Sperone Walker - Via Cassin - Grandes Jorasses

Enrico Bonino, Guida Alpina
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Sperone Walker - Via Cassin: Foto Enrico Bonino
Planetmountain
Bellezza
Primi salitori
Riccardo Cassin, Luigi Esposito, Ugo Tizzoni, 4-6 agosto 1938
Autore scheda
Enrico Bonino, Guida Alpina
Versante
NE-NO
Lunghezza dislivello
1200m
Quota
3000m - 4200m
Difficoltà
6°/A0

Percorso



'La parete delle pareti', 'la Via delle Vie', la via Cassin allo Sperone Walker  sulla parete nord delle Grandes Jorasses rappresenta il sogno di ogni alpinista. La via è molto impegnativa e lunga e deve quindi essere affrontata solamente in condizioni ottime della parete e con un grande allenamento.
Accesso generale
Si attraversa il tunnel del Monte Bianco per raggiungere Chamonix. Parcheggiata l’auto vicino alla stazione del trenino di Montenvers, si utilizza la cremagliera per raggiungere la stazione superiore da dove parte l’accesso per il rifugio di Lechaux. Accesso
Per il rifugio Lechaux: scendere sul ghiacciaio della Mer de glace tramite un percorso attrezzato con scalette e cavi d’acciaio. Risalirlo fino a che questo non si incrocia con il ghiacciaio di Lechaux. Scavalcare le morene glaciali verso sinistra ed entrare nel bacino chiuso dalla parete Nord delle Grandes Jorasses fino a raggiungere il rifugio arroccato sulla sinistra. Circa 2h 30m dalla stazione di Montenvers. Dal rifugio Lechaux, continuare a risalire per il meglio il ghiacciaio di Lechaux fino alla base dello sperone che scende dalla Punta Walker. Itinerario
La terminale che permette di raggiungere il primo pendio era troppo aperta (19-20/07/2010) perciò attacchiamo dove le rocce scendono piu in basso. Un tiro di 5b ci porta sul facile e possiamo così contornare il pendio per recarci alla base delle difficoltà.

Il primo terzo di via non è così evidente da trovare, è davvero consigliabile arrivare alla base del diedro di 30m con le prime luci altrimenti ci si perde facilmente. Il diedro di sinistra, anche detto "diedro Rebuffat" è molto poco chiodato, solo l'uscita del diedro Allain (parallelo a destra) ha qualche chiodo in posto. Quando si è alla base del tiro (come in tanti altri) non viene davvero da pensare che Cassin nel '38 si sarebbe cacciato su di lì... invece sì.

La prima parte della via piega decisamente a destra verso il canale della MacIntyre. Il diedro di 75m è nascosto dietro lo spigolo, non esitate ad andare a cercare verso il canale. Tre tiri di 20/30m molto chiodati portano in cima al diedro. Scalata stupenda, sembra un libro aperto.

Poi si prosegue abbastanza diritti fino alle placche nere e grigie, un salto decisamente ripido. Si intravede una sosta a destra alla base di uno strapiombo. Non raggiungerla direttamente ma continuare diritti in un camino appoggiato per reperire una cengia che traversa a destra su uno spigoletto. Da lì ci si cala 10m e si arriva alla sosta alla base dello strapiombo.

Lo si supera per roccia rotta e si continua in diagonale verso destra. I tiri successivi si svviluppano intorno alla torre grigia fino a superarla. Qualche tiro più facile ma non banale sul filo dello sperone porta al nevaio triangolare. Questo volendo può essere evitato per due tiri di roccia più difficili per entrare direttamente nei camini rossi. Noi abbiamo seguito l'itinerario originale e siamo saliti in cima al nevaio per poi traversare a destra e raggiungere così i camini rossi.

Questo colatoio evidente è la parte piu pericolsa della via in quanto la roccia è pessima e se cadono pietre non si ha scampo. Nel secondo tiro vi è una corda fissa, decisamente utile ma tutta sfilacciata. Quando i camini diventano ripidissimi e profondi si traversa a destra (non superare lo strapiombo con i chiodi ma proseguire qualche metro e poi salire a destra in un diedro). Un ultimo muretto dà accesso ad una cengia orizzontale che porta nel canale fuori dalle maggiori difficoltà. Altri 6/7 tiri di 3°/4° portano in cima. Discesa
Vista l'evoluzione del seracco della via normale si consiglia decisamente di scendere per i Rocher Whymper che si raggiungono scendendo dapprima per circa 100m il canale tra i rocher ed il seracco e poi raggiungendo il filo dello sperone. Si scende fino a reperire le doppie che calano sul fianco di destra (scendendo) e danno accesso al canale che separa i Rochers dal Reposoir. Il ghiacciaio è molto tormentato, bisogna traversare al meglio. Si disarrampicano poi le rocce del Reposoir, mantenendo il filo di cresta e seguendo i punti deboli, fino a raggiungere il ghiacciaio che porta al Rifugio Boccalatte. Materiale
Una serie di friends camalot dallo 0.3 al 2, un gioco di nuts medio piccoli, 12 rinvii, martello e chiodi, fettucce per allungare le protezioni, due corde da 50m. Piccozza, ramponi, casco. Note
Via molto impegnativa e lunga che deve essere affrontata solamente in condizioni ottime della parete e con un grande allenamento. Noi abbiamo arrampicato quasi interamente con le scarpette e siamo usciti in giornata bivaccando sui Rochers Whymper per aspettare il rigelo. Sulla via non vi sono molti posti comodi per passare la notte.




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14/08/2010 Barry
Grande via, gran esperienza...un anno fa esatto ci mancava mezz'ora alla punta, dal triangolare in poi condizioni da ramponi. Grandioso il "vecchio" Cassin a sverginarla nel '38!
26/07/2010 marco conti
...solamente complimenti Enrico, è uno dei più grandi sogni/traguardo a cui un alpinista completo può ambire..Nell'estate '90 con Gianfranco Rossetto uscimmo in punta alle G.J. alle 20,00 di sera..Avevo 26 anni!Unico rammarico a 20 anni di distanza : non essere in cima con mia moglie Mirella"podina"