Alpinismo favoloso e silenzioso al Castello Provenzale

Il 23 dicembre Ivo Ferrari e Dario Spreafico hanno ripetuto lo Spigolo Maria Grazia sulla parete Est del Castello Provenzale (Valle Maira, Alpi Cozie). Il report di Ivo Ferrari.
“Montata la tenda sotto al Colle, al riparo dei venti invernali. Ora s'aspetta la sera... sopra di noi la Torre e il Castello Provenzale! Favoloso e silenzioso!”. Ogni tanto mi arrivano messaggi così. E, immancabilmente, penso (anche con un po' d'invidia) che il senso del fare alpinismo alla fine stia tutto qui. In questi posti e in questi attimi. In questo essere “fuori”, esposti alla natura e alla montagna. Non c'è altro da cercare. Non c'è nulla da capire. Né gradi, né difficoltà, né tutti gli altri nostri discorsi. Conta solo lasciarsi prendere da questa selvaggia bellezza. Per questo abbiamo chiesto a Ivo Ferrari, l'autore del messaggio, di farci un piccolo regalo di Natale. Di raccontarci la sua piccola avventura. Per ricordarci che le cose, come le passioni, sono più semplici di quello che si pensa. Basta viverle.


ALPINISMO, FAVOLOSO E SILENZIOSO AL CASTELLO PROVENZALE di Ivo Ferrari

Mentre tornavo a Valle lo scorso Settembre, sapevo già che presto sarei ritornato d’Inverno per godere ancora di più il silenzio di queste Valli, non desideravo una prima invernale, quello che mi interessava era arrivare in cima e guardare il bianco orizzonte costellato da Montagne bellissime a me sconosciute. L’occasione è arrivata pochi giorni prima del Natale, sul lavoro mi è bastato dire a Dario che il posto è talmente bello da sembrare finto e… gli zaini si sono riempiti immediatamente.

Saliamo verso il colle Greguri, sotto le parete Est della Rocca Castello, la giornata è magnifica, con le ciaspole ai piedi alleggeriamo la fatica, due ore dopo montiamo la nostra tenda e... Aspettiamo il nuovo giorno, la notte è lunga d’inverno, e fa pensare.

Fuori un forte Vento da Nord fischia e ci aiuta a pensare tenendoci svegli, “l’alpinista invernale” mangia pozioni liofilizzate, roba da voltastomaco! Noi ne abbiamo portate ben tre porzioni, una per noi e due (dopo aver mangiato la prima) per i numerosi stambecchi che gironzolano in zona.

L’alba... Il Vento non si è ancora placato, i primi dubbi cominciano ad uscire dai nostri sacchi piuma, il fornello inizia a sciogliere il ghiaccio raccolto la sera prima, the, cappuccino, biscotti, dolci, come nei migliori alberghi a cinque stelle. Ci vestiamo e usciamo fuori. Vento forte ma tanta voglia di appoggiare i nostri scarponi sulla Quarzite della Rocca.

Dopo un giro di sguardi la decisione cade sullo Spigolo Maria Grazia, a stimolarci c’è anche il fatto che la prima invernale è di Giancarlo Grassi e Alberto Re nel lontano 1970. Una delle “classiche” della zona, giusta per il nostro bisogno di verticalità!

Si parte, bardato come un palombaro inizio a muovere i primi passi, salgo lentamente, ma la roccia e “il silenzio” tutt’intorno non mette assolutamente fretta! Le dita iniziano a raffreddarsi e cado letteralmente sul terrazzino di sosta con il dolore che ben conosco, aspetto la bollita che mi rigenera la circolazione! Hurrà! Ora sono apposto... o quasi!

Continuiamo alternandoci al comando della cordata, numerosi chiodi ci indicano la strada e si prestano per la sicurezza, le punte degli scarponi iniziano a prendere fiducia, ora non giocano solo gli avambracci, ora è tutto il corpo che deve leggere il passaggio. Mi piacerebbe vedere un'altra cordata impegnata sulla parete, ma forse è una bugia! Nessuno in vista! Solo noi due, felici di essere noi due.

La Cima ci accoglie con il Sole invernale, ma il Vento ci costringe quasi a stare curvi tanto è forte. Sono contento, ora dopo le doppie, sento “il rilassatore” che vive in me rilassarsi. Il Vento ha deciso di accompagnarci fin giù, il posto che stiamo per lasciare mi è entrato dentro, come un colpo di fulmine, mi sono innamorato di questa Valle tanto stretta e lontana dalle mode, sicuramente ritornerò, magari in primavera... a presto Montagne Occitane.

Ivo Ferrari



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