Mikakadi - Parete di Fornolosa
Le lunghezze in fessura sotto l'enorme tetto sono uniche e regalano un'arrampicata, per ambiente e bellezza, assolutamente da non perdere e che mancava nella già splendida Valle dell'Orco!
Tutte le soste attrezzate con 2 spit da 10 uniti da cordone con maillon per la calata.
Risalire la Valle dell'Orco lungo la SP 460 fino a paese di Fornolosa. Entrare nel paese e parcheggiare subito sulla destra nel parcheggio del cimitero. La parete è visibile dal lato opposto della valle. Accesso
Tornare indietro lungo la SP460 fino ad un ponte a destra che consente di attraversare il torrente. Seguire la strada sterrata di destra superando una casa diroccata e giungendo all'argine artificiale del greto di un torrente. Risalire il letto del torrente, spesso secco, fino dove viene interrotto da una piccola cascata. Seguire quindi le placche rocciose a destra (ometto) ed entrando nel bosco raggiungere la base della parete. Costeggiare tutta la parete, ometti, seguendo una vaga traccia di animali nel fitto sottobosco fino ad arrivare nell'unica zona in cui la parete si presenta scalabile su belle placche appoggiate. Ometto a base parete. Visibili i primi spit e secondo spit con cordone. 40 minuti Itinerario
L1: si sale lungo la bella placca con un passaggio più duro in partenza e poi via via più facile fino alla sosta su comodo terrazzo erboso sulla sinistra. 7 spit 28 metri 6b
L2: una placca solcata da fini fessure orizzontali obbliga a spalmi tra una buona lista e l'altra. Roccia con super grip. 5 spit 15 metri 6b+
Dalla seconda sosta seguire il “mancorrente” che conduce nel bosco della cengia mediana. Salire nel bosco fino contro la parete successiva. Per comoda cengia erbosa ascendente verso destra raggiungere l'attacco del terzo tiro. 5 minuti a piedi. Scarpe d'avvicinamento consigliabili.
L3: salire lo spigolo e con un passo delicato ribaltarsi sulla placca di sinistra. Proseguire con chiodatura distanziata fino ad allo spit successivo che protegge un altro passo delicato.
Ancora una sezione con chiodatura distanziata conduce ad un muro con spit più vicini. Superarlo con bei movimenti su liste e buchetti. Dall'ultimo spit raggiungere la cengia erbosa a destra e la sosta.
10 spit 6b+ 40 metri - possibilità di integrare giungendo in sosta.
L4: risalire il diedro e il muretto soprastante fino ad una cengia erbosa da seguire verso destra. Poi, per blocchi, raggiungere la sosta alla base del diedro alla sx di un larice. 2 spit 5c 22 metri - possibilità di integrare.
L5: salire il bellissimo diedro fino contro il Gigatetto (5b). Scaldare i motori e partire per il lungo traverso sotto il tetto con dulfer rovescia. Prima in orizzontale e poi in leggera salita. La fessura è sempre buona anche se a tratti può essere umida.
Giungere all'unico spit del tiro in corrispondenza di due buone tacche per i piedi che consentono uno scomodo riposo totale.
È possibile sostare integrando lo spit con un buon friend. 1 spit 6c 22 metri. Un tiro fantastico!
L6: continuare sotto il tetto seguendo la fessura decisamente più piccola del tiro precedente ma breve. Ora la fessura rovescia diventa molto larga e con decisione si continua a traversare fino al termine del tetto dove inizia una sezione protetta a spit ravvicinati.
La fessura diventa verticale e in dulfer (blocco da tirare con prudenza, spit vicini) si raggiunge una sequenza di tacche che consente di attraversare a sinistra fino al terrazzo di sosta sopra cui ci si ribalta. 5 spit 6c+ 18 metri
L5 ed L6 posso essere unite per superare tutto il Gigatetto in un unico stupendo tiro. Attenzione però agli attriti. 40 metri.
L7: attraversare con buone prese verso sinistra e alzarsi fino ad un buon terrazzo di sosta. 2 spit 6a 15 metri
L8: con passo difficile raggiungere a sinistra una bella fessura non visibile dalla sosta. Seguirla con arrampicata aerea ed atletica verso destra e dal suo punto più alto raggiungere il tetto a campana.
Per progredire in traverso sotto il tetto a campana, protetto a spit, bisogna fare degli incastri di dita, mano, pugno nel punto più profondo del tetto e allo stesso tempo incastrare il corpo come meglio si riesce per non essere sputati fuori. Un incastro totale.
Dalla fine del tetto una più facile dulfer porta in sosta.
8 spit 7a/A0 25 metri. Consigliabile una staffa o longe da artif per la parte di A0
Libera: siamo riusciti ad arrivare in libera fino al terzo spit del tetto a campana. Abbiamo fatto gli altri movimenti ma spezzandoli con dei resting. In libera nuovamente dal penultimo spit fino in sosta.
L9: superare il tetto e seguire il bel diedro ad arco fino alla sosta. 6a, 15 metri
L10: sulla destra superare una pancia con buone prese e guadagnare la bella placca superiore che, con arrampicata tecnica, conduce nel bosco sommitale e alla sosta di fine via. 6a+ 20 metri
Discesa
Dalla sosta di fine via traversare 10 metri a sinistra (faccia a monte) fino alla sosta di calata su un grande blocco di roccia.
Doppia 1: scendere dritti fino a S8 pendolando e mettendo un friend nella fessura. Senza friend (misura 1 o 2 BD) non si tocca la parete o bisogna pendolare veramente tanto. 20 metri
Doppia 2: 50 metri nel vuoto fino a toccare la placca nei pressi della sosta fuori via su un piccolo terrazzo, leggermente a sinistra della linea di calata e in prossimità di un cespuglio.
Doppia 3: arrivare alla cengia mediana. 50 metri. Ridiscendere la cengia fino al mancorrente e quindi a S2.
Doppia 4: da S2 a terra con 40 metri.
Materiale
Due serie complete dallo 0,3 al 3 BD e triple misure dallo 0,5 al 2 BD. Per fare tutto il Giga Tetto in un tiro unico triplicare anche le misure più piccole.
Note
Guide: Rock Paradise, di Maurizio Oviglia, Edizioni Versante Sud