Lozet, Autagnas e Soubras e il Rifugio La Chardouse

Franco Voglino e Annalisa Porporato
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Lozet, Autagnas e Soubras e il Rifugio La Chardouse
Planetmountain
Bellezza
Autore scheda
Franco Voglino e Annalisa Porporato
Lunghezza dislivello
5 km
Dislivello salita
300m
Dislivello discesa
300m
Difficoltà
Medio
Orario
1 ora e 45 minuti di percorrenza
Partenza
Vanzon 1650m



Uscendo dalla borgata di Vazon (1650 mslm) in direzione del parcheggio si imbocca il sentiero parallelo alla strada asfaltata segnalato dai cartelli “Lozet – Desertes”. Si sale in modo abbastanza deciso su carrareccia fino ad incrociare la strada sterrata che proviene da Vazon. La si segue verso sinistra in salita graduale. Volendo, si possono percorrere i sentieri che permettono di “tagliare” i tornanti, ma questi hanno quasi tutti un fondo molto acciottolato e sono parecchio ripidi e, trattandosi dell’inizio del cammino, potrebbero “tagliare” anche le gambe dei piccoli escursionisti. Inoltre, si potrebbero perdere il bivio che abbandona la strada stessa un poco più avanti.
Si abbandona la sterrata imboccando la stradina sulla sinistra (cartelli “Lozet”) che scende un poco per poi risalire leggermente e addentrarsi nel bosco di abeti e larici, fino a raggiungere con un dislivello ormai quasi nullo, la borgata di Lozet (1746 mslm) posto su una spettacolare balconata verso il Monte Chaberton.
La borgata presenta ancora molte case con l’originale tetto in scandole di legno. Volendo, si può tornare indietro per la strada appena fatta ma suggeriamo il giro circolare.
Giunti presso le abitazioni si prende a sinistra (cartello “Desertes”, fontana poco oltre) scendendo in modo ripido. Questo tratto si presenta alquanto impegnativo poiché incanalato e con molti sassi. Può essere una buona soluzione passare per i prati paralleli al sentiero. Si passa accanto alcune case isolate purtroppo in rovina ma che presentano un’architettura moltocaratteristica. Si passa accanto all’edificio (tracce bianche-rosse) continuando in discesa decisa fino ad un bivio che va seguito verso sinistra (cartello “Autragnas”).
Nota: si noteranno alcuni cartelli che segnano “Vazon e rifugio” nella direzione da cui arriviamo. Non abbiate timore, e proseguite.
Il sentiero si fa inizialmente erboso e gradevole, in graduale pendenza, per poi divenire di nuovo sassoso e raggiungere la borgata di Autagnas (1676 mslm).
La si attraversa continuando in discesa (volendo, si può compiere una brevissima deviazione verso destra per la chiesetta).
Il sentiero si incunea e diviene nuovamente molto sassosi in alcuni punti, a di nuovo si può passare sull’argine mantenendosi paralleli.
Ad un primo bivio, non segnato, ci si mantiene sempre a sinistra e verso il basso. Il bivio seguente ha il cartello “Soubras – Vazon” e punta decisamente verso sinistra lungo una traccia tra il prato.
Si seguono i segni gialli sugli alberi mantenendosi sempre nella stessa direzione e alla vista appare già la borgata di Soubras (1477mslm ) che si raggiunge con una bella passeggiata quasi tutta in falso piano.
Si entra nella borgata puntando verso l’alto (segno di un triangolo giallo) fino alla grande fontana. Da qui si prende a sinistra (cartello “Vazon” un po’ nascosto sotto la tettoia).
Variante: volendo, è possibile raggiungere la chiesetta isolata dedicata a San Barnaba e che sorge sul luogo ove fu rinvenuta una necropoli preromana.
La strada sale inizialmente in modo abbastanza ripido per poi pianificarsi e raggiungere piacevolmente la borgata di Vazon (1650 mslm), si passa davanti alla chiesetta dedicata alla Madonna delle Nevi e si raggiunge di nuovo il rifugio.
Accesso generale

Dove: Alta Valle di Susa, Borgata Vazon, 10056 Oulx (TO), altitudine 1659 mslm. Coordinate GPS Nord 45°01’02.87’’ Est 6°48'55.08’’.
In auto: Dalla A32 per Bardonecchia, uscita Oulx Est, indicazioni per il centro di Oulx. Dopo il distributore di benzina si gira a destra (indicazioni bianche “Stazione FS”) e si attraversa il ponte sulla Dora Riparia. Si prende la prima via a sinistra (Via Cotolivier) proseguendo su questa strada anche oltre il cartello che avvisa dei periodi di chiusura invernali (dal ponte circa 7 km di buona strada montana, asfaltata). Parcheggio verso la parte alta della borgata che è chiusa al traffico. Il rifugio è nel centro di essa, accanto alla chiesa, a poca distanza dal parcheggio.
Con mezzi alternativi: La stazione ferroviaria più vicina è quella di Oulx, a circa 500 metri dal ponte (www.trenitalia.it).
A piedi: Due possibili vie. Da Oulx (600 metri di dislivello, 6 km circa solo andata, un paio di ore di tempo, difficoltà facile) si segue la segnaletica “G” che percorre la parte iniziale di Via Cotolivier e che passa per la frazione di Pierremenaud. L’altro itinerario parte dalla borgata di Amazas che si trova 5 km a sud di Oulx, collegata dalla stazione con mezzi pubblici (470 metri di dislivello, 5 km circa solo andata, 1 ora e mezza di tempo, difficoltà facile). Si attraversa la borgata di Amazas e si imbocca la sterrata a sinistra fino alla borgata di Soubras. Alla fontana di questa, si segue verso sinistra per Vazon (cartello segnaletico sotto la tettoia).

