dall’arrampicata faticosa e tecnica. Per permettere l’orientamento abbiamo lasciato alcuni cordini nelle clessidre delle soste di S5 e S6 oltre a quelli citati nella placca del quinto tiro. Lungo i tiri abbiamo usato invece solo protezioni veloci.
Accesso
Si percorre il sentiero 765 che da Forno di Val risale il “Boral della Besauzega”, giunti alla fine del tratto attrezzato con funi e fittoni d’acciaio che permette l’uscita dal Boral verso destra imboccare il canale che scende ripido dalle pareti della Prima Pala e risalirlo (II e III) fino ad arrivare all’altezza di una grande cengia erbosa che permette di accedere a 2 pulpiti dove sono presenti dei pini. Traversare verso sinistra sino a raggiungere il primo pulpito dove sono presenti 2 pini ed oltrepassarlo fino a raggiungerne un secondo dove è presente un pino isolato, posto in corrispondenza della verticale di un grande diedro giallo e nero ben visibile già quando si percorre la cengia. Questo diedro si trova circa 100 metri sopra l’attacco e dà la direttiva per raggiungere la seconda sosta posta qualche metro al di sotto (3,5/4 ore). Itinerario
L1: Salire una placchetta per circa 4 metri ed uscire sulla destra con l’aiuto di alcuni mughi sporgenti su un terrazzino erboso, obliquare a sinistra su un’altra placca per poi deviare leggermente a destra in verso un diedrino affiancato da una fessura a “falce” che obliqua da destra verso sinistra, sostare alla base del diedro dove si trova un vecchio chiodo di Massarotto (50m V/III/IV+)
L2: Salire il diedrino ed usciti spostarsi leggermente a sinistra per risalirne un successivo, poi per placche articolate fin sotto alla verticale di un tettino nero a freccia posto a sinistra del grande diedro obliquo visibile dal basso (50m V/IV+ sosta da attrezzare)
L3: Inizio variante diretta:
Dalla sosta spostarsi leggermente a destra e con passi impegnativi salire dritti per una placca puntando al tetto nero, una volta raggiunto aggirarlo verso sinistra e uscire in placca con passo atletico, raggiungere poi un piccolo catino sulla sinistra con nicchie e buco giallo, per poi risalire verso destra dove è presente un diedrino formatosi da una piccola frana evidente, rimanere sulla parete destra del diedrino fino alla sosta.
(40m VI+/VI+/V sosta da attrezzare)
L4 Attraversare a sinistra evitando così un piccolo strapiombo sopra lo sosta e proseguire poi per un canale/diedro erboso per circo 5 metri, primo della sua fine obliquare a destra per una placca lavorata. Si supera attraversando a destra, una prima fascia leggermente strapiombante con 2 clessidre, (fin qui 28 m) fino a raggiungere un terrazzino di sosta posto sotto a un piccolo strapiombo facente porte di una più ampia fascia strapiombante che si sviluppa verso destra. Sosta da attrezzare con clessidra, 35 m IV+, V. NB. Non sostare dopo 28 m sulle due clessidre, da dove si noterà un cordino in kevlar sulla placca di sinistra, lasciato da noi causa errore (Beppe Ballico )
L5: Salire a sinistra lo strapiombino e guadagnare con passo delicato la parete soprastante, poi obliquare leggermente a sinistra fino ad arrivare sotto ad una placca magnificamente lavorata a buchi con qualche striatura nera a concrezioni. Salirla verticalmente con arrampicata entusiasmante di tecnica e movimento fino ad arrivare ad una grande nicchia sulla destra sormontata da tetti. (50m VII continuo, lasciati 2 cordini in clessidre lungo la placca, sosta su grande clessidra gialla e friend micro, lasciata fettuccia in sosta)
L6: Traversare a sinistra su roccia instabile verso il margine sinistro del tetto fino a scorgere un piccolo diedro verticale stretto e di difficile accesso, risalirlo con passi complicati per poi uscirne a sinistra su roccette e mughi fino a raggiungere una nicchia sotto a un diedro.
