Addio Chloé Graftiaux
Non sembra possibile, invece lo è. Sabato scorso la giovane climber Belga, Chloé Graftiaux, se ne è andata mentre scendeva dalla cima della parete sud dell'Aiguille Noire de Peuterey nel massicio del Monte Bianco. A Chloé è stata fatale una caduta di 600m mentre, assieme al suo compagno Antoine, era impegnata nella discesa della grande parete simbolo del versante italiano del Monte Bianco. In quel tratto, apparentemente facile, l'ha tradita un appiglio che si è staccato.
La 23enne Chloé Graftiaux era indubbiamente uno dei talenti più importanti e belli dell'arrampicata belga e internazionale. Era conosciuta soprattutto, e forse a torto, per i suoi risultati nelle gare - dopo le vittorie nelle tappe di Vail e Sheffield quest'anno si è aggiudicata il bronzo nella Coppa del Mondo Boulder – confermando ancora una volta la sua estrema versatilità che l'ha vista salire sul podio anche delle competizioni con la corda e conquistare più volte il titolo di Campionessa Belga della specialità Lead.
Ma Chloé non si è certa fermata all'agonismo puro. La sua passione per l'arrampicata era ben più ampia e la portava più in alto e oltre. Quindi anche alle gare di ghiaccio - la vittoria nell' Ice Master World Cup della Valle di Daone nel 2010 conferma la sua estrema polivalenza – ma anche al ghiaccio “vero” del Super Couloir del Monte Bianco e delle cascate più famose, come Polar Circus in Canada.
In inverno poi non potevano mancare le discese ripide di tutto rilievo con gli sci, mentre in estate Chloé trovava anche il tempo per le grandi vie di roccia, dal Verdon allo Yosemite (Astroman, Freerider e The Nose). Ma soprattutto nel massiccio del Monte Bianco, sua tappa fissa ogni estate, dove ha salito grandi classiche come la Voie Contamine e Les intouchables, il Pilastro Gervasutti e il Pilastro Centrale del Freney.
Chloé l'abbiamo conosciuta attraverso le gare, e la cosa che ci ha sempre colpiti erano la sua serietà e il suo impegno immancabilmente uniti ad un bel sorriso. Una felicità, la sua, che la contraddistingueva e che portava ovunque andava. Ci piace pensare che sarà ricordata così, per sempre.
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