Ueli Steck e la Parete Nord dell'Eiger in 3 ore e 54
Il 21 febbraio lo svizzero Ueli Steck ha salito la parete Nord dell’Eiger, per la via dei primi salitori Heckmaier, Vörg, Kasparek e Harrer, nel tempo strabiliante di 3 ore e 54 minuti. Lo Svizzero in precedenza aveva già salito la via due volte, la prima 10 anni fa, la seconda pochi giorni prima della sua corsa assieme alla sua ragazza Nicole.
In quest’ultima occasione Ueli ha visto che le condizione della parte alta della parete erano semplicemente “super” e che era arrivato il momento che aveva sognato da tempo, da quando Christoph Hainz aveva salito la via, quasi per caso, nell’impressionante tempo di 4 ore e 30 minuti (vai all'articolo).
Ma si sa, queste salite non arrivano mai per caso: Ueli si sta preparando per il suo grande progetto, la parete sud dell’Annapurna in solitaria. E i 1800m della parete nord dell’Eiger sembrano anche a noi un ottimo banco di prova, sia fisico sia psicologico.
EIGER EXPRESS, intervista a Ueli Steck
Ueli hai fatto questa corsa sulla Heckmaier all’Eiger tutta in solitaria e auto-assicurandoti soltanto 3 volte…
Si, tre volte per 15m. Nella fessura difficile, nel Camino della cascata e nella Fessura friabile. Devo dire che parlare di assicurazione è relativo: ho infilato la corda nella sosta, e mi sono legato entrambi i capi all’imbrago, era una corda da 30m quindi potevo salire per 15m rischiando una caduta di 30m. Poi, dopo 15m, ho sciolto un capo e ho proseguito mentre la corda si sfilava automaticamente dalla sosta…
Ueli perchè questo record di velocità sulla Heckmaier all’Eiger?
Per me era rimasto un sogno da tempo. Spesso mi sono chiesto come Christoph Hainz avesse fatto la via in soli 4.30. Ho guardato la via da vicino un paio di volte, esaminando i passaggi in arrampicata. Soltanto cosi sarebbe stato possibile migliorare il tempo di Christoph. Adesso sono ovviamente super contento.
Parlando di super - cosa significano condizioni super per questa via?
Firn e molto ghiaccio. Io sono molto veloce sul misto, questo grazie ad anni di dry tooling. E’ stata la prima volta che ho potuto "convertire" questa capacità, e sono convinto che il dry tooling influenzerà non poco l'alpinismo del futuro! Dopo la parte su ghiaccio non faceva neanche tanto freddo, la roccia era asciutta e sono riuscito ad arrampicare senza guanti!
Raccontaci invece dell'impegno psicologico.
In realtà mi ero tolto qualsiasi pressione. L'ho semplicemente tentata. Sapevo esattamente quello che volevo fare. Sapevo anche esattamente cosa mi aspettava sulla via. Ma si, sicuramente un po’ di tensione c'era. Potendolo paragonare, era come salire un progetto rotpunkt.
Così sembra quasi banale. Ma una salita cosi non viene dal nulla...
No, ho aspettato due anni queste condizioni. Inoltre di recente ho eseguito un immenso allenamento di resistenza per prepararmi alla prossima spedizione, la parete sud dell’Annapurna in solitaria per la via che i francesi Pierre Béghin e Christoph Lafaille hanno tentato nel 1992.
Che cosa significa l’Eiger per te?
L'Eiger è, e rimane, la mia montagna di casa. Credo che tornerò sempre a scalarla, e credo che continuerà a rimanere una delle parete più impressionanti delle Alpi.
E questa via?
La via fa parte della storia dell'alpinismo. Mi immagino come negli anni trenta i ragazzi hanno tentato la parete. Poi la salita di Heckmair nel ‘38 è semplicemente incredibile, solo per aver individuato tutta la linea di salita. Poi aggiungi anche come Heckmair ha salito le sezioni in arrampicata… Follia. Oggi giorno la parete rimane molto impegnativa, e anche se i passaggi più difficile sono soltanto 5+, ti fa davvero sudare...