(V/VII/V 30 m sosta su grande clessidra, lasciato un cordino nero)
L7: Risalire il diedro ed al suo termine obliquare subito a destra per una rampa fino a raggiungere un grande canale detritico che divide il pilastro di sinistra dal pilastro “Titan” a destra. (50m IV+/III sosta da attrezzare)
L8: Da qui l’itinerario si riporta sulla “via dei Pòpi”:
proseguire nel canale per roccette fino alla base di una parete di roccia nera lavorata in prossimità di una nicchia sotto a piccoli strapiombi neri (50m III sosta su clessidra)
L9: Salire con passo iniziale atletico il piccolo strapiombo a sinistra della sosta, proseguire poi verticalmente lungo la parete di roccia scura fino alla cima del pilastro/spalla uscendo per un canalino sulla destra fino a sostare su gradinata rocciosa sotto a tetti neri.
(50m V/IV+ sosta su clessidre)
L10: Da qui l’itinerario si unisce alla “via dei Fratelli”:
obliquare verso destra per placca articolata fino alla base di un diedro nascosto e risalirlo (2 chiodi) fino al suo termine dove si sosta. (40m IV+/V+ sosta su due chiodi uno lasciato da noi)
L11: Leggermente a destra della sosta e poi verticali a sx in direzione di mughi, poi per placca si raggiunge una cengia e per altri salti verticali si giunge alla sommità (70m IV+/IV sosta su mughi) Discesa
Dai mughi salire obliquando a sinistra fino a raggiungere un pendio erboso che in breve conduce al sentiero 765 e al bivacco Bedin. Note
Roccia: da buona ad ottima (qualche breve tratto friabile nel 6° e 9° tiro) .
Prima ripetizione Thomas Baldisserra, Beppe Ballico 28/09/2018 che confermano i gradi. Attenzione: a causa di un errore, sul quarto tiro Baldisserra e Ballico hanno lasciato un cordino fuorviante per altri ripetitori. Leggere bene la relaizione riportata sopra.
Si percorre il sentiero 765 che da Forno di Val risale il “Boral della Besauzega”, giunti alla fine del tratto attrezzato con funi e fittoni d’acciaio che permette l’uscita dal Boral verso destra imboccare il canale che scende ripido dalle pareti della Prima Pala e risalirlo (II e III) fino ad arrivare all’altezza di una grande cengia erbosa che permette di accedere a 2 pulpiti dove sono presenti dei pini. Traversare verso sinistra sino a raggiungere il primo pulpito dove sono presenti 2 pini ed oltrepassarlo fino a raggiungerne un secondo dove è presente un pino isolato, posto in corrispondenza della verticale di un grande diedro giallo e nero ben visibile già quando si percorre la cengia. Questo diedro si trova circa 100 metri sopra l’attacco e dà la direttiva per raggiungere la seconda sosta posta qualche metro al di sotto (3,5/4 ore). Itinerario
L1: Salire una placchetta per circa 4 metri ed uscire sulla destra con l’aiuto di alcuni mughi sporgenti su un terrazzino erboso, obliquare a sinistra su un’altra placca per poi deviare leggermente a destra in verso un diedrino affiancato da una fessura a “falce” che obliqua da destra verso sinistra, sostare alla base del diedro dove si trova un vecchio chiodo di Massarotto (50m V/III/IV+)
L2: Salire il diedrino ed usciti spostarsi leggermente a sinistra per risalirne un successivo, poi per placche articolate fin sotto alla verticale di un tettino nero a freccia posto a sinistra del grande diedro obliquo visibile dal basso (50m V/IV+ sosta da attrezzare)
L3: Inizio variante diretta:
Dalla sosta spostarsi leggermente a destra e con passi impegnativi salire dritti per una placca puntando al tetto nero, una volta raggiunto aggirarlo verso sinistra e uscire in placca con passo atletico, raggiungere poi un piccolo catino sulla sinistra con nicchie e buco giallo, per poi risalire verso destra dove è presente un diedrino formatosi da una piccola frana evidente, rimanere sulla parete destra del diedrino fino alla sosta.
