Genau - Dos di Dalun
Questa via è nata da due tentativi solitari nell’estate 2009, conclusi con l’apertura dei primi 3 tiri, poi ripresa e risolta insieme all’amico Roberto nel 2011. La via è dedicata ad Antonio Ricco, come valore di un ricordo profondo per tutte le persone che lo hanno conosciuto. “Genau” era spesso un modo di dire di Toni, capace di trasmettere serenità e ironia alle diverse situazioni che si presentano nella vita.
La parete nord del Dos di Dalun, isolata, selvaggia (fortunatamente non fredda), ha una storia alpinistica breve, dopo la straordinaria salita di Castiglioni e Detassis (1933) nell’evidente diedro che incide la parte dx, non si hanno più notizie di tentativi.
Questa parete è divisa in due parti da una caratteristica fessura che verso l’alto diventa un canale fino alla cima. La via “GENAU” si sviluppa nella parte sinistra, partendo dalla sommità di un caratteristico cono di roccia alto 15 mt, mirando ad un diedro giallo 100 mt. più in alto, che si evita a sx., per poi arrivare a delle placche che escono su una cengia e danno accesso all’evidente diedro a sx che porta sulla pala finale. La roccia nel complesso è buona, a tratti superlativa e in altri richiede una certa attenzione, di fatto questo tipo di arrampicata necessita sempre di molta concentrazione anche perché difficile da proteggere.
Dal paese di S. Lorenzo in Banale per la Val Ambiez si arriva al rif.
Cacciatore (da S. Lorenzo servizio taxi). Da qui si raggiunge la forcolotta di Noghera per il sentiero Palmieri passando per il rifugio Agostini o direttamente per tracce di sentiero che partono dalla strada 10 min. sopra la Malga Senaso di sopra (1h 30’). Dalla forcolotta si scende rapidamente, per sentiero poco battuto, nella valle sotto la parete Nord (20’).
L1: L’attacco è in cima ad un cono (camino di II°, 15 mt.), segnato da un chiodo con fettuccia. Si salgono i primi 20 metri nel diedro canale e quando diventa più verticale e inizia la fessura ci si sposta qualche metro a sx, poi 10 mt. diritti per tornare verso il canale a dx, superato un passaggio, si sale verso sx fino in sosta 10 mt. sotto la verticale dell’inizio del diedro. (50 mt, IV+, 4 ch. + 2 ch. di sosta).
L2: Dalla sosta si sale all’inizio del diedro che si percorre fino a dove diventa verticale e giallo (1 ch.) uscendo a sx. su un terrazzo. (40 mt, IV+ e V, 4 ch. + 3 ch. di sosta).
L3: Si sale diritti per la fessura. (35 mt, VII, VI-, V 4 ch. + 3 ch di sosta).
L4: Salire qualche metro a dx per poi fare un lungo traverso verso dx, e così rimontare la placca nel punto più facile. (30 mt, VI+, 4 ch. + 1 ch. e 1 spit di sosta ).
L5: Si sale verso sx alla fessura, superando lo strapiombo si arriva in cengia. (30mt, VII, VIII, 5 ch. e 1 spit + 3 ch. di sosta).
L6: Dalla sosta si traversa 10 mt a sx e si sale l’evidente diedro, che a metà presenta un passaggio faticoso, poi diventa sempre più facile fino ad una sosta comoda. (55 mt, VI, V, IV, 1 ch. + 1 spit e 1 ch. di sosta).
L7: Salire spostandosi a sx verso la pala finale e raggiunta dopo 20 mt. la prima nicchia gialla si traversa verso sx e poi salire direttamente all’evidente sosta penzolante nella nicchia (attenzione al nido delle Grole) . (55 mt, V, VI, 2 ch. + 3 ch. di sosta).
L8: Usciti dalla sosta si prende la fessura a sx, 10 mt diritti e poi ad un terrazzo a dx, si continua prima a sx poi diritti per un diedro che porta in sosta. (40 mt, VII, VI, V, 3 ch. + 2 ch. di sosta).
L9: Diritti per 15 mt., superato un piccolo strapiombo si sale verso dx all’inizio di un diedro giallo, superato si obliqua per 20 mt verso sx fino alla sosta nei pressi dello spigolo. (55 mt, VI, V, IV+, 1 ch. + 2 ch. di sosta).
L10: Senza via obbligata si raggiunge la cresta che poi si segue fino in cima.
Dalla cima si scende per cresta facile (I° grado) all’evidente forcolotta di Noghera (30 min.). Altrimenti è possibile scendere in doppia lungo la via di salita.
MaterialeSerie completa di friend e qualche chiodo a lama.
NoteIn totale sono stati usati e lasciati 46 chiodi e 3 spit, comprese le soste. Tempo di salita: 5 – 7 ore.
Consiglio di non affrontare la scalata quando ha piovuto molto per più giorni, siccome la parete non si asciuga rapidamente.