Note

Rifugio di categoria C posto in posizione panoramica sulla Val di Susa, con vista che spazia  verso il Gran Bosco di Salbertrand ed il Rocciamelone (3.538 mslm) e, dalla parte opposta, verso lo Chaberton (3.131 mslm).
Consta di un edificio a tre piani ben inserito nel cuore della borgata e che presenta anche all’interno caratteristiche architettoniche originali del 1700.
Al pian terreno si trova un accogliente ingresso, la cucina, la sala da pranzo da 50 coperti ed una saletta-lettura con una piccola biblioteca e giochi di società.
I menù proposti sono semplici e gustosi, con una predominanza di zuppe che variano ogni giorno (raramente viene proposta la polenta). Per i piccoli mettono a disposizione posate infrangibili e si preoccupano di proporre un menù bimbi.
Il primo piano è accessibile tramite una stretta scala interna molto ripida, forse un poco pericolosa ma che di sicuro renderà eccitati i piccoli ospiti facendoli sentire un po’ alpinisti.
Per salire si devono lasciare le scarpe e sono messe a disposizione ciabatte in gomma di tutte la taglie, a partire dalle più piccoline (dal 25 in poi).
Al primo piano si trova la zona notte con tre camere da 5, 6 e 9 letti matrimoniali e a castello, per un totale di 20 posti letto (al bisogno vengono aggiunti letti supplementari e, su richiesta, anche un lettino con sponde). Le stanze sono molto accoglienti e ben arredate, con spondine ai letti alti e abat-jour, e prese. Alla sera vengono messe a disposizione lucine da mettere nelle prese così da potersi alzare, in caso di necessità, senza accendere le luci principali.
I bagni sono in comune al piano, sono dotati di acqua calda e, in quello attrezzato per i disabili motori, di un piano di appoggio sfruttabile per i cambi di pannolini. Presente anche la doccia ed un lavello per la biancheria.
Nelle camere vi sono anche degli sgabelli stabili sfruttabili come rialzo per i piccoli che non arrivano al lavello.
Il riscaldamento è fornito da una stufa a legna nella saletta-lettura che fornisce anche acqua calda e alimenta, aiutata da pannelli solari, i termosifoni dislocati nelle camere da letto.
Lo spazio esterno è ampliato da un’ampia terrazza utilizzata come dehors in estate. Gli immediati dintorni sono costretti dalla dislocazione in centro paese ma non vi è assolutamente pericolo di traffico (il borgo è unicamente pedonale) e in pochi passi si raggiungono vasti pascoli aperti.

ULTERIORI INFORMAZIONI:
Curiosità:
“Chardousë” è il nome patois del fiore della Carlina, una specie di cardo gigante che tradizionalmente veniva appeso sulle porte delle abitazioni. Stando ai racconti, il fiore della carlina servivano come segnatempo, poiché le foglie si aprono o si chiudono secondo l’umidità dell’aria, ma pare che fosse anche una sorta di protezione contro streghe e spiriti maligni della notte… Sembra che il nome “Carlina” derivi da Carlo Magno poiché i suoi soldati la utilizzavano nientemeno che come rimedio per la peste! Ben pulito, il suo cuore sembra ricordi un po’ il cuore di carciofo, ma non provateci: oggi è una specie protetta!
Marchi: Si fregia del marchio “Yes”, il marchio di qualità che selezione i rifugi della provincia di Torino in base a massimi standard qualitativi riconosciuti a livello internazionale.
Un po’ di storia: L’edificio è ricavato da un antico edifico del 1700, ristrutturato nel 2007 dagli attuali proprietari. È catalogato come Rifugio Alpino poiché aperto anche in inverno ed è rifugio privato.

Contatti: Valentina Jorio e Claudio Sandrone, Borgata Vazon 5, 10056 Oulx (TO) – tel. +39.339.6085107 – +39.338.9343937 – info@rifugiolachardouse.it – www.rifugiolachardouse.it.
Apertura: Tutto l’anno i fine settimana e le festività. Tutti i giorni da giugno a settembre. Nota: dal primo innevamento invernale a metà aprile la strada chiude a Oulx ed il rifugio è raggiungibile solamente a piedi, necessarie le racchette da neve ma non sempre (telefonare al rifugio prima di incamminarsi).
Copertura telefonica: all’esterno buona per tutti gli operatori, più scarsa all’interno dei locali.
Attività: tra le molte cose segnaliamo i concerti di musica dal vivo.
Link: Turismo Torino e Provincia: www.turismotorino.org.

Cartografia
Hotel a mille stelle. Rifugi baby friendly + passeggiate a misura di bambino in Piemonte. Di Franco Voglino e Annalisa Porporato, espressione editore 2014




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Franco Voglino e Annalisa Porporato
Lunghezza dislivello
5 km
Dislivello salita
300m
Dislivello discesa
300m
Difficoltà
Medio
Orario
1 ora e 45 minuti di percorrenza
Partenza
Vanzon 1650m



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