Klaas Willems: fibrosi cistica, coronavirus e perché la distanza ci rende più vicini

L’appello di Klaas Willems, fortissimo climber belga affetto da fibrosi cistica, di stare a casa per ridurre il rischio di diffusione del Coronavirus.
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Klaas Willems con sua sorella Jolien nel 2016, durante la sua ultima vacanza. Due mesi più tardi è deceduta a causa della fibrosi cistica. 'Dovevo indossare una mascherina per non contagiarla con i miei batteri'
archive Klaas Willems

Mi chiamo Klaas Willems e ho una malattia polmonare chiamata fibrosi cistica. Senza entrare troppo nei dettagli, è una malattia ereditaria che colpisce principalmente il sistema respiratorio e digestivo. Il corpo produce muco che può ostruire i polmoni ed il pancreas. Questa malattia mi è stata diagnosticata dalla nascita, i medici mi avevano dato 25 anni di vita. Adesso ne ho 33. Purtroppo mia sorella è deceduta a causa della stessa malattia nel 2016, a 32 anni. Non esiste una cura. Un semplice raffreddore può rivelarsi mortale.

Mi è sempre piaciuto fare sport. Essere fuori nella natura, respirare l'aria pulita, è dove sento che dovrei essere. Devo fare sport per rimanere in buona salute, sia fisica che mentale. Nei giorni migliori salgo l'8c, mi ritrovo su qualche big wall su El Capitan o a liberare le vie che ho chiodato in falesia in Sardegna. Nei brutti giorni invece riesco a malapena a strisciare fuori dal mio letto d'ospedale, che in quel preciso momento può anche sembrare come fare un 8c…

Anche se sono quello che molti considererebbero un buon climber, esserlo non è facile. Oltre al normale allenamento, dalla mattina alla sera devo prendere dei farmaci e fare esercizi di respirazione per rimanere sufficientemente sano da continuare a fare ciò che amo di più. Ovunque io sia, sia a letto in ospedale, o legato ad un portaledge a centinaia di metri sopra una valle. Arrampicare e stare all'aria aperta mi hanno salvato la vita. Ora però tutto ciò non è più possibile. Come molti nella nostra società, faccio parte del gruppo che può morire a causa di questo virus.

Come molti di noi, all'inizio non pensavo che questo virus sarebbe stato un grosso problema. Avrei semplicemente continuato ad arrampicare all’aperto, stando lontano dalle persone il più possibile. Ho pensato che questo sarebbe stato possibile se avessimo preso sul serio questo virus e se tutti avessimo agito in questa maniera.

Purtroppo però questo non funziona. Dobbiamo tutti accettare che contenere la diffusione di questo virus funziona soltanto quanto l'anello più debole della nostra società. E gli anelli più deboli, qui ad esempio in Belgio, sono quelle serate organizzate tra amici in casa ora che i bar sono chiusi. Quindi, invece di stare a casa propria, le persone continuano a frequentarsi. Le persone continuano a vivere la vita di tutti i giorni come se nulla fosse cambiato. Non riusciremo mai a contenere la diffusione di questo virus se soltanto una parte della nostra società rispetta le regole dateci dai nostri medici e scienziati.

Ci sono sufficienti articoli e grafici scientifici che mostrano come l'epidemia del coronavirus si stia intensificando e l'unica cosa da fare al riguardo è evitare di incontrare persone. Se volete informarvi, leggete quegli articoli al posto dei messaggi di Facebook. Non limitatevi ad ascoltare chi sta dicendo quello che volete sentire. Ogni dottore e ogni scienziato specializzato in virologia sta dicendo la stessa cosa: restate a casa ed evitate il contatto il più possibile.

Lo scorso fine settimana stavo ancora arrampicando in falesia. Ho notato che c'erano troppe persone che stavano in gruppi, senza rendersi conto del rischio del diffusione del virus. Capisco che se non conosci direttamente le persone che potrebbero morire per questo virus, può risultare difficile coglierne la gravità. Ma è palese: io, come molti altri che conosco, possono morire a causa di questo virus. E ad essere sincero, ho già avuto la mia parte di malattie, e preferirei non vedere se riesco a sopravvivere anche a questo. Quindi, anche se mi ammalo ogni volta che resto a casa a lungo e smetto di arrampicare all’aria aperta, so che questo è quello che devo fare ora per evitare uno scenario ancora peggiore per me stesso e per gli altri.

Ora dobbiamo fare ciò che è giusto, non solo per noi stessi, ma per la società in cui viviamo. Sii consapevole che attraverso le tue azioni, sei responsabile per la salvezza di molte vite, o l’esatto opposto. Se vogliamo dimostrare che il mondo dell’arrampicata è forte e unito, non c'è momento migliore di adesso. Grazie.

Klaas Willems, 18 mazo 2020, Belgio

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This Covid19 virus can kill many people you love and you don’t want to go through life thinking you maybe got them sick. This picture is from 2016. During my sisters last holiday before she passed away two months later from Cystic Fibrosis. 12 years before, She had a double lung transpant. I had to wear a mask so I wouldn’t infect her with my bacteria. If the achromobacter and pseudemona bacteria from my lungs would get into her lungs, she could die. All those twelve years I had to stay away from my own sister. Twelve years! I didn’t want to risk killing my sister, as I would think nobody would like to kill someone they love. A couple weeks avoiding people isn’t the end of the world. Let’s try to get this virus under control and hope we learn from it for the future. #covıd19 #coronavirus

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