Dolce Ricordo - Pizzo Deta
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Dolce Ricordo: Pizzo Deta, Appennino Centrale (Giovanni Maria Cianfarani, Massimiliano Facco, Luca Gasparini 03/03/2021)
Planetmountain
Bellezza
Primi salitori
Giovanni Maria Cianfarani, Massimiliano Facco, Luca Gasparini 03/03/2021
Autore scheda
Luca Gasparini
Versante
Nord
Lunghezza dislivello
900m totali (220m di via)
Difficoltà
TD/TD+; 75/80°,tratti a 90° misto fino al IV. Difficoltà scala moderna: AI 4; M4
Partenza
Prato di Campoli (1143m)
L’imponente versante Nord di questa bella montagna ben si presta a itinerari interessanti e di ampio respiro per praticare alpinismo con piccozza e ramponi, talora anche impegnativi e tecnicamente difficili, come questo aperto al centro della parete o come quelli aperti da Daniele Nardi poco più a destra, il quale ha sempre considerato questa piccola montagna di casa, il Pizzo Deta appunto, una vera montagna.
Come per la gran parte di questo genere di itinerari è necessario che dopo una fase abbastanza lunga di maltempo da ovest segua una fase di alta pressione che stabilizzi il manto nevoso e che ripulisca dalla neve non trasformata le rocce, altrimenti proteggersi e progredire risulta troppo difficile.
Questo nuovo itinerario si svolge in ambiente superbo e maestoso e che risulta spesso e a lungo in condizioni; da evitare, visto anche l’accesso alla parete, in caso di neve instabile e abbondante o con poca neve poiché i primi tiri potrebbero risultare eccessivamente difficili.
Come per la gran parte di questo genere di itinerari è necessario che dopo una fase abbastanza lunga di maltempo da ovest segua una fase di alta pressione che stabilizzi il manto nevoso e che ripulisca dalla neve non trasformata le rocce, altrimenti proteggersi e progredire risulta troppo difficile.
Questo nuovo itinerario si svolge in ambiente superbo e maestoso e che risulta spesso e a lungo in condizioni; da evitare, visto anche l’accesso alla parete, in caso di neve instabile e abbondante o con poca neve poiché i primi tiri potrebbero risultare eccessivamente difficili.
Accesso generale
A1 uscita Ferentino, poi superstrada per Sora uscita Veroli, dal paese provinciale per Casamari, dopo 2,5 km bivio a sinistra per Prato di Campoli, ancora 16 km, parcheggio alla fine della strada. Accesso
Si percorre in tutta la sua lunghezza il vasto prato in direzione NE, poi si segue un ramo della radura che si spinge verso N cominciando a salire più decisamente, fino ad entrare nel bosco, seguendo il vecchio sentiero del CAI che si mantiene con qualche svolta sul lato sinistro del fosso della Fragara. Dopo circa 45 minuti dalla partenza si esce dal bosco e si raggiunge il fosso (q. 1450 m) che va attraversato verso destra. Il sentiero ora si inerpica più ripido nel bosco, poi attraversa un´ampia radura verso sinistra (nord-ovest) ed un altro fosso sempre verso sinistra, più avanti piega decisamente a destra (nord-est; q. 1700 m) e risale con alcune svolte l´ultima fascia di bosco, fino ad uscire su terreno più aperto alla base dei vasti pendii sommitali, costellati di massi e radi pini mughi. Da qui il sentiero con molte svolte e sempre piuttosto ripido porta alla sovrastante cresta uscendone sul filo, dopo aver superato la deviazione che porta sulla sinistra al M. del Passeggio. Si segue ora in direzione est la cresta che risale al M. Pratillo (m 2007), che si può scavalcare oppure aggirare tagliandone il versante sud. Si arriva alla sella dove confluisce da nord lo spettacolare vallone di Peschiomacello. Da qui valutando le condizioni delle cornici nevose scendere nel ripido vallone del Peschiomacello fino a circa la metà e costeggiare la parete Nord fino all'attacco. Itinerario
L1: Salire dritti al centro della parete la colata per i primi 20 metri a 70° con passi a 80, quindi in leggera diagonale a sinistra e poi proseguire dritti per altri metri verticali ad 80° con passi a 90° andando a sostare a sinistra una volta usciti dalle diffcoltà; 55 mt (sosta 2 fix)
L2: Continuare su pendio nevoso più appoggiato 60/70° che si segue fino a sostare alla base di una placca sulla sinistra; 25 mt (sosta 2 fix)
L3: Attaccare subito sopra la sosta la placca con passi di misto e tratti a 85° per 5 metri, poi proseguire in traverso un pò esposto per 15 metri in modo da andare a riprendere la goulotte superiore, quindi dritti per altri 10 metri verticali passi a 90° fino ad uscire sul pendio sommitale; da qui dritti per altri 15 metri fino alla base dei strapiombi; 45 mt (sosta 2 fix)
L4: Dalla sosta del terzo tiro proseguire verso sinistra in un traverso molto esposto e a tratti verticale, questo è l'unico punto della parete che prende il sole quindi valutare le condizioni del ghiaccio, alla fine del traverso salire l’esile placca ghiacciata con passi a 90° e misto M4 fino a riprendere la goulotte che conduce alla sosta nel punto più estremo della parete; 35 mt (sosta 2 fix)
L5: Quindi attaccare l'ultimo tratto di parete ancora verticale che conduce dritti alla croce di vetta, c’è la possibilità di prendere due varianti di uscita, noi consigliamo quella di sinistra, più verticale ma con maggiori possibilità di proteggersi con friend vista la presenza di roccia sul lato sinistro; 55 mt Discesa
Stessa via di salita. Materiale
n.d.a , 7 chiodi da roccia , 4-5 chiodi da ghiaccio, serie di friend e dadi Note
Dalla vetta il panorama è grandioso: nelle giornate più limpide si distinguono chiaramente tutte le maggiori cime dell’ Appennino ed il mar Tirreno, con le isole Pontine.