(40m VI+/VI+/V sosta da attrezzare)
L4 Attraversare a sinistra evitando così un piccolo strapiombo sopra lo sosta e proseguire poi per un canale/diedro erboso per circo 5 metri, primo della sua fine obliquare a destra per una placca lavorata. Si supera attraversando a destra, una prima fascia leggermente strapiombante con 2 clessidre, (fin qui 28 m) fino a raggiungere un terrazzino di sosta posto sotto a un piccolo strapiombo facente porte di una più ampia fascia strapiombante che si sviluppa verso destra. Sosta da attrezzare con clessidra, 35 m IV+, V. NB. Non sostare dopo 28 m sulle due clessidre, da dove si noterà un cordino in kevlar sulla placca di sinistra, lasciato da noi causa errore (Beppe Ballico )
L5: Salire a sinistra lo strapiombino e guadagnare con passo delicato la parete soprastante, poi obliquare leggermente a sinistra fino ad arrivare sotto ad una placca magnificamente lavorata a buchi con qualche striatura nera a concrezioni. Salirla verticalmente con arrampicata entusiasmante di tecnica e movimento fino ad arrivare ad una grande nicchia sulla destra sormontata da tetti. (50m VII continuo, lasciati 2 cordini in clessidre lungo la placca, sosta su grande clessidra gialla e friend micro, lasciata fettuccia in sosta)
L6: Traversare a sinistra su roccia instabile verso il margine sinistro del tetto fino a scorgere un piccolo diedro verticale stretto e di difficile accesso, risalirlo con passi complicati per poi uscirne a sinistra su roccette e mughi fino a raggiungere una nicchia sotto a un diedro.
(V/VII/V 30 m sosta su grande clessidra, lasciato un cordino nero)
L7: Risalire il diedro ed al suo termine obliquare subito a destra per una rampa fino a raggiungere un grande canale detritico che divide il pilastro di sinistra dal pilastro “Titan” a destra. (50m IV+/III sosta da attrezzare)
L8: Da qui l’itinerario si riporta sulla “via dei Pòpi”:
proseguire nel canale per roccette fino alla base di una parete di roccia nera lavorata in prossimità di una nicchia sotto a piccoli strapiombi neri (50m III sosta su clessidra)
L9: Salire con passo iniziale atletico il piccolo strapiombo a sinistra della sosta, proseguire poi verticalmente lungo la parete di roccia scura fino alla cima del pilastro/spalla uscendo per un canalino sulla destra fino a sostare su gradinata rocciosa sotto a tetti neri.
(50m V/IV+ sosta su clessidre)
L10: Da qui l’itinerario si unisce alla “via dei Fratelli”:
obliquare verso destra per placca articolata fino alla base di un diedro nascosto e risalirlo (2 chiodi) fino al suo termine dove si sosta. (40m IV+/V+ sosta su due chiodi uno lasciato da noi)
L11: Leggermente a destra della sosta e poi verticali a sx in direzione di mughi, poi per placca si raggiunge una cengia e per altri salti verticali si giunge alla sommità (70m IV+/IV sosta su mughi) Discesa
Dai mughi salire obliquando a sinistra fino a raggiungere un pendio erboso che in breve conduce al sentiero 765 e al bivacco Bedin. Note
Roccia: da buona ad ottima (qualche breve tratto friabile nel 6° e 9° tiro) .
Prima ripetizione Thomas Baldisserra, Beppe Ballico 28/09/2018 che confermano i gradi. Attenzione: a causa di un errore, sul quarto tiro Baldisserra e Ballico hanno lasciato un cordino fuorviante per altri ripetitori. Leggere bene la relaizione riportata sopra.
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Bellezza
Primi salitori
Lorenzo Massarotto, Danilo Zonta (7 settembre 1992), variante Jacopo Biserni, Arturo Dapporto da S2 a S7 (16 settembre 2018)
Autore scheda
Jacopo Biserni
Lunghezza dislivello
515 m
Difficoltà
VII
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