Tartaruga volante è la prima via sulla parete "La pèrie de Sarò", tradotto letteralmente "La pietraia di Sarral" in località Rhemes-Saint-Georges in Valle d'Aosta.
La via è stata interamente aperta dal basso. L'idea iniziale era per una via trad, attaccando la parete nei punti più deboli ed utilizzando il meno possibile trapano e fix. Proseguendo nello sviluppo la roccia e la sua conformazione ci hanno costretto ad utilizzarli, oltre a due serie di friend (serie normale e serie di micro/dal triplo zero al 3 della BD) per garantirci le necessarie protezioni. Le soste sono a due fix con catena ed anello di calata fino a L9, da qui in poi due fix con anello di calata e collegate tramite cordone.
Accesso generale
Autostrada A5, uscita Aosta Ovest, direzione Courmayeur. Superato l'abitato di Villeneuve, svoltare verso la valle di Rhemes. Dopo l'abitato di Introd, in prossimità di una casetta dell'acquedotto, a circa 8km dalla statale, poco prima di giungere a Rhemes-Saint-George, percorrendo un rettilineo si noterà una strada che scende verso destra. Percorsi circa 200m in discesa parcheggiare in prossimità del ponte che attraversa la Dora di Rhemes.
Accesso
Non è presente un sentiero segnato. Puntare alla parete.
Accesso consigliato: Superare il ponte e percorrere la strada sterrata per circa 100m fino a superare il primo tornante. Subito dopo, 50m circa, alla fine di muro di contenimento salire sul prativo e attraversarlo in diagonale fino ad entrare nel bosco ed incontrare l'impluvio (superato un tronco abbattuto si arriva ad un grosso masso grigio). Da qui imboccare il letto del torrente asciutto e risalirlo fino alla pietraia che adduce alla base della parete (mantenendosi sulla sinistra seguendo gli ometti segnavia). Giunti alla base del paretone l'attacco della via si trova all'estrema destra. 45m dalla macchina
Itinerario
L1: 6b. 45m due fix e qualche chiodo poi per diedro fessurato alla fine del quale si trova una grossa fessura sulla destra. Lunghezza da integrare
L2: 7c. 20m salire lo scudo per fix e chiodi. Sosta successiva sulla destra in prossimità di grossa cengia con alberello.
L3: 6c. 45m puntare a destra verso un diedro/tetto fessurato con fix alla base, poi proseguire per chiodi e successivamente di nuovo fix. Lunghezza da integrare (allungare le protezioni per evitare attriti).
L4: 8a. 35m dal primo al secondo fix si punta all'evidente fessura da integrare poi per fix fino al ribaltamento. Da qui le difficoltà diminuiscono, proseguire per fessura sopra alberello fino a giungere ad una seconda grossa fessura fuori misura (si scala all'interno) seguono un fix e sosta sulla destra. Lunghezza da integrare.
L5: 7a. 25m progredire su fix fino al cordone (dal quale si può fare un pendolo per evitare gli attriti dentro al grosso diedro 6b) e arrampicare un breve tratto molto estetico in discesa.
L6: 7b. 30m seguire i fix fino alla sosta nascosta in un piccolo diedrino sopra l'ultimo ribaltamento. Utile integrare dalla sosta al primo fix.
L7: 7b. 30m seguire l'evidente linea di fix, non è necessario integrare ma la chiodatura rimane allegra.
L8: 7c+/8a. 30m per fix, poi proseguire in verticale per diedro fessurato da integrare. Sosta sulla sinistra di un alberello al termine del grosso tetto.(si è rotta una presa e ne è nata una più grossa)
L9: 7b. 35m a destra per grosso diedro poi in placca che finisce in un altro diedro liscio. Leggero strapiombo finale. Chiodatura molto allegra possibile integrare.
L10: 8a. 20m strapiombo a tacche e buchi molto estetici.
L11: 6a. 15m puntare dritti sopra di voi per tiro a grossi buchi orizzontali molto estetici.
L12: 7a. 45m partire a destra per diedro poi leggermente a sinistra per altro diedro poi placca in uscita.
L13: 4° 50m le due prossime lunghezze superano una grossa cengia presente a circa 2/3 della parete. Procedere quindi per erba e facili roccette. sosta sopra di voi a sinistra di un ginepro.
L14: 4° 55m procedere per erba e roccette fino ad un evidente e grosso scudo di roccia sul quale è presente la sosta. (presente un fix lungo il tiro)
L15: 6b. 45m partire a sinistra ancora per erba e roccette poi per fix verso destra e di nuovo dritti sopra di voi. ATTENZIONE!! Da qui la situazione si fa "dolomitica". Prestare molta attenzione a cosa si tira e attaccare la parete non per la via più debole bensì per dove la roccia è evidentemente più solida. Presenti 3 fix e un chiodo su questa lunghezza. Possibile integrare
L16: 6c. 40m puntare, sempre per roccia più sana, a diedro fessurato e leggero strapiombo spittato. Presenti 6 fix e un chiodo su questa lunghezza. Possibile integrare
L17: 6c. 30m progredire sopra di voi sempre cercando roccia sana. Presenti 3 fix e un chiodo. Possibile integrare
L18: 6a. 30m partire leggermente a destra e puntare l'evidente grosso sasso a forma di triangolo e leggermente strapiombante a sinistra di un grosso larice. Sosta dentro al grosso diedro con ginepro a sinistra di questo grosso masso.
Discesa
In doppia lungo la via per soste attrezzate. (ATTENZIONE: con corde da 60m dalla sosta di L5 ci si può calare fino alla sosta di L3 con un avanzo di pochi metri di corda. Presenti fix per calate in traverso)
Materiale
casco, 2 mezze corde da 60m, 12 rinvii, due serie di friend (esempio: Black Diamond: 1 serie dal 0.3 al 3 e una serie dei micro)
Note
Chiodatura realizzata con alcuni chiodi e fix da 10mm, che alle soste sono in coppia con catena. Da L9 in poi le soste sono a due fix (uno dei quali con anello) collegati con cordone. La roccia è buona ad eccezione di qualche sezione in cui bisogna far attenzione a cosa si tira.
Copertura reti mobili: vodafone 100% / wind 100%
04/10/2017 la prima libera in alternata insieme al mio amico Gilles Plat. (AF)
07/10/2017 l'atleta della Sezione Militare Alta Montagna Filip Babicz sale l'intera linea, fino a L8, da primo e liberando tutti i tiri. Questo il suo commento: La via in questione, lunga 260 metri, è divisa in 8 lunghezze che si caratterizzano con diversi stili di scalata dalle placche appoggiate ad un tetto orizzontale lungo circa 10 mt. Non sono però le difficoltà tecniche di pura arrampicata ad essere la sfida maggiore di questa via ma bensì l'itinerario di grande impegno complessivo che ha poco in comune con le vie multipitch di arrampicata sportiva più classiche; il misto tra la qualità di roccia, friabilità di appigli, protezioni distanti tra spits, chiodi e friends e le doppie diagonali fanno di questa via un bel banco di prova di stampo puramente alpinistico
Un ringraziamento particolare lo devo anche ad Hiromi Gerard che nelle prime lunghezze ci ha accompagnati ed aiutati nella realizzazione di questo progetto.