A1 uscita Ferentino, poi superstrada per Sora uscita Veroli, dal paese provinciale per Casamari, dopo 2,5 km bivio a sinistra per Prato di Campoli, ancora 16 km, parcheggio alla fine della strada. Accesso
Si percorre in tutta la sua lunghezza il vasto prato in direzione NE, poi si segue un ramo della radura che si spinge verso N cominciando a salire più decisamente, fino ad entrare nel bosco, seguendo il vecchio sentiero del CAI che si mantiene con qualche svolta sul lato sinistro del fosso della Fragara. Dopo circa 45 minuti dalla partenza si esce dal bosco e si raggiunge il fosso (q. 1450 m) che va attraversato verso destra. Il sentiero ora si inerpica più ripido nel bosco, poi attraversa un´ampia radura verso sinistra (nord-ovest) ed un altro fosso sempre verso sinistra, più avanti piega decisamente a destra (nord-est; q. 1700 m) e risale con alcune svolte l´ultima fascia di bosco, fino ad uscire su terreno più aperto alla base dei vasti pendii sommitali, costellati di massi e radi pini mughi. Da qui il sentiero con molte svolte e sempre piuttosto ripido porta alla sovrastante cresta uscendone sul filo, dopo aver superato la deviazione che porta sulla sinistra al M. del Passeggio. Si segue ora in direzione est la cresta che risale al M. Pratillo (m 2007), che si può scavalcare oppure aggirare tagliandone il versante sud. Si arriva alla sella dove confluisce da nord lo spettacolare vallone di Peschiomacello. Da qui valutando le condizioni delle cornici nevose scendere nel ripido vallone del Peschiomacello fino a circa la metà e costeggiare la parete Nord fino all'attacco. Itinerario
L1: Salire dritti al centro della parete la colata per i primi 20 metri a 70° con passi a 80, quindi in leggera diagonale a sinistra e poi proseguire dritti per altri metri verticali ad 80° con passi a 90° andando a sostare a sinistra una volta usciti dalle diffcoltà; 55 mt (sosta 2 fix)
L2: Continuare su pendio nevoso più appoggiato 60/70° che si segue fino a sostare alla base di una placca sulla sinistra; 25 mt (sosta 2 fix)
L3: Attaccare subito sopra la sosta la placca con passi di misto e tratti a 85° per 5 metri, poi proseguire in traverso un pò esposto per 15 metri in modo da andare a riprendere la goulotte superiore, quindi dritti per altri 10 metri verticali passi a 90° fino ad uscire sul pendio sommitale; da qui dritti per altri 15 metri fino alla base dei strapiombi; 45 mt (sosta 2 fix)
L4: Dalla sosta del terzo tiro proseguire verso sinistra in un traverso molto esposto e a tratti verticale, questo è l'unico punto della parete che prende il sole quindi valutare le condizioni del ghiaccio, alla fine del traverso salire l’esile placca ghiacciata con passi a 90° e misto M4 fino a riprendere la goulotte che conduce alla sosta nel punto più estremo della parete; 35 mt (sosta 2 fix)
L5: Quindi attaccare l'ultimo tratto di parete ancora verticale che conduce dritti alla croce di vetta, c’è la possibilità di prendere due varianti di uscita, noi consigliamo quella di sinistra, più verticale ma con maggiori possibilità di proteggersi con friend vista la presenza di roccia sul lato sinistro; 55 mt Discesa
Stessa via di salita. Materiale
n.d.a , 7 chiodi da roccia , 4-5 chiodi da ghiaccio, serie di friend e dadi Note
Dalla vetta il panorama è grandioso: nelle giornate più limpide si distinguono chiaramente tutte le maggiori cime dell’ Appennino ed il mar Tirreno, con le isole Pontine.
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Bellezza
Primi salitori
Giovanni Maria Cianfarani, Massimiliano Facco, Luca Gasparini 03/03/2021
Autore scheda
Luca Gasparini
Versante
Nord
Lunghezza dislivello
900m totali (220m di via)
Difficoltà
TD/TD+; 75/80°,tratti a 90° misto fino al IV. Difficoltà scala moderna: AI 4; M4
Partenza
Prato di Campoli (1143m)
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